mercoledì, Aprile 24, 2024

Le sanzioni alla Russia aumenteranno l’inflazione, quanto ci rimette l’Italia?

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Le sanzioni alla Russia emanate dell’Unione Europea potrebbero avere ripercussioni sui Paesi appartenenti alla NATO. Si guarda in primis al gas e alle  materie prime.

Il 24 febbraio Putin ha inviato le sue truppe a invadere l’Ucraina, causando non solo una guerra, ma anche scompiglio nella comunità europea che si trova ad avere a che fare con un conflitto “in casa propria”. Visti anche i mancati patteggiamenti e la brutalità delle operazioni, l’Unione Europea sta studiando un pacchetto di sanzioni particolarmente pesanti, che però potrebbero avere ripercussioni sui Paesi appartenenti alla NATO. Si guarda in primis al gas e alle  materie prime, in particolare al grano che la Russia esporta in grandi quantità in tutto il mondo. Sono però a rischio anche il carburante e altri beni fondamentali.

Le sanzioni varate e quelli in attesa di approvazione

In risposta al conflitto russo-ucraino l’Unione Europea sta ufficializzando diverse sanzioni e misure restrittive. I “pacchetti”, per ora, sono due. Il primo blocca l’accesso della Russia ai mercati finanziari europei ed era passato già martedì 22, dopo il riconoscimento dell’indipendenza delle regioni del sud est dell’Ucraina (Donestsk e Luhansk) da parte di Mosca. Con l’avvio dell’operazione militare del 24 febbraio, ha inizio la stesura del secondo pacchetto, che entrerà però in vigore solo dopo la pubblicazione nella Gazzetta ufficiale UE. Queste sanzioni puntano a sfiancare l’economia russa e a penalizzare duramente il Paese, e proprio per questo potrebbero portare Putin a vendicarsi con un’aspra controffensiva. Il pacchetto verrà quindi applicato “in modo progressivo, rispondendo alle azioni della Russia”, spiega il portavoce della Commissione Europea Peter Stano, durante un incontro con la stampa a Bruxelles. Il governo italiano ha dichiarato di condividere pienamente la linea scelta dalla UE, tuttavia sembra che si sia opposto al divieto di export di beni di lusso verso la Russia. Ma un alto funzionario UE spiega che la Commissione europea avrebbe “preferito concentrarsi sul settore tecnologico, che ha un impatto potenziale più alto rispetto ai beni di lusso” sull’economia russa.

Le conseguenze sui mercati internazionali

Le sanzioni, però, potrebbero avere forti ripercussioni sulle materie prime nel mercato delle materie prime, soprattutto sul grano. È facile che il suo prezzo sul mercato internazionale aumenti, così come quello del mais e di altri cereali. In Italia la preoccupazione maggiore va invece al gas, dato che il 40% di quello importato arriva proprio dalla Russia. Il Paese è infatti il primo produttore al mondo di gas e il secondo di petrolio (dietro all’Arabia Saudita), ma anche il terzo di greggio, il sesto di carbone; dispone delle più vaste riserve di ferro al mondo (dopo quelle australiane), delle seconde di PGM (metalli del gruppo del platino), delle terze d’oro e le quarte di Nickel, in più è al primo posto anche per riserve di legname. L’instabilità o l’interruzione nell’esportazione di queste materie non graverà tanto sull’Italia, che non è tra i maggiori partner commerciali della Russia, quanto più sul mercato internazionale.

A questa situazione delicata vanno aggiunte le possibili contro-sanzioni da parte del Cremlino. Putin ha voluto rassicurare l’Italia e l’Europa dichiarando che le forniture di gas non subiranno alcuna variazione, tuttavia il Presidente non si è guadagnato la fiducia dei Paesi europei e il prezzo dell’energia ha ricominciato a salire.

Con l’inflazione si torna ai valori di trent’anni fa

Il costo dell’energia ha fatto aumentare quello di tutti gli altri beni e servizi. L’inflazione non era così alta da quasi trent’anni e nell’ultimo anno i prezzi sono aumentati complessivamente del 4,8%, dalla carta alla benzina, dal pane ai computer. La guerra in Ucraina complica terribilmente la situazione: l’Italia ha un rapporto di dipendenza importante con la Russia sia per il gas che per le materie prime; gli attriti sul suolo europeo potrebbero facilmente incidere su una spirale già ben delineata. Il governo ha provato a correre ai ripari almeno per contenere il prezzo dell’energia tramite misure emergenziali, ma è improbabile che questo basti.

Nei prossimi mesi diversi Paesi europei dovranno rivedere i propri accordi commerciali per evitare alti tassi di inflazione e un aumento del prezzo delle materie prime. Per l’Italia, il gas è l’asset più a rischio.

 

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