giovedì, Marzo 28, 2024

L’anoressia sentimentale. Chi ne soffre e perchè

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di Antonella Amato – L’anoressia sentimentale è l’incapacità di amare. E’ diffusa su larghissima scala, ne soffrono uomini e donne di tutte le età, soprattutto nel mondo occidentale.

La fenomenologia è la più varia: chi ne è affetto può essere tanto un individuo solitario quanto una persona in apparenza socievole, amante della buona compagnia e dei divertimenti. Ma la struttura di fondo del disturbo è identica: il bisogno affettivo è rimosso in virtù di una personalità autosufficiente, chiusa in se stessa, regolata da abitudini e ritmi personali e ogni qual volta si presenta la possibilità di amare si apre un varco nella rigida armatura difensiva provoca dal fondo dell’animo in taluni una malinconia profonda o una fredda razionalità che vede nell’oggetto amato (nella persona che ha penetrato il cuore) un nemico da allontanare perché è fonte di dubbi e preoccupazioni.

L’incapace di amare talvolta si tormenta, altre volte ancora vive in una razionalità così astratta da non accorgersi nemmeno della solitudine dell’anima e dell’aridità del cuore che ha generato dentro di sé.

Chi vive in questa strana condizione esistenziale è qualcuno che ha individuato nell’amore la maggior fonte di sofferenza umana o, per via di traumi subiti, della sua personale sofferenza e ha deciso di non soffrire mai più. Talvolta è stato un bambino deprivato di amore in età nelle quali poteva avvertirne la mancanza e perciò soffrirne, oppure un bambino o un adolescente intenzionalmente trascurato, non amato o anche trattenuto in un rapporto ora seduttivo ora rifiutante. Altre volte, cresciuto fiducioso, è andato incontro a lunghe sofferenze sentimentali in età adulta. Altre ancora, illuso di poter realizzare nel mondo scopi di ordine superiore e deluso in profondità in questa aspettativa, rinuncia alla vita e fa pagare all’innamorato/a il prezzo di questa catastrofica delusione.

In termini più generali, egli ha smesso di credere nell’affidabilità degli esseri umani e nella capacità di confrontarsi con fiducia e con amore. In modo più o meno consapevole, preferisce sentirsi forte, superiore, colui che relega la passione nell’altro, riservando per sé il ruolo del bell’indifferente, dello spassionato razionale, dello sprezzatore dell’umana vulnerabilità.

Non esiste una terapia specifica. Ma Si può risolvere questo problema “esistenziale”. Solo chi vuole uscirne e accetta l’idea che coraggioso non è chi reprime il desiderio, ma colui che accetta il rischio esistenziale di vivere fino in fondo le qualità specifiche della natura umana, fra le quali fa spicco proprio quella capacità di immedesimarsi, fondersi ed amare da cui l’anoressico sentimentale rifugge con disgusto e con paura.

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