sabato, Aprile 20, 2024

La “Turandot” di Puccini inaugurerà la Stagione Lirica 2023/2024 del Teatro San Carlo

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Carlo Farina
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Carlo Farina - cura la pagina della cultura, arte con particolare attenzione agli eventi del Teatro San Carlo, laureato in Beni culturali, giornalista.

Presentata nel nuovo foyer del Teatro San Carlo, la Nuova Stagione Lirica, Sinfonica e di balletto 2023/2024 del Massimo napoletano, ricca di nuovi allestimenti e di grandi voci tutte al femminile. Non sono presenti titoli del Settecento Napoletano, ma ancora una volta ci sarà anche la “Traviata”  di Verdi. 

Presentata nel nuovo Foyer del Teatro San Carlo la Nuova Stagione Lirica, Sinfonica e di Balletto 2023-2024 alla presenza del Sovrintendente Lissner, del direttore Dan Ettinger e del tenore Jonas Kaufman.

Saranno 12 i titoli operistici scelti per questa nuova stagione, 4 gli spettacoli di balletto, ben 16 i concerti con l’Orchestra del Massimo napoletano e 9 quelli di musica da camera, oltre al ritorno del Festival Pianistico.

La nuova stagione del Teatro di San Carlo inizierà quest’anno a partire dal 9 dicembre, una data di inaugurazione forse inusuale ma che permetterà alla Turandot inaugurale di attirare l’attenzione nazionale e internazionale su l’ultimo titolo incompiuto di Puccini.

La nuova produzione del San Carlo sarà firmata dal giovanissimo regista di San Pietroburgo Vasily Barkhatov, già premiato e segnalato come uno dei più interessanti protagonisti della scena internazionale. Con lui si esibiranno cantanti del livello di Sondra Radvanovsky (nel ruolo del titolo), Rosa Feola e Ysif Eyvazov, per la direzione di Dan Ettinger, direttore musicale del Teatro, impegnato anche nel titolo conclusivo della stagione, Carmen, e in quattro programmi della stagione concertistica.

Altri direttori di fama internazionale sono Pinchas Steinberg, Ed Gardner, Constantin Trinks, Ingo Metzmaker, Mark Elder, James Gaffigan, Mikko Franck, e il gradito ritorno di italiani affermati come Marco Armiliato, Riccardo Frizza, Giacomo Sagripanti, Daniele Callegari e Lorenzo Passerini oltre alla prima esibizione di Michele Spotti (classe 1993). 

Ancora una volta saranno presenti sul palcoscenico napoletano alcuni dei registi più importanti e più richiesti del momento, da Emma Dante (per i Vespri Siciliani) a Mario Martone (Don Giovanni), dal polacco Krzystof Warlikovski (dittico Barbalù e La voce umana) all’olandese Jetske Mijnssen (Maria Stuarda) e all’australiano Justin Way, con alcune riprese di storiche produzioni del San Carlo come Elektra con le scene di Anselm Kiefer o la Carmen per la regia di Daniele Finzi Pasca.

Presenti inoltre alcune delle più grandi voci liriche del mondo, di cui la punta più alta di concentrazione è  senza dubbio nella Gioconda, di Amilcare Ponchielli in scena dal 10 aprile 2024, che vedrà riuniti Anna Netrebko (ruolo del titolo), Anita Rachvelishvili, Jonas Kaufman e Ludovic Tézier. A questi artisti, alcuni impegnati anche in più produzioni, si aggiungono tante altre voci di primaria grandezza: le già citate Sondra Radvanovosky e Rosa Feola, Maria Agresta, Selene Zanetti, Anna Pirozzi, Ekaterina Gubanova, Elina Garanča, Nadine Sierra, Pretty Yende, Lisette Oropesa, Gianluca Buratto, Freddie De Tommaso, Michael Fabiano, Francesco Demuro, Carlo Lepore, Xabier Anduaga, Luca Salsi, e altri.

Un vero avvenimento è la prima esibizione al Teatro di San Carlo di Barbara Hannigan, protagonista unica de La Voix Humaine di Poulenc, ma anche di un recital accompagnata da un pianista d’eccezione, Bertrand Chamayou. Anche altri protagonisti offriranno recital nella stagione concertistica, a cominciare da Jonas Kaufmann, Maria Agresta (in una serata di canzoni classiche napoletane), Lisette Oropesa, Nadine Sierra e Luca Salsi, oltre ai duo costituiti da Agresta e De Tommaso, e ancora Kaufmann con Tézier. 

Per la sezione dedicata alla danza, saranno alternati e messi a confronti capolavori celebri della danza di tutti i tempi con coreografie più vicine alla contemporaneità, che metteranno in risalto le capacità delle quattro etoile sancarliane insieme al resto del balletto.

Si comincia con Don Chisciotte di Minkus, che sarà l’inusuale spettacolo di Natale in un allestimento storico coreografato da Nure’ev della Royal Swedish Opera di Stoccolma. Seguirà in aprile l’amatissimo Romeo e Giulietta di Prokof’ev, nella versione con la coreografia di Kenneth MacMillan, poi una composita serata in omaggio al coreografo Jerome Robbins, con tre titoli su composizioni di Chopin, Debussy e Ravel (in luglio) ed infine a settembre una serata di danza “francese” con una coreografia di Serge Lifar su musiche di Lalo e due di Roland Petit su musiche di Bizet e di Johann Sebastian Bach.

In luglio vi sarà anche il tradizionale saggio finale della scuola di Ballo del Teatro di San Carlo, curato dal direttore Stéphane Fournial. Anche quest’anno la musica da camera è interamente affidata all’alta professionalità dei professori dell’Orchestra del Teatro di San Carlo, in formazioni varie e originali, dall’orchestra da camera all’insieme di otto violoncelli, e poi trii, quartetti e gruppi diversi, in alcuni casi anche con voci aggiunte, con un repertorio che spazia da Bach e Pergolesi agli autori del pieno Novecento. 

La terza edizione del Festival Pianistico, che si terrà nel mese di maggio 2024 con la partecipazione di quattro virtuosi di fama internazionale, a cominciare dal mitico nome di Grigory Sokolov, rinforza il legame del Teatro di San Carlo con una tradizione musicale molto amata e sentita nella città che nell’Ottocento aveva accolto il grande rivale di Liszt, Thalberg, creatore di una importante scuola pianistica napoletana. 

Ritorna ancora una volta e in ogni nuovo cartellone l’ormai perenne Traviata che attira sempre lo stesso pubblico, sempre più numeroso per un’opera “popolare” a tutti gli effetti ormai divenuto un appuntamento fisso e scontato. Così come è ormai tristemente scontata l’assenza totale di titoli del Settecento Napoletano, visto che questo teatro fu fondato da Carlo di Borbone nel 1737, in una dimensione Europea per una città come Napoli dove il fermento culturale e soprattutto musicale era pari solo a quella di Venezia.

Tutti i più grandi ed autorevoli musicisti dell’epoca venivano necessariamente a studiare a Napoli, da Porpora a Traetta, da Jommelli a Pergolesi, da Cimarosa e Paisiello, da Scarlatti (Alessandro e Domenico) a Leo, da Durante a Provenzale e così via, fino ad arrivare anche a Mozart, ma purtroppo si continua ancora a non puntare l’attenzione sul secolo d’oro della musica a Napoli, che forse molti non conoscono bene e bisognerebbe per questo educarli in tal senso proprio qui a Napoli dove sono stati creati, tra la fine del Seicento e per tutto il Settecento, questi immortali e favolosi capolavori strumentali e operistici. 

Ritornando alla nostra programmazione, dopo il Don Giovanni di Mozart, prosegue da una parte l’esplorazione del mondo del Belcanto del primo Ottocento, con le rappresentazioni di Norma di Bellini, Maria Stuarda di Donizetti (secondo episodio del ciclo delle “tre regine” avviato nella stagione scorsa) e Luisa Miller di Verdi, quest’ultima rappresentata in prima assoluta proprio al Teatro di San Carlo di Napoli nel 1849. Sempre per Napoli Verdi aveva approntato una versione in italiano del suo Grand-opéra Les Vepres Siciliennes (con altro titolo) opera che giunge a gennaio 2024 in una co-produzione con Palermo, Bologna e il Teatro Real di Madrid.

Dopo la riscoperta che ne fece Claudio Abbado negli anni ‘70 del secolo scorso, Simon Boccanegra è invece entrato nel grande repertorio di cui fa parte ovviamente Turandot di Puccini. Resta assai rara invece l’esecuzione della Gioconda di Ponchielli, altra co-produzione importante, in aprile, col Liceu di Barcellona. La musica del Novecento è ben rappresentata dalla ripresa del pluripremiato allestimento di Elekra di Richard Strauss e dal dittico Il castello di Barbablù di Béla Bartók e La voce umana di Francis Poulenc.

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