Le indagini che hanno affrontato l’effetto della musica sul cervello dei bambini, hanno convenuto che provoca una attivazione della corteccia cerebrale, in particolare le aree frontali e occipitali, che operano nella trasformazione spaziale. I primi tre anni di vita del bambino rappresentano un periodo importante per il futuro di ogni individuo, si è stabilito il rapporto speciale tra genitori e figli chiamato “attaccamento”. La musica può essere un veicolo per lo sviluppo del bambino che copre il cognitivo, sociale, emotivo, affettivo, motorio, linguistico e la capacità di leggere e scrivere. La musica gioca un ruolo importante nel processo di apprendimento degli studenti (in particolare l’educazione della prima infanzia), pertanto, insegnanti, istituzioni educative, i genitori e il personale sanitario dovrebbero conoscere il campo di applicazione e i benefici derivanti dal suo utilizzo. Sappiamo che il nostro cervello, alla nascita, ha già grandissime potenzialità: il suo sviluppo dipende da come lo stimoliamo e da cosa ci mettiamo dentro. Questo vale particolarmente nella prima infanzia, ma poi anche durante tutto il periodo in cui la formazione nervosa del cervello continua a maturare, per tutta l’adolescenza. In questo periodo gli stimoli e gli apprendimenti sono tanti. Si può anche fare terapia con la musica. I bambini hanno un predisposizione innata alle note e sin da piccolissimi, piace ascoltare musica e piace cantare.
La musica, quindi, stimola il processo di concentrazione e accresce la memoria, rafforzando il controllo della propria emotività e l’autostima. E’ dunque importante cantare per i bambini, fare loro ascoltare ogni tipo di musica, dalla quella classica al rock, poiché, un ambiente musicale stimolante condiviso in famiglia, l’ascolto attivo del bambino attraverso il movimento corporeo del ballo, è per lui un grande stimolo alla conoscenza di se stesso e delle proprie potenzialità.
Articolo pubblicato il: 3 Dicembre 2017 23:07