Il gradito ritorno di Evgeny Kissin sul palcoscenico del Teatro San Carlo è stato senza dubbio un evento di grande richiamo non solo per un teatro prestigioso come il San Carlo, ma anche e soprattutto per aver interpretato alcune delle più belle pagine della letteratura cameristica mondiale, affrontando un programma difficile, versatile e decisamente affascinante, con un eccellente quartetto d’archi, “rinunciando” alla sua consueta performance solistica, per la quale è conosciuto in tutto il mondo.
Il Quartetto n.1 in sol minore K478 per pianoforte di Mozart, ha aperto la serata, con questo “piacevole” e interessante quartetto d’archi, strutturato in tre movimenti, invece dei quattro classici tipici del quartetto, che all’epoca di Mozart, siamo nel 1785, questa insolita formazione musicale era un genere del tutto nuovo che il pubblico viennese non gradì assolutamente, nonostante una certa fluidità melodica che ritroviamo soprattutto nel primo movimento.
Con la seconda parte della serata il San Carlo ha raggiunto vette altissime di grande virtuosismo con il Quintetto n. 2 in la maggiore Op. 81 per pianoforte di Antonin Dvorak, una delle opere più riuscite sotto tutti i punti di vista, nonostante il pianoforte non fosse tra gli strumenti prediletti dall’autore. Tuttavia il suono strumentale tra pianoforte e archi è assolutamente perfetto, straordinario in ogni sua parte, sia nell’elemento popolare che lo caratterizza sia nella forma-sonata che qui è pienamente rispettata, con l’eccellente e impeccabile interpretazione degli artisti presenti sul palcoscenico che con estrema eleganza hanno raggiunto risultati lusinghieri, strappando lunghi e calorosi applausi da un pubblico soddisfatto ed emozionato che ha preteso più volte il consueto “bis”, subito concesso con cortesia e spiccata voglia di continuare a deliziare il pubblico, ormai in delirio.
Con l’ultimo bis della serata, nel quale hanno riproposto lo “Scherzo: Molto vivace” del terzo movimento che prende il nome di “Furiant” riferito alla vivace danza popolare boema, si è conclusa la serata al Massimo napoletano. Ascoltare artisti di questo calibro non capita certamente tutti i giorni e i fortunati presenti a questa memorabile serata, non dimenticheranno facilmente le emozioni che Kissin e il Quartetto Kopelman ci hanno regalato con la loro grande professionalità, maturità artistica e perché no, anche attraverso la loro spiccata simpatia.
Articolo pubblicato il: 25 Febbraio 2018 23:37