sabato, Aprile 20, 2024

Il “Ravello Festival” 2022 compie 70 anni. Serata inaugurale con l’Orchestra del San Carlo

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Carlo Farina
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Carlo Farina - cura la pagina della cultura, arte con particolare attenzione agli eventi del Teatro San Carlo, laureato in Beni culturali, giornalista.

Grande successo per la serata inaugurale del 70esimo Ravello Festival 2022, con l’Orchestra del Teatro San Carlo diretta da Jurai Valčuha, con un programma tutto wagneriano

Il violento nubifragio, breve ma intenso, che si è abbattuto sulla Campania, alla prime ore di questa mattina, non ha impedito ne ostacolato il regolare svolgimento del concerto di apertura della 70esima edizione del Ravello Festival 2022, che per l’occasione ha visto impegnata sullo spettacolare Belvedere di Villa Ruolo, l’Orchestra del Teatro San Carlo, diretta da Jurai Valčuha.Il "Ravello Festival" 2022 compie 70 anni. Serata inaugurale con l'Orchestra del San Carlo

Una scelta mirata e “obbligata” proprio come in quel lontano 18 giugno 1953, quando l’orchestra del Teatro di San Carlo di allora, inaugurò quello che sarebbe diventato, nel corso degli anni, il festival più bello e unico al mondo. A completare tale serata magica, anche il medesimo programma wagneriano di quella prima volta, che è stato preceduto da una piccola e gradevole cerimonia durante la quale è stato presentato l’annullo speciale realizzato in collaborazione con Poste Italiane.

Presente alla serata inaugurale, la governance della Fondazione Ravello e il Sindaco, Paolo Vuilleumier. L’atmosfera che si respirava già dalle prime ore del pomeriggio di venerdì 8 luglio 2022, era decisamente quella tipica della magia di Ravello, ma con una componente accessoria di notevole rilievo: da ben 70 anni, il Ravello Festival anima con grande passione, dedizione e professionalità, le serate incantevoli di questa deliziosa cittadina della Costiera Amalfitana, famosa in tutto il mondo e non solo per la musica.

 

A pochi minuti dall’inizio del concerto, si leggeva chiaramente sul volto dei numerosi fortunati presenti all’evento, una certa soddisfazione mentre percorrevano, compiaciuti, il lungo viale d’ingresso di Villa Ruolo che porta al celeberrimo belvedere dei giardini omonimi, della cui bellezza fu subito rapito Wagner, per l’aneddoto ormai ben noto.

Concerto non semplice per qualsiasi orchestra che è costretta ad esibirsi all’aperto, ma quella del San Carlo, il cui gradito ritorno a Ravello nella sua formazione completa ha assunto un valore aggiunto, ha dimostrato ancora una volta di aver grandi doti artistiche nonostante le insidiose raffiche di vento che, a tratti, hanno messo a dura prova la concentrazione e la resa acustica della stessa, entrambe superate brillantemente vista la ben nota intesa che oramai esiste da tempo tra i professori d’orchestra e il direttore Valčuha.

Tuttavia, un cielo gradevolmente nuvoloso, un timido arcobaleno tra il Monte Falerzio e il mare, e un delicato venticello hanno restituito alla platea, gremita in ogni ordine di posto, un’atmosfera onirica di grande suggestione, apparentemente creata apposta per la musica crepuscolare e misteriosa di Wagner.

Il concerto si è aperto con il Preludio del primo atto de I Maestri cantori di Norimberga, seguito dal Preludio e Morte di Isotta dal Tristano e Isotta, dall’Incantesimo del Venerdì Santo dal Parsifal, dal Mormorio della Foresta da Sigfrido, per terminare magicamente con l’Ouverture del Tannhäuser, che hanno fatto rivivere ancora una volta “Il Giardino di Klingsor”, con tutto il suo incanto solenne e seducente.

Nell’unico bis della serata, subito concesso dal direttore, ancora Wagner con il Preludio del terzo atto di Lohengrin. Con il suo solito tocco elegante, preciso e sicuro, il direttore Valčuha ha confermato l’ottima forma della “sua” orchestra che per molti anni ha diretto al Massimo napoletano, raffinando le doti degli eccellenti musicisti che la compongono, dagli archi, ai legni, dagli ottoni, alle percussioni, fino ad ottenere un suono “pulito”, convincente e perfettamente amalgamato sia dal punto di vista timbrico che armonico.

Per chi è abituato, come me, ad ascoltare questa orchestra sull’imponente palcoscenico del Teatro San Carlo, non può che esprimere giudizi più che favorevoli nei suoi confronti, soprattutto quando un direttore come Valčuha riesce ad ottenere, con il suo meticoloso e raffinato lavoro, il meglio da una compagine come questa, che ormai conosce profondamente da molti anni.

Nel finale di serata a sorpresa, sul palco, ha fatto la sua comparsa una grande torta raffigurante il logo di questa 70esima edizione. Sono stati il Presidente della Fondazione Ravello, Dino Falconio, il presidente del Consiglio di Indirizzo Lorenzo Lentini e il direttore artistico Alessio Vlad, a fare gli onori di casa e ad offrire a tutti gli ospiti il dolce omaggio.

“Ricordo, un tempo, nelle nostre case c’era la stanza degli ospiti dove c’era una cristalleria con oggetti luminosi che attiravano l’attenzione, era il pezzo forte della casa. – ha detto il Vicepresidente della Regione Campania, Fulvio Bonavitacola, durante il momento conviviale a fine serata – Era un modo di esprimere una bellezza, un prestigio. La Campania, come la nostra casa, ha la “cristalleria Ravello”. Non solo per la straordinaria bellezza paesaggistica ma anche per la storia culturale che ha accompagnato questo paese. È questo lo spirito con cui la Regione Campania sostiene e fa i suoi migliori al 70esimo Festival di Ravello”.

Sono già trascorsi 70 anni dal quel primo memorabile concerto del 1953, ma il “Ravello Festival” non sembra affatto stanco ne provato da tanta ininterrotta, fortunata e lungimirante attività artistica, ne riparleremo, allora, tra altri settant’anni, per il momento godiamoci questa prima grande serata inaugurale che ha sancito un lusinghiero successo di pubblico e di critica: chi ben comincia è già a metà dell’opera.  

 

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