giovedì, Marzo 28, 2024

I Gladiatori al MANN, la grande mostra che unisce archeologia e tecnologia

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Carlo Farina
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Carlo Farina - cura la pagina della cultura, arte con particolare attenzione agli eventi del Teatro San Carlo, laureato in Beni culturali, giornalista.

160 reperti nel Salone della Meridiana, per la mostra “Gladiatori”. Il Direttore Giulierini: “L’esposizione racconta non solo il mito, ma anche la dimensione umana dei Gladiatori”.

La Mostra-evento 2021 al Museo Archeologico Nazionale di Napoli, ormai sempre più importante, interessante e soprattutto stimolante, infatti è stata da poco allestita una significativa mostra nella grande Sala della Meridiana che vuole coniugare l’archeologia e la tecnologia per raccontare un mito di tutti i tempi, attraverso un progetto scientifico che, senza sacrificare il rigore metodologico, unisce istituzioni italiane e straniere con un condiviso percorso di conoscenza. La mostra si potrà visitare fino al 6 gennaio 2022.

I Gladiatori al MANN, la grande mostra che unisce archeologia e tecnologia
Un momento dell’allestimento della mostra I GLADIATORI presso il Museo Archeologico nazionale di Napoli.
ph. Mario Laporta/KONTROLAB

Il cuore pulsante dell’allestimento di tale mostra è senza dubbio rappresentato dai ben centosessanta reperti che, sistemati nel Salone della Meridiana, sono il risultato di suggestivi tasselli per un lungo e affascinante viaggio di ricerca suddiviso in sei sezioni. 

1) Dal funerale degli eroi al duello per i defunti

E’ una sorta di viaggio a ritroso nel tempo per intraprendere il percorso di visita infatti, la prima sezione della mostra rintraccia, nei riti funerari e nei combattimenti in onore dei defunti, gli elementi che costituiscono gli antecedenti delle esibizioni dei Gladiatori. Per questa sezione, si parte naturalmente dal celebre Vaso di Patroclo (340-320 a.C.), già appartenente alle collezioni del MANN: il cratere fu scoperto casualmente a Canosa nel 1851, all’interno di una monumentale sepoltura sotterranea destinata ad ospitare le spoglie di un cavaliere.I Gladiatori al MANN, la grande mostra che unisce archeologia e tecnologia

Il vaso, alto oltre un metro e mezzo, presenta una ricca decorazione: la scena principale si sviluppa su tre registri e si ispira all’Iliade di Omero. Il centro della raffigurazione è occupato dalla pira che, identificata dalla scritta “Patroklou taphos” (tomba di Patroclo), era stata fatta preparare da Achille per il funerale dell’amico morto. In questa sezione, inoltre si può anche ammirare il rilievo con scena di combattimento di Gladiatori (I sec. a.C.), rinvenuto a Roma sulla via Ostiense: il reperto, custodito al Museo Nazionale Romano e proveniente da un antico monumento funerario, è messo in dialogo con l’opera di Francesco Morelli, che riproduce la decorazione ormai perduta della tomba pompeiana detta di Umbricio Scauro. 

2) Le armi dei Gladiatori

Si tratta dei numerosi reperti (tra questi, elmi, scudi, schinieri, spallacci, cuspidi di lancia, pugnali, spade), che soltanto sporadicamente vengono esposti all’Archeologico nella loro completezza, ma che entreranno a far parte adesso del nuovo ed ampliato allestimento pompeiano del MANN: nella sua varietà e ricchezza infatti, fu proprio questa raccolta ad essere fonte d’ispirazione per il celebre film sui Gladiatori di Ridley Scott con Russel Crowe. 

I Gladiatori al MANN, la grande mostra che unisce archeologia e tecnologia
Oggetti in mostra al Museo Archeologico Nazionale di Napoli durante la mostra I GLADIATORI.
ph. Mario Laporta/KONTROLAB

La preziosa collezione rappresenta la più celebre raccolta di armi di epoca romana giuntaci dall’antichità fino ai nostri giorni: nel Settecento, fu ritrovata Pompei nel Quadriportico dei Teatri, adibito a Caserma dei Gladiatori dopo il terremoto del 62 d. C. Un questo allestimento, quindi, possiamo ritrovare dei veri e propri capolavori, che testimoniano quanto le armi dei gladiatori siano quasi delle vere e proprie creazioni artistiche, visto che sono caratterizzate da un articolato e gradevole sistema decorativo. Infatti, a questo proposito, gli studiosi hanno osservato che la collezione pompeiana includesse anche esemplari da parata, e non necessariamente indossati durante i violenti scontri. Nella sezione, vi sono anche diversi reperti legati ai momenti musicali che accompagnavano le gare dei Gladiatori: tra questi, sempre da Pompei, alcuni cornua del I sec. d.C. ed una copia moderna di una doppia tibia da un originale del I sec. d.C. (il prestito è dal Museo della Civiltà Romana). Caratterizza la sezione, infine, un’imperdibile incursione nell’arte contemporanea: al genio di Giorgio De Chirico è affidata la suggestiva rappresentazione pittorica “Gladiatori e arbitro III” (1931, Udine, Casa Cavazzini). 

 

3) Dalla caccia mitica alle venationes

Questa sezione è dedicata alle “venationes” che rappresentavano il momento di apertura degli spettacoli dei gladiatori. Istituite nel 186 a.C. da Marco Fulvio Nobiliore e restate in voga sino al tramonto dell’Impero (l’ultimo spettacolo di questo genere fu organizzato sotto Teodorico nel 523 d.C.), i combattimenti nelle arene rivestivano un profondo valore politico, culturale e simbolico. Infatti, queste ultime incarnavano proprio le grandi virtù di tenacia e coraggio e si cimentavano negli scontri con gli animali dopo un duro allenamento: si calcola che circa due milioni e mezzo di fiere, che provenivano da diverse regioni dell’Impero (Africa Settentrionale, Asia Minore, Germania), furono ammazzate in oltre cinque secoli di lotte. Molto significativa la scenografia in cui si svolgevano le “venationes”: nelle arene erano allestiti veri e propri spettacoli, con fondali ed ambientazioni di matrice storica e mitologica e gli animali feroci, con cui solitamente si cimentavano gli i cacciatori, erano bufali, orsi, leoni ed elefanti. Tra le sette opere esposte in questa sezione della mostra, voglio segnalare la lastra Campana con scena di venatio nel circo (Museo Nazionale Romano); l’opera, che fa parte di un fregio realizzato tra 40 e 60 d.C., raffigura una caccia nel Circo Massimo, riconoscibile dalla colonna sormontata da una statua e da altri elementi architettonici.

4) Vita da Gladiatori

In questa sezione, la presenza dei numerosi reperti permettono di ricostruire in modo piuttosto attendibile le caratteristiche peculiari del  gladiatore, infatti partendo da alcuni e specifici aspetti della dimensione più “lontana dall’arena” possiamo studiare l’alimentazione, la medicina e la chirurgia, l’individuo e la morte, legate all’individuo citato. 

I Gladiatori al MANN, la grande mostra che unisce archeologia e tecnologia
Allestimento sezione anfiteatri

Nell’allestimento, pertanto, sono presenti alcuni reperti di archeobotanica del MANN come orzo, favino, lenticchie e farro, di provenienza vesuviana e databili intorno al I sec. d.C. I Gladiatori avevano una dieta molto povera di proteine animali e basata, piuttosto, su cereali e legumi: non a caso, i combattenti furono definiti hordearii, mangiatori di orzo. Questa tipologia di alimentazione sembrava favorire la formazione di grasso corporeo, che potesse proteggere meglio dai violenti attacchi dei nemici; accanto ai cibi, secondo Galeno (medico in una palestra di Gladiatori), si aggiungeva una mistura tonica di cenere ed ossa, per fornire una buona capacità di resistenza nei duelli. 

In mostra, possiamo trovare pertanto alcuni suggestivi reperti, che testimoniano le pratiche mediche e chirurgiche più seguite: tra gli esemplari esposti, necessario menzionare il coperchio decorato della cassetta medicale (Ercolano, I sec. d.C.), la cassetta medicale in bronzo, l’astuccio con strumenti, la pinza da dentista, la pinza e la ventosa chirurgica, il flebotomo e tre strigli decorati con gladiatori (tutti questi ultimi esemplari provengono da Pompei e sono databili al I sec. d.C.). 

5) Gli Anfiteatri della Campania

Diverse e particolari le peculiarità che possiamo trovare in questa quinta sezione dove, per la prima volta, grazie ad un progetto realizzato da Altair 4 Multimedia, sono state ricostruite virtualmente le sequenze di affreschi che adornavano l’Anfiteatro di Pompei.

I Gladiatori al MANN, la grande mostra che unisce archeologia e tecnologia
Oggetti in mostra al Museo Archeologico Nazionale di Napoli durante la mostra I GLADIATORI. ph. Mario Laporta/KONTROLAB

Queste pitture, scoperte tra il 1813 ed il 1815, abbellivano il muro di separazione tra l’arena e le gradinate dell’edificio, tuttavia le opere non ebbero lunga vita a seguito del loro ritrovamento, perché, dopo un primo danneggiamento da parte di ignoti, crollarono definitivamente nel 1816. Si deve a Francesco Morelli, che ne riprodusse i dettagli con le proprie tempere esposte in mostra, la successione fedele dei sei pannelli figurati: tra le singole rappresentazioni, vi erano otto sezioni dipinte a squame ed a finto marmo, separate da erme, Vittorie su globo e candelabri metallici su fondo rosso.

Suggestiva l’iconografia riproposta nell’antico Anfiteatro: negli affreschi, vi erano la scena di apertura di un munus, le quattro cacce tra animali ed i due gladiatori collocati ai lati dell’ingresso. L’innovativa ricostruzione di Altair 4 Multimedia, basandosi sulle opere di Morelli, parte dal confronto virtuale tra l’Anfiteatro come è oggi e l’edificio del passato: è un volo di uccello che accompagna la progressiva ricomposizione digitale dell’edificio, “svelato” anche nel proprio legame con il contesto urbano adiacente. Ancora dedicato a Pompei, è il modello in sughero dell’Anfiteatro, realizzato da Domenico Padiglione ad inizio del XIX secolo e restaurato proprio in occasione dell’exhibit sui Gladiatori: il prototipo è posto in dialogo con il celebre affresco della rissa tra Pompeiani e Nocerini, opera appartenente alle collezioni del MANN.  I Gladiatori al MANN, la grande mostra che unisce archeologia e tecnologia

6) I Gladiatori “da per tutto”

Questa sezione della mostra segue, ed è dedicata alla fortuna dei Gladiatori tra dimensione domestica ed arte; da non perdere, tra gli oggetti della loro vita quotidiana, alcuni reperti delle collezioni del MANN come le tre lucerne pompeiane con rappresentazioni di gladiatori (da Pompei, I sec. d. C.) ed il bronzetto di gladiatore che combatte contro il proprio fallo trasformato in pantera (da Ercolano, I sec. d.C.); suggestive anche le tre coppe pompeiane con venationes e duelli tra gladiatori (I sec. d.C.). Straordinario culmine della mostra è il Mosaico pavimentale di Augusta Raurica (fine secondo sec. d.C.).

I Gladiatori al MANN, la grande mostra che unisce archeologia e tecnologia
Oggetti in mostra al Museo Archeologico Nazionale di Napoli durante la mostra I GLADIATORI.
ph. Mario Laporta/KONTROLAB

L’opera fu rinvenuta nel 1961, duranti gli scavi nell’Insula 30 del sito archeologico di Augusta Raurica e sorprese gli scopritori per l’estensione della superficie (6,55 X 9,8 metri). Questo Mosaico è esposto al MANN, così come nella prima tappa della mostra all’Antikenmuseum und Sammlung Ludwing di Basiliea, dopo la campagna di restauro sul reperto.

Dopo la presentazione delle sei sezioni appena descritte, arriviamo alla parte più integrante dell’itinerario di questa mostra che è rappresentata senza dubbio dalla cosiddetta “settima sezione” tecnologica che, intitolata significativamente proprio  “Gladiatorimania” e stata allestita nel Braccio Nuovo del Museo e costituisce un vero e proprio strumento didattico e divulgativo per rendere accessibili a tutti, adulti e ragazzi, i diversi temi di questa incredibile mostra.I Gladiatori al MANN, la grande mostra che unisce archeologia e tecnologia

 Infatti, dal piano terra del Braccio Nuovo del Museo e oltrepassando un ingresso che ripropone le suggestioni dell’accesso in un Anfiteatro realizzato da Scenografie Rubinacci, è possibile seguire, in due distinti livelli, un suggestivo racconto incentrato su diversi e interessanti temi, qui di seguiti elencati:

  • l’addestramento;
  • la dieta dei Gladiatori ed il cibo del pubblico;
  • il combattimento;
  • le armature, i luoghi dei giochi e le venationes;
  • i conforts in anfiteatro;
  • la cura del corpo in anfiteatro: tra profumi e ferite;
  • la fortuna dei Gladiatori;
  • Gladiatori in gioco. 

Contrassegnano questo interessante percorso, finalizzato per definirne la natura divulgativa dello stesso, i disegni, firmati da Mario Testa (Scuola Italiana di Comix) ed inclusi nella pubblicazione Panini dedicata ai Gladiatori.

I Gladiatori al MANN, la grande mostra che unisce archeologia e tecnologia
ph. Mario Laporta/KONTROLAB

In realtà Gladiatorimania” è un itinerario off, che, prima o dopo aver visitato l’allestimento nel Salone della Meridiana, permette di raccontare i Gladiatori anche grazie alle più innovative tecnologie della comunicazione. L’allestimento della sezione “Gladiatorimania” è firmato dall’architetto Silvia Neri con lo scenografo Paolo Pariota; il progetto grafico è di Francesca Pavese con Sintesi Studio. I testi sono di Valentina Cosentino e Rosaria Perrella. I Gladiatori al MANN, la grande mostra che unisce archeologia e tecnologia

I contenuti multimediali, così come le ricostruzioni virtuali dell’Anfiteatro di Pompei, sono stati inseriti nel quadro di interventi promossi nell’ambito del PON sulla digitalizzazione (PON CULTURA E SVILUPPO FESR 2014/20- Progetto “Digitalizzazione di fondi librari, archivistici e documentari cartacei custoditi dal MANN e informatizzazione dei relativi dati informatici”). I Gladiatori al MANN, la grande mostra che unisce archeologia e tecnologia

«Idoli delle folle, bramati dalle donne e protagonisti di storiche ribellioni, i gladiatori furono baciati da una fama che già alla loro epoca varcò i confini delle arene e che nel corso dei secoli si è ulteriormente ingigantita», dice il direttore del MANN, Paolo Giulierini «Basta pensare ai tanti film che ne hanno spettacolarizzato le vicende o al ruolo che il termine stesso ha assunto nel nostro vocabolario e nella quotidianità.  Quante volte abbiano definito ‘gladiatori’ gli idoli dello sport e del calcio in particolare? E “Gladiatori del nostro tempo”  sono certamente donne e uomini coraggiosi che si battono per  portare al successo nobili missioni, primi tra tutti  gli  operatori sanitari  in lotta contro Covid-19.  La mostra ha l’ambizione di raccontare non solo il mito, ma anche la dimensione umana del gladiatore: non ne nasconde gli elementi più duri, ma li inserisce in una cornice più ampia, rivelando gli uomini sotto gli elmi e il contesto storico in cui vivevano. Da un certo punto di vista, è l’ esposizione più sofferta e simbolica che abbiamo realizzato al MANN: come gli antichi gladiatori, oggi ci sentiamo tutti un po’ feriti e sofferenti. Ma, prendendo spunto dal loro coraggio e dalla loro tenacia, siamo pronti a rialzarci». 

“Gladiatori”, inoltre, conclude un percorso di ricerca che ha previsto la collaborazione con il Parco Archeologico di Pompei per la realizzazione di itinerari espositivi sui legami tra l’antica città vesuviana e gli Egizi, i Greci, gli Etruschi e Roma: quest’ultima tappa è rappresentata da “Pompei 79 d.C. Una storia romana”, in programma al Parco Archeologico del Colosseo, cui il MANN ha prestato un consistente nucleo di importanti reperti. I Gladiatori al MANN, la grande mostra che unisce archeologia e tecnologia

La mostra “Gladiatori” è stata promossa con il sostegno della Regione Campania e avrà approfondimenti ad hoc nell’Ecosistema Digitale per la Cultura della Regione Campania  (https://cultura.regione.campania.it); partner dell’esposizione  è Intesa Sanpaolo. Il progetto scientifico dell’allestimento è a cura di Valeria Sampaolo (già Conservatore presso il Museo Archeologico Nazionale di Napoli), mentre il coordinamento è di Laura Forte (Responsabile Ufficio Mostre al MANN ed Archivio Fotografico del MANN). L’allestimento della mostra è firmato dall’architetto Andrea Mandara con Claudia Pescatori; il progetto grafico è di Francesca Pavese. 

Infine abbiamo anche un’ulteriore sezione dedicata ai più giovani che è stata denominata “Gladiatori” per ragazzi

Una giornata da Gladiatore: parte da un’unità temporale, che svela le tante attività per organizzare gli spettacoli nell’anfiteatro, il racconto illustrato dell’originale volume di Franco Cosimo Panini Editore. La pubblicazione, dedicata a bambini e ragazzi dagli otto anni in su, nasce da un progetto e da un’idea dei Servizi Educativi del MANN (Responsabile: Lucia Emilio/ staff: Elisa Napolitano ed Annamaria Di Noia), con la collaborazione dell’Ufficio Mostre (Laura Forte); le illustrazioni sono firmate da Mario Testa per la Scuola Italiana di Comix. La narrazione si sviluppa su piani diversi, che si intrecciano grazie alla suggestione dei disegni ed alla proposta di quiz didattici e giochi a tema: la cornice della storia è rappresentata dalle avventure dell’editor Marcus Lucretius Rufus, organizzatore di spettacoli di Gladiatori. 

In una giornata tipo, il personaggio deve selezionare i combattenti, scegliere ed allestire l’anfiteatro dove farli sfidare, predisporre i momenti di intrattenimento musicale e selezionare le fiere per le venationes: durante queste attività, il protagonista ha l’occasione di aprire vere e proprie finestre di approfondimento dedicate ai giovani lettori. Al lettore, tocca anche la possibilità di entrare nelle maglie nel racconto: le pagine “colora le venationes”, “crea il tuo gladiatore con gli stickers del libro” o il cruciverba a tema rappresentano un modo concreto per imparare senza rinunciare alla fantasia del gioco e del disegno. 

#Siamotuttigladiatori: la programmazione culturale legata alla mostra

A cura del Servizio Educativo e Ricerca del MANN, saranno organizzati laboratori didattici, Incontri di Archeologia “Speciale Gladiatori”, conferenze con personaggi del mondo dell’arte e dello spettacolo; nell’ambito del festival ArcheoCineMANN, sarà proposta anche una rassegna cinematografica in rete con la Mediateca Santa Sofia di Napoli: “Gladiatori”, infatti, non è solo una mostra, ma un vero e proprio collettore di suggestioni, da “tradurre” in diversi itinerari di conoscenza. 

L’hashtag #Siamotuttigladiatori accompagnerà la programmazione, al momento non ancora definita nei giorni e negli orari, a causa delle attuali disposizioni in materia di eventi in presenza. La mostra “Gladiatori” sarà anche accompagnata da alcune iniziative che nasceranno dalla rete con altre istituzioni culturali: previsti, infatti, percorsi di approfondimento realizzati in collaborazione con la Direzione Musei della Campania con un focus nel Museo del Gladiatore dell’Anfiteatro Campano di Santa Maria Capua Vetere; dall’antica Capua, infatti, ebbe inizio la rivolta di Spartaco, che guidò i lottatori tenuti in condizione di schiavitù da Lentulo.

Ancora, presso l’Anfiteatro di Pozzuoli verrà realizzato un percorso espositivo e multimediale, dal titolo “Proiezioni”: un racconto dei luoghi fondato sulla fusione  delle suggestioni e delle informazioni veicolate da media diversi, seppur complementari,  quali le forme scolpite del marmo, le riproduzioni digitali, le evocazioni sonore.​ In occasione di “Gladiatori” sarà anche riattivata, alla riapertura del MANN, la Slide Door che, promossa nell’ambito del progetto Slide World, collegherà in tempo reale il Museo Archeologico Nazionale di Napoli con il Parco Archeologico del Colosseo

Prevista anche la nascita di una nuova partnership tra il MANN e lo Zoo di Napoli: presso lo Zoo sarà possibile individuare, grazie alle grafiche dedicate, il legame tra gli animali del presente e del passato, con un rimando alla mostra del Museo. Per l’estate, in programma incontri e laboratori (feeding time exhibit)  con cibo in una sagoma a forma di Gladiatore.

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