venerdì, Aprile 19, 2024

I 200 anni de L’infinito di Giacomo Leopardi: celebrazioni in tutta Italia

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Luigi Maria Mormone
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Luigi Maria Mormone, cura la pagina di cronaca su Napoli e provincia, attualità e sport (pallanuoto, basket, volley, calcio femminile ecc.), laureato in Filologia Moderna, giornalista.

L’infinito: tributo del Miur e delle scuole per i 200 anni dalla scrittura di una delle opere più importanti nella storia della letteratura.

L’infinito di Giacomo Leopardi, una delle opere più belle della storia della letteratura, compie 200 anni. I quindici endecasillabi del poeta di Recanati conservano intatto il loro fascino, per cui in tanti credono ancora che “il naufragar m’è dolce in questo mare”.

Una ricorrenza importante, quella del doppio secolo, che meritava di essere celebrata degnamente, con iniziative in tutta Italia, come ad esempio un flash mob nella piccola piazza del Sabato del Villaggio, davanti alla casa del poeta cui hanno partecipato duemila studenti insieme al ministro dell’Istruzione dell’Università e della Ricerca, Marco Bussetti: “Leopardi è stato un genio. Nelle sue opere ha espresso e indagato le domande e le questioni centrali per ogni uomo. I suoi testi sono universali, superano secoli e confini geografici. Continuano a parlarci ancora oggi, a duecento anni di distanza. Noi abbiamo il dovere di testimoniare la modernità e l’importanza del suo pensiero e della sua produzione.

Il centro di questa festa della poesia è stato il Centro è Recanati, dove sono stati premiati gli studenti vincitori del concorso dedicato al bicentenario, cui ha preso parte anche l’erede del poeta, la contessa Olimpia Leopardi: “Mi è sembrato giusto ambientare l’iniziativa nella piazzetta del Sabato del Villaggio collegandola simbolicamente a tutte le piazze italiane per trasformarle da luogo in cui la gente passa ignorandosi o addirittura urtandosi, in uno spazio di condivisione spirituale nel segno della bellezza per costruire insieme un futuro “oltre la siepe“.

L’infinito: 15 endecasillabi che hanno cambiato la storia della letteratura

Sempre caro mi fu quest’ermo colle,
E questa siepe, che da tanta parte
Dell’ultimo orizzonte il guardo esclude.
Ma sedendo e mirando, interminati
Spazi di là da quella, e sovrumani
Silenzi, e profondissima quïete
Io nel pensier mi fingo, ove per poco
Il cor non si spaura. E come il vento
Odo stormir tra queste piante, io quello
Infinito silenzio a questa voce
Vo comparando: e mi sovvien l’eterno,
E le morte stagioni, e la presente
E viva, e il suon di lei. Così tra questa
Immensità s’annega il pensier mio:
E il naufragar m’è dolce in questo mare.

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