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Nuovo governo, cosa deciderà Sergio Mattarella?

Sergio Mattarella: si attendono le decisioni del Presidente della Repubblica, visto che il M5S (nonostante il 33%) non ha i numeri per un governo stabile.

Quale governo per l’Italia? È la domanda che si stanno ponendo in molti dopo le elezioni. Il Movimento 5 Stelle è il primo partito, con il 33% dei consensi, mentre il centrodestra è la prima coalizione con oltre il 37%, con la Lega avanti a Forza Italia (17% rispetto al 14% del partito di Silvio Berlusconi). La coalizione di centrosinistra fa invece registrare il 22%, col Partito Democratico che però si tiene sotto la soglia del 20%. Perciò, nonostante l’ottimo risultato, il M5S non ha al momento numeri tali da formare un governo stabile. Complessi dunque gli scenari che si profilano, visto che, per ottenere una maggioranza, bisognerà trovare alleanze che al momento sembrano di difficile composizione. Si attendono le consultazioni che il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, terrà con le parti interessate, col Movimento che parte comunque da una piccola posizione di vantaggio. Anche se il centrodestra è la prima coalizione, sembra davvero improbabile che un partito che supera abbondantemente il 30% (e il cui candidato premier Luigi Di Maio si dice pronto a governare) non sia messo in condizione di farlo o quantomeno provarci. Forza Italia, Lega, Fdi e Noi per l’Italia, infatti, sono sì la prima coalizione e avranno insieme un numero di seggi superiore al M5S. Sono però lontani dal 40% cui avevano puntato e che anche in chiave uninominale gli avrebbe garantito un surplus di seggi. Senza contare che il fatto che Matteo Salvini abbia superato Silvio Berlusconi non solo rischia di cambiare gli equilibri ma potrebbe non favorire l’unità del centrodestra. Due gli scenari. Il primo è un governo M5s-Lega, con Salvini che si sgancia dal centrodestra. È l’ipotesi che piace meno al Colle, perché un esecutivo sostenuto da due forze “antisistema” aprirebbe un nuovo fronte con l’Europa. Il leader della Lega, tuttavia, esclude “governi tecnici, di scopo, a tempo, istituzionali, non partecipiamo a governi minestrone. Sarà mio dovere ascoltare, capire e valutare altre posizioni, non mi piace cambiare squadra a partita in corso. Il governo tocca a noi di centrodestra”. Il secondo scenario è quello di un esecutivo M5S-Pd, ma passa necessariamente per la caduta di Matteo Renzi (che parlerà oggi alle 17). A quel punto, l’intesa tra Cinque stelle e l’ala sinistra del Pd e Liberi e Uguali diventerebbe percorribile. Il capogruppo dem alla Camera, Ettore Rosato, (promotore della discussa nuova legge elettorale), esclude al momento accordi futuri: “Noi siamo alternativi al M5S –ha affermato- se hanno i numeri governeranno e noi staremo all’opposizione, mai al governo con loro”. Dal canto loro, i pentastellati, che mai erano scesi a patti con i partiti, sono adesso aperti al dialogo: “Le coalizioni non hanno i numeri per governare – dice Di Maio- ma siamo aperti al confronto con le altre forze politiche, a partire dalle nomine per i presidenti delle Camere. Sono fiducioso che il Presidente guiderà questo momento con autorevolezza e sensibilità”. Sullo sfondo resta l’ipotesi per cui, con il governo Gentiloni che rimane in carica, si ritorni alle urne. I dubbi, insomma, sono davvero tanti e l’impressione è che si debba assistere allo stesso film “post-elettorale” visto nel 2013 (con all’epoca Giorgio Napolitano Capo dello Stato).

Articolo pubblicato il: 5 Marzo 2018 16:08

Luigi Maria Mormone

Luigi Maria Mormone, cura la pagina di cronaca su Napoli e provincia, attualità e sport (pallanuoto, basket, volley, calcio femminile ecc.), laureato in Filologia Moderna, giornalista.