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Grande successo di “Fedra” al Teatro Grande di Pompei

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“Fedra” di Seneca, ultimo spettacolo della Rassegna di Drammaturgia Antica promossa dal Teatro Stabile di Napoli. La celebre tragedia greca è andata in scena al Teatro Grande di Pompei, per due giorni consecutivi il 22 e 23 luglio 2017. 

di Carlo Farina – Con la messa in scena della tragedia greca “Fedra” di Seneca, tradotta da Maurizio Bettini, è terminata la prima rassegna di Drammaturgia Antica Pompeii Theatrum Mundi, ultimo spettacolo in cartellone di questa nuova e fortunata rassegna teatrale che il Teatro Stabile di Napoli ha prodotto e realizzato in collaborazione con il Parco Archeologico di Pompei. Grande successo di "Fedra" al Teatro Grande di PompeiNon poteva terminare nel migliore dei modi questa preziosa rassegna di drammaturgia antica, proponendo uno spettacolo di grande successo, un successo ancora una volta decretato da un pubblico sempre attento, numeroso e sensibile a manifestazioni di questo genere, con la presenza tra l’altro anche del Sindaco di Napoli, De Magistris. Fedra quindi, il grande evento che ha caratterizzato queste due serate del 22 e 23 luglio 2017, dove una bella e convincente regia di Carlo Cerciello, ha permesso di realizzare uno spettacolo dai contorni vivi e decisamente soddisfacenti, con i bellissimi costumi di Alessandro Ciammarughi e le scene di Roberto Crea. Fedra, interpretata dalla brava attrice Imma Villa, rappresenta l’irrazionale ribellione di una donna verso le convenzioni sociali, che identifica attraverso la figura del figliastro Ippolito, di cui s’innamora e che resterà schiacciato dall’ignobile calunnia architettata dalla perfida nutrice, interpretata da un’altrettanta brava Bruna Rossi, che, “per ragion di stato” invano cercherà almeno di salvare l’onore della regina cretese, moglie di Teseo. Grande successo di "Fedra" al Teatro Grande di PompeiSuperba e possente la prova del bravo e grande Fausto Russo Alesi che in questo spettacolo veste i panni dei due principali protagonisti, Ippolito e Teseo, ai quali dà voce e gesta di grande effetto scenico, dalla nobile e innocente figura di un “Ippolito” felice, alla feroce prima e struggente poi disperazione di Teseo per aver fatto uccidere il figlio Ippolito, ingiustamente accusato di aver sedotto Fedra. In un lungo delirio di struggente dolore, dopo essere scampato alla morte, vede tutta la sua famiglia distrutta. Fedra, infatti, per la disperazione e l’insopportabile peso della falsa calunnia, non esita a uccidersi con la stessa spada di Ippolito, unendosi simbolicamente almeno nella morte con il figliastro amato e calunniato. Lo spettacolo è stato caratterizzato dalla suggestiva e fattiva presenza del coro dell’Accademia d’Arte del Dramma Antico, sezione scuola di Teatro “Giusto Monaco”, che sulle preziose indicazioni del bravo regista già citato, hanno animato un’interessante spettacolo che il numeroso pubblico presente ha seguito con attenzione e “religioso” silenzio. Fortunata dunque e convincente questa prima rassegna di drammaturgia antica 2017, che si è consumata nel suggestivo e millenario Teatro Grande degli Scavi di Pompei e che ci auguriamo posso ripetersi anche l’anno prossimo con lo stesso successo di pubblico e critica. All’anno prossimo dunque con la Seconda rassegna di Drammaturgia Antica del Teatro Stabile, di Napoli.

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