sabato, Aprile 20, 2024

Al Ridotto del Mercadante Chiara Baffi con la Serao secondo Massarese

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Giuseppe Giorgio
Giuseppe Giorgio
Caporedattore, giornalista professionista, cura la pagina degli spettacoli e di enogastronomia

“Il ventre di di Napoli- parte seconda”, firmato da Alberto Massarese e portato in scena da una Chiara Baffi ancora una volta in aggraziata e godibile sintonia con il personaggio della Serao, convince e piace.

di Giuseppe Giorgio – E’ partendo da quella affermazione “bisogna sventrare Napoli” espressa dal Ministro Depretis dinanzi al drammatico ammasso del popolo napoletano dopo il colera del 1884, che Matilde Serao, ancora oggi, con la sua inchiesta giornalistica intitolata “Il ventre di Napoli” sembra gridare la miseria di una città ferma nel tempo.

Una miseria intollerabile e incompresa così come narrato nelle pagine del romanzo della celebre scrittrice e giornalista napoletana che in questi giorni, al Ridotto del Mercadante, trova nuovo vigore nella messinscena scritta e diretta da Alberto Massarese e interpretata da Chiara Baffi.

Prendendo spunto da quella mesta denuncia pronunciata dalla Serao nella seconda parte del lavoro composta vent’anni dopo il colera e tesa all’analisi del fallimento di quell’illusorio  progetto di risanamento, Massarese, ripercorre alla sua maniera quelle stesse strade indicate dalla immortale Donna Matilde, inseguendo quel suo grido di protesta contro un govero ottuso e senz’anima.

Tant’è che superando il tempo,  l’autore e regista  conferma come, anche nel presente, quei cambiamenti fatti a colpi di piccone continuano a rivelarsi un inutile e beffardo paravento contro un degrado umano e sociale immutabile nei secoli. Grazie ad un adattamento perfettamente in equilibrio tra la recitazione e le immagini attuali di quegli stessi incriminati luoghi, Massarese, documenta con il suo inconfondibile stile, tra drammaturgia e cinematografia, tutte le terribili contraddizioni urlate dalla Serao.

Con l’attrice Chiara Baffi  piacevolmente impegnata nell’affabulare il pubblico con la rappresentazione di una scrittrice prigioniera della sua stessa città. O meglio, insisivamente alle prese con la caritatevole trasfigurazione di una  portentosa cronista che lentamente e pesantemente trascina quelle stesse gabbie e catene della plebe napoletana, il lavoro firmato Massarese, coinvolge e conquista.

Con i video che mentre catturano le immagini dell’artista protagonista un attimo dopo la liberano per consegnarla nuovamente al pubblico nella sua realtà, tra lirismo e razionalità, teatro e video, la rielaborazione che completa il cilco dedicato dallo Stabile di Napoli alla Serao, consegna allo spettatore la possente e imbarazzante modernità di un testo in grado di oltrepassare il tempo.

Mettendo a confronto il passato con il presente e trascinando gli orrori descritti dalla fondatrice de Il Mattino in un delicato meccanismo fatto di metafore e sensi figurati per una Napoli eternamente afflitta e malata, Massarese, riscrive di fatto, corredandola di documentaristici filmati, la precisa sintesi della discesa agli inferi di una Partenope condannata dal suo stesso destino.

Con le riprese di Emilio Costa, il disegno luci di Carmine Pierri, le scene di Rosita Vallefuoco, i costumi di Luciana Donadio e Angela Frongillo e la collaborazione dell’Accademia di Belle Arti di Napoli, l’adattamento de “Il ventre di di Napoli- parte seconda”, firmato da Alberto Massarese e portato in scena da una Chiara Baffi ancora una volta in aggraziata e godibile sintonia con il personaggio della Serao, convince e piace. E ciò, sia per la funzionale commistione tra il recitato e il visivo, sia per la vivace espressività conferita ai temi prodigiosamente contemporanei dell’opera originaria.

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