giovedì, Aprile 25, 2024

Gli occhi della tigre: la caratteristica che manca e contro la quale il Napoli puntualmente sbatte

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Gianmarco Giugliano
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Gianmarco Giugliano, cura la pagina dello sport calcio di 2ANews, laureato in Giurisprudenza, scrittore e giornalista.

A fine 2020 fu fatto un sondaggio da Radio Kiss Kiss dal quale emerse che l’allenatore del “decennio” per i tifosi era stato Walter Mazzarri. Non Sarri e non Benitez.

La più grande rovina per una squadra di calcio, soprattutto di vertice, è quella di scendere in campo con la presunzione di essere superiori all’avversario e di poter, col maggiore tecnica individuale, riuscire a portare a casa i tre punti.

A fine 2020 fu fatto un sondaggio da Radio Kiss Kiss dal quale emerse che l’allenatore del “decennio” per i tifosi era stato Walter Mazzarri.

Non Sarri che aveva deliziato col suo calcio spettacolo le platee d’Italia, non Benitez che aveva portato i “campioni” ma il pratico e dinamico Mazzarri.

E con lui il riconoscimento lo prendono i vari Aronica, Campagnaro, Fabio Cannavaro, Gargano, Pazienza, calciatori che, tecnicamente, valevano molto meno di coloro che, ieri, a Verona, sedevano in panchina; giocatori che, come ingaggio, percepivano un terzo di coloro che ieri erano in campo.

Perché quel sondaggio ha visto vincere Mazzarri?

La mia risposta è semplice: perché il “suo” Napoli aveva voglia di arrivare, di emergere, di guadagnarsi il rispetto degli avversari e della critica; e non lo faceva a parole o dietro elucubrazioni tattiche: lo faceva sul campo, correndo e dannandosi l’anima singolarmente e per i compagni.A fine 2020 fu fatto un sondaggio da Radio Kiss Kiss dal quale emerse che l’allenatore del “decennio” per i tifosi era stato Walter Mazzarri. Non Sarri e non Benitez.

Questo è quello che amano e che vogliono i tifosi del Napoli: non Coppe o qualificazioni (che se vengono ben vengano) ma impegno, sudore, voglia di vincere. In poche parole “gli occhi della tigre” tanto per prendere in prestito una celebre frase di uno dei film di Rocky.

I giocatori pocanzi citati avevano voglia di uscire dall’anonimato, qualcuno era sceso in serie C pur di vestire la maglia del Napoli; qualcuno voleva spiccare il volo verso le grandi squadre europee (vedi Cavani e Lavezzi), qualcuno sapeva, invece, che il Napoli sarebbe stata l’occasione della vita per non rimanere, appunto, un calciatore anonimo. E quella squadra correva, lottava e contro ogni avversario cacciava “the eye of the tiger”.

Ieri c’erano calciatori che hanno lasciato solo Di Marco in area; c’erano calciatori che camminavano a mo’ di scampagnata; altri che guardavano il cross basso di Zaccagni andare verso Barak restando fermi quasi a dire: “ma mica fanno gol…”; altri che “ballavano” in area prima del terzo gol di Zaccagni come se il pallone fosse qualcosa da evitare o da lasciare ai compagni così come era successo per il raddoppio dello Spezia.A fine 2020 fu fatto un sondaggio da Radio Kiss Kiss dal quale emerse che l’allenatore del “decennio” per i tifosi era stato Walter Mazzarri. Non Sarri e non Benitez.

È normale, quindi, che al tifoso vengano in mente i vari Grava che salvava i palloni sulla linea di porta mentre sugli spalti già si era pronti al gol avversario, i Maggio che dilaniavano mentalmente gli avversari con la loro corsa “intelligente” e ficcante, i vari Aronica che senza nessuna dote tecnica aveva la capacità di lottare e “sottomettere” alla sua grinta avversari di calibro nettamente superiore.

Se anche si perdeva, il tifoso non ne faceva un dramma perché aveva visto “gli occhi della tigre”. Così come, quest’anno, a Milano contro l’Inter la squadra è stata elogiata per aver messo in campo tutta la cattiveria (di cui quindi è capace) in inferiorità numerica contro i nerazzurri.

Quando invece si vedono squadre avversarie come Spezia, Torino, Verona ed anche l’Empoli in Coppa Italia che scendono in campo con quella grinta che tu dovresti avere, ecco che il tifoso ruggisce e giustamente si infervora.

È la presunzione che infastidisce. È il vedere ragazzi tecnicamente validi che hanno meno voglia degli avversari che fa imbestialire il tifoso o almeno parte di loro.

Quando Benitez portò gli “scarti” del Real (Albiol, Higuain e Callejon), quei giocatori, mentalmente, proprio perché avevano giocato nel Real Madrid, erano abituati ad affrontare squadre che scendevano in campo per disputare la partita della vita perché contro i blancos, tutti giocano la partita della vita. Ed a queste sfide devi entrare in campo preparato alla lotta mentalmente perché il tuo avversario vuole dimostrarti il suo valore, proprio come il Napoli di Mazzarri.

Sia ad Ancelotti che ora a Gattuso è mancata proprio questa componente: gli occhi della tigre.

Per Sarri la qualità del gioco aveva fatto la differenza e la grinta degli avversari veniva spesso umiliata dal palleggio di prima intenzione. Sappiamo, però, bene che la squadra di Sarri era costruita per far bene in campionato, quindi giocando una volta a settimana, mandando a benedire le altre competizioni (e la bacheca di quei tre fantastici anni è tristemente vuota).A fine 2020 fu fatto un sondaggio da Radio Kiss Kiss dal quale emerse che l’allenatore del “decennio” per i tifosi era stato Walter Mazzarri. Non Sarri e non Benitez.

Gattuso ha ridato un’anima alla squadra facendola riappropriare delle sue conoscenze tattiche col 433 dopo i vani tentativi di Ancelotti di “responsabilizzare” i calciatori ad una lettura dei momenti topici delle partite, ma non è riuscito a riportare la rapidità delle giocate e la grande bellezza. Quest’anno ha voluto dare una sua impronta col 4231 ma, sinceramente, questo campionato forzato nel calendario dal COVID, senza la possibilità di allenamenti tecnici e tattici, non era, forse, adatto ad esperimenti del genere.

Se inizialmente le squadre sono rimaste sorprese dalla novità tattica di Gattuso (vedi Parma dal 60’; Genoa ed Atalanta) col tempo ne hanno capito i difetti ed i punti deboli lasciando in mano a Gattuso una squadra incompiuta ed oggi anche insicura.

Senza scendere in scelte tecniche di cui solo l’allenatore, stando a contatto con i ragazzi, può fare, mi chiedo perché quella che poteva essere una grande forza tattica per il Napoli sia diventata una debolezza. Chiarisco: questa squadra ha dimostrato di poter giocare sia col 433 che col 4231; non si potevano alternare i due schemi in relazione agli avversari ed alla loro maniera di giocare? In un campionato così strano ed assurdo per ritmi, l’alternanza dello schema poteva e doveva essere un’arma in più e non un limite mentale.

Detto questo penso che ADL farà finire la stagione a Gattuso chiarendogli che, in caso di non raggiungimento del quarto posto, la valigia è bella e pronta: con una “rosa” del genere non si può non raggiungere l’obiettivo.

Se Gattuso dovesse fallire, allora, credo sia giusto ripartire da allenatori che non solo hanno dimostrato di far giocare a calcio le proprie squadre ma che hanno la voglia di misurarsi in realtà più grandi. Parlo di Juric, Pippo Inzaghi, Italiano, De Zerbi e, perché no anche quell’Alessio Dionisi che tanto bene sta facendo ad Empoli.

Il terzo posto è a soli tre punti con una partita da recuperare: questa squadra ce la può fare ma ad una sola condizione: gli occhi della tigre… gli occhi della tigre, gli occhi della tigre.

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