Torna nella prestigiosa Sala del Toro Farnese del Museo Archeologico di Napoli (MANN) il Festival Barocco Napoletano, con Ensemble barocco Accademia Reale diretta dal M° Giovanni Borrelli. Ospite il soprano Erin Wakeman, punta di diamante di questo interessante e appassionato appuntamento di Musica Barocca
Lunedì 4 aprile, nella Sala del Toro Farnese, alle ore 18.00, si potrà rivivere ancora una volta l’emozione e la passione che un piccolo gruppo di valenti musicisti e di autorevoli estimatori della grande musica del Seicento, trasmette ormai da cinque anni attraverso questo importante e prezioso Festival Barocco Napoletano, che mira alla diffusione, alla salvaguardia e alla conoscenza del vastissimo patrimonio musicale, di quella che fu la grande Scuola Barocca Napoletana, dove ormai affezionati amanti della musica ma anche semplici curiosi di questa rara arte musicale, affollano con rinnovato interesse, la splendida Sala del Toro Farnese del Museo Nazionale di Napoli.
Questa volta l’appuntamento è per Il Ballo delle Ingrate, si tratta di un ballo “in genere rappresentativo” su testo di Ottavio Rinuccini da Madrigali guerrieri et amorosi (1638) di Claudio Monteverdi.
Il 4 giugno 1608 venne rappresentato nel palazzo ducale di Mantova Il Ballo delle Ingrate, uno dei capolavori nel nuovo “genere rappresentativo” del musicista di corte Claudio Monteverdi (1567-1643).
Pubblicato nell’Ottavo Libro de’ Madrigali, e formato da trentaquattro composizioni divise in altrettante due sezioni di pari peso, lo spettacolo fu scritto per i festeggiamenti in occasione delle nozze di Francesco Gonzaga con Margherita, infante di Savoia, che avevano visto la sera prima la messinscena della celebre Arianna, opera che purtroppo è andata in gran parte perduta.
Nella finzione scenica Venere e Amore si presentano a Plutone per chiedere di liberare dall’oltretomba le anime di quelle donne (le “ingrate”) che in vita avevano rifiutato l’amore e i rituali del corteggiamento ma solo per il tempo necessario a indurre le dame presenti a non fare altrettanto.
Il rimpianto del cielo sereno e delle stelle luminose adombrerà di una profonda, malinconica rassegnazione il ritorno nell’Ade. Nella rievocazione di questa sera si immagina che le dame, nel loro breve ritorno in vita, si uniscano ai cavalieri per celebrare di nuovo e per l’ultima volta una festa di corte, così da rendere ancora più struggente il loro ultimo attimo di felicità.
In questo Ballo è interessante notare che Monteverdi nel comporre lo stesso, abbia fatto tesoro della esperienze compiute durante i numerosi viaggi intrapresi con il duca Gonzaga nel 1595 e nel 1599; alcuni studiosi, inoltre, hanno ipotizzato che ne Il Ballo delle Ingrate forse Monteverdi ha lasciato in suo unico esempio di “balletto alla francese”. Tuttavia quest’ultima considerazione non dovrebbe sorprendere più di tanto se pensiamo che il testo del “Ballo” è di Ottavio Rinuccini, non solo librettista di aria fiorentina ma anche e soprattutto frequentatore assiduo della corte di Parigi.
Voglio inoltre segnalare che una delle pagine più toccanti del “Ballo” è un delizioso canto di Amore e Venere, Ecco ver noi l’addolorate squadre, che annuncia proprio l’entrata delle donne Ingrate, caratterizzato da un forte e spiccato senso di pietà, che viene sottolineato dal bellissimo testo del Rinuccini “Miserelle, o miserelle”; e ad un certo punto le Ingrate, con gesti lamentevoli e significativi, iniziano a danzare con passi gravi, seguendo la meravigliosa musica altrettanto grave ma nella stesso tempo anche nobile e perfettamente in linea con il clima drammatico della vicenda, in riferimento alla colpa della donne “Ingrate” che non hanno corrisposto agli uomini lo stesso amore con il quale questi ultimi, le hanno amate.
PROGRAMMA
CLAUDIO MONTEVERDI (1567-1643)
Il ballo delle Ingrate (1608)
Balletto semi-drammatico in genere rappresentativo
(libretto di Ottavio Rinuccini)
Entrata
FABRITIO CAROSO (1527-1605)
Dolce amoroso foco
da Il Ballarino (1581) su musica di P.F. Caroubel
Pavaniglia
CLAUDIO MONTEVERDI
Moresca da L’Orfeo, favola in musica (1607)
***
CLAUDIO MONTEVERDI
Sì dolce è il tormento. Madrigale a voce sola e basso
da Quarto scherzo delle ariose vaghezze (1624)
ANDREA FALCONIERI (1685 – 1656)
Sinfonia detta la buon’hora
da Il primo libro di Canzone, Sinfonie, Fantasie, Capricci, Brandi, Correnti, Gagliarde,Alemane, Volte per violini e viole con il basso continuo (Napoli 1650)
CESARE NEGRI (1535-1605)
Alta Mendozza
da Le Gratie d’Amore (1602) su musica di G. G. Gastoldi
ANDREA FALCONIERI
Passacalle da Il primo libro di Canzone, Sinfonie, Fantasie, ……(Napoli 1650)
GIROLAMO FRESCOBALDI (1583-1643)
Se l’aura spira tutta vezzosa
da Primo libro d’arie musicali per cantarsi (Firenze 1630)
FABRITIO CAROSO
Chiara Stella da Il Ballarino (1581)
ANDREA FALCONIERI
Folias echa para mi Señora Doña Tarolilla de Carallenos
da: Il primo libro di Canzone, Sinfonie, Fantasie… (Napoli 1650)
CLAUDIO MONTEVERDI
Dal mio Permesso amato da L’Orfeo, favola in musica (1607)
MARCO UCCELLINI (1603-1680)
Aria quinta Sopra La Bergamasca, da Sonate, arie et correnti, op. 3 (1642)
CLAUDIO MONTEVERDI
Il ballo delle Ingrate (1608)
Balletto semi-drammatico (libretto di Ottavio Rinuccini)
Ensemble barocco Accademia Reale
Erin Wakeman, soprano
Giovanni Borrelli, violino barocco e direzione
Isabella Parmiciano, violino barocco
Carmine Matino, viola barocca
Francesco Scalzo, violoncello barocco
Tina Soldi, clavicembalo
Antonio Anastasia, percussioni
Angela Jannuzzi, drammaturgia e recitazione
Gruppo di Danze storiche Danzar Gratioso
Paola Cassella, Giulio D’Amore, Fabio De Bardi, Patrizia Sarzi,Daniela Zappa, danzatori
Ricostruzioni coreografiche di B. Sparti, G. Giordano, B.Gondoni e A. Francalanci rielaborate da Il Danzar Gratioso