sabato, Aprile 20, 2024

Licantropa, performance di Slobodanka Ciric tra i lupi di Liu Ruowang in piazza Municipio

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“Licantropa”, un evento artistico diviso tra la metafora e le immagini ideato dalla performer Slobodanka Ciric. Venerdì 26 giugno alle ore 10.00, in piazza Municipio.

Con una nuova ventata artistica capace simbolicamente di spazzare via le ultime tracce della drammatica pandemia, sarà la performer Slobodanka Ciric a proporre il prossimo venerdì 26 giugno alle ore 10.00, in piazza Municipio, un evento artistico diviso tra la metafora e le immagini, intitolato “Licantropa”.

Una performance che avrà come scenario la famosa installazione “Wolves Coming” dell’artista cinese Liu Ruowang. Realizzata con il patrocinio morale del Comune di Napoli e la collaborazione dell’ Assessore alla Cultura e al Turismo del Comune di Napoli, Eleonora De Majo, l’evento ruoterà intorno all’opera del pittore e scultore Ruowang (considerato uno dei massimi esponenti dell’arte contemporanea della Cina) artefice della singolare invasione in piazza Municipio di un branco di cento lupi famelici.

Il progetto beneficia dell’approvazione del Dottor Matteo Lorenzelli, della galleria milanese “Lorenzelli Arte”, curatore dell’esposizione e unico soggetto giuridico autorizzato a gestire l’istallazione dell’artista Liu Ruowang; nonchè del benestare della società “Black Tarantella” fondata dal general manager Andrea Aragosa che tanto impegno ha profuso per la sistemazione dell’ opera in piazza Municipio.

Licantropa, performance di Slobodanka Ciric tra i lupi di Liu Ruowang in piazza Municipio
artista Liu Ruowang

Scaturito da un’idea di Slobodanka Ciric, “il progetto – come spiega la stessa della scrittrice, artista e performer – è nato grazie ai buoni auspici iniziali di un personaggio caro al mondo culturale napoletano come, Nino Daniele e vedrà i cento lupi di Ruowang legati tra loro con dei nastri raffiguranti i colori dell’arcobaleno (un segnale di distensione e speranza a seguito di un periodo negativo) mantenuti da una figura di licantropa “generatrice del mondo” da me stessa impersonata”.

“La performance– aggiunge l’artista Ciric- vede il lupo come un animale amato e temuto, padrone inconsapevole di una simbologia fortemente discussa, un archetipo che affascina e intimorisce incarnando in se stesso opposti apparentemente stridenti e del tutto complementari che fanno parte della conoscenza e della natura stessa dell’essere umano. Secondo la mitologia più antica, il lupo possiede due polarità distinte: una solare e maschile, legata ai culti di Zeus e di Apollo e Marte, e una lunare, femminile, legata al culto di Artemide e di altre divinità. Il lupo, quindi, incarna la doppia veste di bestia selvaggia dispensatrice di morte e distruzione, e al tempo stesso iniziatore e portatore di conoscenza. L’idea di realizzare questo progetto nasce dall’approfondimento del culto della sacra lupa Zafuantus di cui le radici affondano nella notte dei tempi.

Si pensa che originariamente si fosse sviluppato in alcune piccole tribù della Gallia Transalpina, più precisamente nella regione celtica. Quello che sappiamo su questo culto ci è stato lasciato da alcuni esploratori romani. Il culto prevedeva l’adorazione di una divinità zoomorfa con fattezze di lupo e umane femminili.

Zafuantus è il nome che le venne attribuito dai romani, quello originario del culto non ci è pervenuto. Gli adoratori credevano che Zafuantus fosse la generatrice del mondo e che gli uomini fossero discendenti dei lupi. Alcuni sostengono che proprio da questo antico culto i romani presero spunto per la leggenda della Lupa capitolina.

Sono numerosissime le testimonianze della presenza di culto del lupo anche nel napoletano come per esempio tra gli irpini, il cui nome deriva dal termine osco Hirpus, lupo, come narra il geografo, storico e filosofo greco, Strabone: «Viene il popolo degli irpini, anch’essi di ceppo sannita. Ricevettero questo nome dal lupo che fece da guida alla loro migrazione: i Sanniti chiamano ‘hirpos’ il lupo».

Considerando il simbolismo del lupo nelle popolazioni europee, la sua associazione con la sacralità nel territorio irpino (la leggenda di San Guglielmo da Vercelli, fondatore del Santuario di Montevergine che ammansueta un lupo), e la sua funzione di guida per le popolazioni italiche, si può asserire che questa figura appartenga sia alla luce dell’età dell’oro, sia alle tenebre dell’età della decadenza.

Di conseguenza, agendo da artista, mi sembrava doveroso catturare ed immortalare la luce di un momento particolare di Napoli, che dal punto di vista culturale potevamo definire, età dell’oro. Poi è arrivato il Covid19 e il mondo si è fermato.

La crisi multidimensionale causata dall’attuale pandemia agisce come una potente rivelazione del tempo presente e della nostra fragile natura di esseri viventi. Abbiamo ricevuto una grande lezione di vita e ora fare pace con la natura diventa un bisogno urgente. Il simbolo di lupo e della sua duplice natura mai come ora assurge al simbolo di convivenza pacifica tra l’uomo e la natura”. 

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