venerdì, Marzo 29, 2024

Morto Preston, simbolo di cambiamento per il giornalismo degli anni 2000

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Maria Sordino
Maria Sordinohttps://www.2anews.it
Maria Sordino - cura la pagina della sanità, sociale, attualità, è laureata in Scienze Biologiche, scrittrice.

È morto a 80 anni Peter Preston, dal 1975 al 1995 direttore del giornale inglese The Guardian. Le sue innovazioni hanno rivitalizzato molti giornali europei alla fine degli Anni 80.

È morto per un melanoma Peter Preston, autore e giornalista inglese (23 Maggio 1938 – 6 Gennaio 2018). È stato direttore del The Guardian dal 1975 al 1995. Fu sua l’idea di creare un supplemento di approfondimento chiamato G2, piegato in formato tabloid dentro il giornale, una soluzione poi imitata, persino nel titolo, da molti giornali. Preston inventò anche gli articoli a domanda e risposta, una formula utile per spiegare in semplici parole situazioni complesse, che La Stampa adottò per prima in Italia.
Durante la sua direzione La Stampa aveva siglato con il Guardian un accordo di libero scambio di articoli, che privilegiava i vantaggi di una reciproca collaborazione sugli utili. Il Guardian pubblicava i testi che l’ex segretario del Pcus Michail Gorbaciov scriveva in esclusiva per La Stampa, oltre a servizi di particolare rilevanza. La Stampa beneficiava di molti articoli di taglio liberal sulla politica inglese e di reportage di qualità da numerosi paesi del mondo.
Ma Preston fece anche di più. Il suo giornale dimostrò che si potevano pubblicare grandi foto in prima pagina e sorridere delle cose più serie. Preston ha spianato la strada al cambiamento dei giornali europei, alle riduzioni di formato della fine del secolo, all’uso del colore, a un modo diverso di presentare e consumare le notizie.
Aveva però un carattere complesso, una personalità forte e impositiva, che si spiega forse con i mesi che passò da bambino in un polmone d’acciaio dopo avere contratto la poliomielite che aveva ucciso suo padre e che gli lasciò una dolorosa invalidità alle braccia.
Molti quotidiani europei oggi hanno un debito di riconoscenza nei suoi confronti per aver beneficiato della sua versatilità, del suo istinto giornalistico, del suo talento per l’innovazione e del suo coraggio nell’applicarla.
(Fonte: La Stampa del 7 gennaio 2018 – modificato)

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