giovedì, Aprile 25, 2024

Emilio Fede nuovo direttore artistico del Teatro Bolivar

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Giuseppe Giorgio
Giuseppe Giorgio
Caporedattore, giornalista professionista, cura la pagina degli spettacoli e di enogastronomia

Una nuova immagine per il Teatro Bolivar che punta sulla cultura che avrà come emblema e direttore artistico un personaggio come Emilio Fede.

Storica sala cinematografica del quartiere Materdei è stato nell’aprile del 2007, grazie al progetto del patron Toni De Luca e al concept architettonico di Bob Wilson, che lo spazio del “Bolivar” diventò Teatro inaugurando la sua nuova epoea con un cantautore come Gino Paoli. Oggi, undici anni dopo, a fare notizia  è il nuovo look che il patron De Luca intende offrire al suo teatro per la prossima stagione. Una nuova immagine, insomma, che puntando sulla cultura, avrà come emblema e direttore artistico un personaggio come Emilio Fede. “Per la prossima annata artistica – ha detto il patron del Bolivar, Toni De Luca abbiamo inteso offrire allo spazio un aspetto proiettato verso la cultura. E ciò con una serie di spettacoli impegnati e tanti appuntamenti di carattere sociale studiati apposta per la nostra città da un maestro del giornalismo come Emilio Fede.

Emilio Fede nuovo direttore artistico del Teatro BolivarLo stesso che grazie al suo immenso know-how professionale, che lo ha addirittura visto alle prese con la cronaca del primo sbarco dell’uomo sulla luna, metterà a punto per Napoli e i napoletani un cartellone fatto di grande teatro, musica classica, presentazioni di libri, dibattiti e confronti dall’impatto sociale”.

E così, dopo le affermazioni del patron De Luca a proposito dell’arrivo in teatro di Emilio Fede, è stato lo stesso giornalista a illustrare il suo nuovo impegno rispondendo  ad alcune domande.

A quale parte di Napoli, direttore Fede, si rivolgerà il suo cartellone? 

A quella parte della società che ama la città di Napoli considerandola capofila di cultura. Nel nuovo cartellone del Teatro Bolivar, saranno ospitate delle novità capaci di superare i confini locali e di diventare interessanti anche per il resto del mondo.  Mi soffermerò ad analizzare la vita popolare portando in teatro le immagini di una città generosa e propensa alla solidarietà per staccarla dalla continue falsità di cui è vittima. Per questa stagione, farò tesoro della celebre frase di Eduardo: “Adda passà ‘a nuttata”, sperando che la stessa veramente passi mettendo al servizio della gente il mio contributo di giornalista con sessanta anni di esperienza. Un giornalista che è stato in prima linea dopo la strage a Nassiriya e che non ha alcuna riserva verso la gente semplice”.

Su cosa punterà in particolare per il suo nuovo programma artistico?

Attraverso un teatro che sarà sinonimo di storia punterò sulla voglia di fare conoscere quella parte di Napoli di cui poco si parla. Un cartellone, il mio, che non trascurerà di certo l’informazione e che ospiterà personaggi legati alla cultura e alla solidarietà. In controtendenza con la famosa frase ‘Vedi Napoli e poi muori’,  io presenterò la storia di una città sulla quale non calerà mai il sipario. Una Napoli che nulla avrà a che vedere con la parola morte e che proporrà la lingua partenopea, alla pari di quella italiana,  come forma di espressione universale”.

Come è avvenuto il suo incontro con Toni De Luca del Bolivar?

L’incontro è avvenuto grazie ad un personaggio che nell’accogliermi a Napoli ha  fatto rinascere in me un nuovo interesse per una città che è presto diventata la mia seconda patria.  E’ stato lui a farmi conoscere De Luca ed è stato lui, quale paladino di cultura e informazione, a spronarmi verso un incarico che mi impegna e mi stimola. Per me, non ci saranno guadagni. Mi basterà coprire le spese di viaggio! Perchè in questa fase della mia vità, dove è giusto fare bilanci, mi farà piacere tirare le somme nel nome di quella storia dell’informazione che io per tanti anni ho rappresentato. Napoli, lo ripeto, è un grande spettacolo su cui non sarà mai scritta la parola fine. Sarà bello, dunque, affrontare questo nuovo lavoro e sarà bello ricordare di quando, ancora in servizio alla Rai, fui uno dei pochi giovani a portare a termine l’incarico ricevuto di intervistare Eduardo De Filippo”.

 

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