Critica&Teatro

Tra Pop Rock e irriverenza Elio e le storie tese conquista il Bellini

Al Teatro Bellini Elio e le storie tese conquista il pubblico con lo spettacolo “Mi resta solo un dente e cerco di riavvitarlo”. Due sole serate per la tappa napoletana del tour.

Elio e le Storie Tese, il gruppo musicale italiano dedito al pop rock, fondato a Milano da Stefano “Elio” Belisari nel 1980, è arrivato al Teatro Bellini. Due sole serate per la tappa napoletana del tour dedicato allo spettacolo “Mi resta solo un dente e cerco di riavvitarlo”, dove , prodotti da Hukapan e Imarts e diretti dal regista Giorgio Gallione, i turbolenti e ribelli artisti della surreale formazione hanno portato in scena la loro comicità estrema e a tratti demenziale.
Tornando insieme in compagnia dell’ormai inseparabile cantante Paola Folli, gli irrequieti Elio, Faso, Cesareo, Christian Meyer, Vittorio Cosma, Jantoman e Mangoni, al pubblico partenopeo, così come annunciato, hanno proposto un itinerario musicale diviso tra il passato e il presente, fino a comporre uno schema semplificato e ragionato sulla nostra realtà.
O meglio, fino a creare la stesura di un saggio che, partendo dalla famosa “Terra dei Cachi”, ha compreso tutta l’ironia e la filosofia di coloro che con il nome di “Elio e le storie tese” continuano a sparare bordate di artiglieria pesante contro un’Italia di “bellimbusti modaioli e adrenalinici o di improbabili ammaestratori di cozze, di onorevoli poco onorati o di coltivatori biologico/transgenici, di bizzarri animali da bestiario fantastico e di hippies ormai imbolsiti e fuori tempo massimo”.
Tra canzoni come Unanimi; La terra dei cachi; Arriva Elio; Uomini col borsello (ragazza che limoni sola); Supergiovane; Il vitello dai piedi di balsa; Valzer transgenico; Pork & Cindy; Servi della gleba; La follia della donna; Parco Sempione; Cameroon; Gimmi I.; Storia di un bellimbusto; Il vitello dai piedi di balsa reprise; Urna; Born to be Abramo; Arrivederci; Out into the daylight e Tapparella; il gruppo musicale ha ancora una volta offerto al pubblico un’occasione di sfogo fatta anche di monologhi, numeri musicali, performance personali e un pizzico di follia.
Per gli spettatori, a prendere corpo, neanche a dirlo, è stato uno spettacolo irriverente, capace, attraverso la musica e la lotta a quella tipica noia interiore dei nostri tempi, di mettere in atto un vero attacco all’imperante ovvietà del pensiero omologato di oggi.

Articolo pubblicato il: 3 Novembre 2023 8:57

Giuseppe Giorgio

Caporedattore, giornalista professionista, cura la pagina degli spettacoli e di enogastronomia