giovedì, Marzo 28, 2024

Cresce l’occupazione ma è lavoro precario

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La ripresa accelera e il mercato del lavoro recupera i livelli occupazionali della situazione pre-crisi. Crollano gli autonomi. Ecco le professioni ‘vincenti’.

“Dal 2013 al 2016 sono stati attivati 40 milioni 68 mila rapporti di lavoro alle dipendenze mentre ne sono cessati 39 milioni 152 mila con un saldo di 916 mila posizioni in più nei quattro anni”. Lo sottolinea il rapporto congiunto su “Il Mercato del Lavoro: verso una lettura integrata” diffuso da Ministero del Lavoro, Istat, Inps, Inail e Anpal. La ripresa dell’occupazione, inoltre, “è rilevante per il lavoro dipendente e nel settore privato dell’economia mentre continua il declino del lavoro indipendente e della amministrazione pubblica” che fa segnare un calo di 220 mila unità di lavoro fra il 2008 e il 2016 “a causa del lungo blocco del turnover”.

Secondo il rapporto, il tasso di occupazione per i 15-34enni è diminuito di 10,4 punti rispetto al 2008 a fronte di un aumento di 16 punti per i 55-64enni e di 1,5 punti per i 65-69enni. Negli ultimi 2 anni tuttavia la condizione dei giovani mostra un miglioramento: dopo 8 anni di calo, il tasso di occupazione dei 15-34enni torna a crescere nel 2015 e soprattutto nel 2016 (+0,1 e +0,7punti) in particolare per 25-29enni.

La ripresa accelera e il mercato del lavoro recupera, in buona parte, i livelli occupazionali della situazione pre-crisi: nel primo semestre del 2017 il numero di occupati si avvicina ai livelli del 2008, mentre in termini di ore lavorate il gap è ancora rilevante, essendo legato più strettamente alla dinamica del Pil.

La fase di ripresa economica è associata ad una intensa dinamica dei flussi delle attivazioni e delle cessazioni dei rapporti di lavoro alle dipendenze: dal 2013 al 2016 sono stati attivati 40 milioni 68 mila rapporti di lavoro alle dipendenze mentre ne sono cessati 39 milioni 152 mila, con un saldo di 916 mila posizioni in più nei quattro anni. La crescita si concentra in 125 professioni (oltre 1 milione 300 mila posizioni in più) a fronte della diminuzione o della stabilità per le altre 385 professioni (calo di 381 mila posizioni). Le professioni “vincenti” comprendono competenze e settori di attività diversi: da addetti agli affari generali, a professioni nel comparto dell’istruzione (professori di scuola da pre-primaria a secondaria superiore) a occupazioni nell’Ict (analisti e progettisti di software, amministratori di sistemi, tecnici programmatori, esperti di applicazioni, ecc.) a professioni nel commercio e ristorazione (baristi, camerieri, commessi, tecnici alle vendite), fino agli addetti all’assistenza personale (badanti) come pure camionisti, addetti alla pulizia di uffici e braccianti agricoli.

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