Categorie Cronaca di Caserta

Disastro rifiuti, processo Resit: tempi lunghi per la sentenza d’appello

Resit: tempi lunghi nel processo d’appello per il disastro ambientale nella discarica di Giugliano.

C’è da attendere ancora per la sentenza del Processo d’Appello per il disastro ambientale avvenuto nella discarica Resit di Giugliano in Campania. Come riporta “Il Mattino”, ha lasciato infatti il presidente del collegio Domenico Zeuli, che aveva iniziato il processo l’anno scorso. La requisitoria doveva iniziare la scorsa settimana, ma un altro componente del collegio era stato trasferito ad altra sezione, quindi c’era stato il rinvio all’udienza prevista per oggi, in cui non si sono tenute attività particolari; il nuovo collegio dovrà infatti studiarsi le centinaia di pagine di faldoni di cui si compone il fascicolo dibattimentale, ed è probabile che le discussioni finali non inizino neanche nell’udienza del 5 aprile. Il collegio giudicante potrà basarsi sulla perizia depositata il primo marzo scorso e richiesta proprio dal presidente Zeuli nel novembre 2017.

Una perizia inquietante

Firmata da Silvia Bonapersona (ingegnere ambientale), Cesare Rampi (chimico) e Stefano Davide Murgese (geologo ambientale), da quella perizia emerge che la contaminazione del suolo sottostante è ancora in atto, visto che “le acque meteoriche continuano ad infiltrarsi nel corpo delle discariche generando un percolato che continua a compromettere la qualità dell’acqua di falda”. I periti mettono in risalto anche “l’assenza di adeguati presidi delle matrici ambientali” e che “non sono ancora completate le opere di messa in sicurezza permanente dei rifiuti mediante chiusura delle discariche” (nonostante la discarica sia sotto sequestro giudiziario da quasi 15 anni). Tra i rifiuti della discarica (sita in piena Terra dei fuochi), ci sono anche sostanze pericolose come fluoruri, cloroformio, tetracloroetilene, cloruro di vinile, benzene, dicloropropano. In primo grado la Corte di Assise di Napoli condannò a vent’anni di carcere l’avvocato Cipriano Chianese, ritenuto l’inventore delle ecomafie per conto dei Casalesi, a cinque anni e sei mesi l’ex subcommissario per l’Emergenza Rifiuti Giulio Facchi, stretto collaboratore di Antonio Bassolino, per il quale il pm aveva chiesto 30 anni di carcere. Condanne anche per gli imprenditori del clan attivi nel settore dei rifiuti, Gaetano Cerci (16 anni), i fratelli Elio, Generoso e Raffaele Roma (cui sono stati inflitti pene dai cinque anni e mezzo ai sei anni).

Articolo pubblicato il: 29 Marzo 2018 18:01

Luigi Maria Mormone

Luigi Maria Mormone, cura la pagina di cronaca su Napoli e provincia, attualità e sport (pallanuoto, basket, volley, calcio femminile ecc.), laureato in Filologia Moderna, giornalista.