giovedì, Marzo 28, 2024

Storie di Vini e Vigne da Cap’alice con Marina Alaimo, Diamante Renna Gaita, Marilena Bambinuto e Giuseppe Giorgio

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2Anews è un magazine online di informazione Alternativa e Autonoma, di promozione sociale attivo sull’intero territorio campano e nazionale. Ideato e curato da Antonella Amato, giornalista professionista. Il magazine è una testata giornalistica registrata presso il Tribunale di Napoli n.67 del 20/12/2016.

Un nuovo ciclo di incontri di Storie di Vini e Vigne al Ristorante Cap’alice a Via Bausan, Napoli. Due produttori dell’Irpinia con i loro vini straordinari, che rappresentano una Eccellenza della produzione Campana e dell’Enologia Italiana. Sono Diamante Renna Gaita con il Fiano di Avellino della Vigna della Congregazione 2009, 10, 13 e Marilena Bambinuto con Greco di Tufo 2012, 13, 14. La serata si è aperta con le note di degustazione dei Vini, attraverso le due verticali guidate dalla giornalista enogastronomica, Marina Alaimo. Marilena Aufiero, ha presentato il suo Greco di Tufo, il suo preferito, prodotto da una giovane Aziendaalice9 Cantina Bambinuto situata a Santa Paolina, in pieno areale della DOCG Greco di Tufo sin dal 2004. Bambinuto nel dialetto locale vuol dire “benvenuto” ed è proprio il caso di dirlo a questo bel bianco che ha il coraggio di rimanere se stesso, pronto a raccontare il suo territorio fortemente vocato per i vini bianchi. Le vigne nell’areale di Tufo dominano il paesaggio in ripida pendenza. Spesso è quasi difficile riuscire a camminare tra i filari in quanto il suolo è molto scosceso. L’estensione territoriale della Docg Greco di Tufo è piuttosto ristretta e poche sono le bottiglie prodotte. Marilena ha fatto la giusta scelta di specializzarsi nella produzione di questo vino, senza disperdere energie in altro, visto che lo sa interpretare così bene. Un Vino dalla spiccata vena minerale, di grande spessore, capriccioso e di grande personalità. Degustazioni di una selezione del 2012,13,14. Poi la presentazione del Fiano di Villa alice8Diamante, il cui nome è legato a quello di Antoine Gaita, vignaiolo campano-belga, conoscitore dei processi di Vinificazione. Biochimico esperto e sperimentatore, recentemente scomparso, fondò l’azienda, “ Vigna della Congregazione”nel 1996, con la moglie Diamante Renna sulla collina di Montefredane, provincia di Avellino, zona magica per il Fiano. Il territorio è molto fertile anche in precise scelte vendemmiali, e permette di ottenere una maturazione perfetta delle uve senza perdere troppa acidità, cosa che può avvenire solo in certe situazioni pedoclimatiche. Antoine Gaita e sua moglie sono riusciti a far conoscere in tutto il mondo il loro piccolo territorio di Montefredane per i suoi vini molto coinvolgenti e ben riconoscibili. Un vino che nelle migliori versioni può sedersi quasi con spavalderia allo stesso tavolo dei più grandi bianchi europei, che continuerà a raccontare le idee in qualche modo anarchiche dei suoi artefici. Vini emozionanti e di grande carattere, che rappresentano perfettamente le migliori qualità del suo bravissimo artefice. Nella serata degustazione di una selezione del 2009, 2010, 2013. Dopo le degustazione dei vini, il giornalista critico teatrale ed enogastronomico Giuseppe Giorgio, ha condotto un percorso enogastronomico raffinato attraverso il Teatro e le 1specialità culinarie partenopee da Viviani ad De Filippo. Si è parlato di un Teatro gioioso e ricco di vita, capace di esprimere con molta semplicità dei concetti profondi ed importanti come la FAME che permette di riscoprire la ricchezza di un genere teatrale che potrebbe essere elencato tra i più importanti beni immateriali del nostro paese. I Napoletani prima ”Mangiafoglie’’ citato in alcune note di Basile e Cortese e poi “ Mangiamaccheroni”. Il Pranzo nel teatro di Eduardo De Filippo protagonista essenziale nelle sue opere che costituisce un ruolo fondamentale. L’incontro, il confronto e lo scontro in famiglia, il momento in cui tutti i membri di una famiglia si ritrovano e si riuniscono con i loro disagi, i contrasti, la solitudine, l’incomunicabilità e forse anche i rancori. Un attenzione alle antiche osterie napoletane con la pasta e fagioli, maccheroni al pomodoro e la Pizza a portafoglio, Street Food Partenopeo. Poi l’osteria chiude e si trasforma in bottiglieria, cantina e mescita, dove gli uomini andavano a bere e giocare a carte. Si beveva vino buono dal fiasco impagliato, vino del Vesuvio. La serata è stata allietata da interessanti degustazioni Mediterranee a base di Risotto con zucca e pecorino bagnolese, Baccalà in umido con scarola e per i golosi, un Flan al cioccolato e castagne di Montella.

Dott.ssa Patrizia Zinno

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