venerdì, Aprile 19, 2024

Luisa Conte nella storia della città con il largo a lei dedicato

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Giuseppe Giorgio
Giuseppe Giorgio
Caporedattore, giornalista professionista, cura la pagina degli spettacoli e di enogastronomia

Il Largo dedicato a Luisa Conte servirà ai napoletani per ricordare colei che, una volta rimasta sola, tra sacrifici e indimenticabili commedie, riuscì a fare del suo teatro Sannazaro una leggenda.

di Giuseppe GiorgioA ventisei anni esatti da quel fatidico 30 gennaio del 1994, giorno in cui Luisa Conte decise di raggiungere quell’angolo di paradiso dedicato ai grandi artisti e alla brava gente, il largo a lei dedicato posto tra le eleganti via Filangieri e via dei Mille, servirà ai napoletani per ricordare colei che, una volta rimasta sola, tra sacrifici e indimenticabili commedie, riuscì a fare del suo teatro Sannazaro una leggenda.Luisa Conte nella storia della città con il largo a lei dedicato

Con il largo Luisa Conte, inaugurato alla presenza del Sindaco di Napoli Luigi De Magistris, dell’assessore con delega alla toponomastica Alessandra Clemente, delle nipoti d’arte Lara Sansone e Ingrid Sansone e dei tanti artisti accorsi, il nome dell’indimenticabile eroina del teatro viaggerà per sempre all’unisono con quello di una città dove l’arte della scena sopravvive soprattutto grazie alla memoria di un glorioso passato.Luisa Conte nella storia della città con il largo a lei dedicato

E così, scomparsa la regina del Sannazaro a immortalarla nel novero dei grandi napoletani sarà il pezzo di strada a lei dedicato che a pochi passi dal suo Teatro farà da simbolico anello di congiunzione tra passato e presente nel segno di un’arte impavida e irripetibile.

Luisa Conte, intanto, da lassù, osservando il largo a lei intestato di certo sorriderà, ricordando la figlia Brigida, il marito Nino, le nipoti Ingrid e Lara e le parole pronunciate da quest’ultima nel momento dello scoprimento della nuova iscrizione stradale. « Per noi -ha detto la novella portabandiera del Sannazaro- è un grandissimo onore e una grandissima emozione. Ritengo giusto che si ricordi un’artista che si è spesa tanto per la città di Napoli. Una città che ha smisuratamente amato preferendola a qualsiasi giro nazionale. Ricordo che le persone venivano da nonna al teatro Sannazaro come in pellegrinaggio”.Luisa Conte nella storia della città con il largo a lei dedicato

E sarà proprio il nuovo largo intestato a Luisa Conte a ribadire come a Napoli, alcuni personaggi sono destinati a restare costantemente vivi nei cuori dei partenopei, come esseri immortali e incancellabili.

Oggi, dopo che un volere supremo ed insindacabile decise di privare i napoletani della preziosa e passionale presenza sulla scena di Luisa Conte, il largo a lei intitolato servirà per fare posto alla memoria di una grande donna di teatro più che mai viva nel cuore e nella mente di tutti coloro che l’hanno amata e ammirata.Luisa Conte nella storia della città con il largo a lei dedicato

Luisa Conte, era nata a Napoli il 27 aprile del 1925 in via dei Tribunali. Nipote dell’attore Eugenio Fumo, già a dodici anni recitava e cantava nella compagnia di sceneggiate dello zio, la “Cafiero e Fumo” fino a quando, con l’appellativo di Luisina, si dedicò al Varietà. Partecipò per un lungo periodo a spettacoli e audizioni per Piedigrotta, privilegiando la Casa Editrice “La Canzonetta”.

Dopo aver sposato nel 1947, Nino Veglia, gia affermato artista che dopo il debutto del 1938 al teatro Apollo come “cantante di giacca” giungerà poi nelle compagnie di Eduardo De Filippo e Nino Taranto, la temeraria Luisa Conte, partendo con lui per l’ America del Sud, diede vita ad una compagnia di sceneggiate con Mafalda Cartes e Lidia Gaia, trionfando a Buenos Aires. Tornata in Italia, sempre con il marito, partecipò in sua compagnia a diverse formazioni musicali.

Nell’ottobre del 1953, grazie ad una messinscena per beneficenza di “Miseria e Nobiltà” svoltasi al teatro Mediterraneo con Eduardo De Filippo, la giovane Luisa mise in evidenza le sue infinite qualità di attrice tanto che, lo stesso Eduardo, notando la sua predisposizione per il grande teatro, la scritturò con il ruolo di prima attrice nella sua compagnia dove l’artista rimase per quattro anni prima di passare in quella di prosa di Nino Taranto.

Nel 1962, però, un nuovo incontro con Eduardo portò Luisa Conte a lavorare ancora una volta al suo fianco nella commedia “Il Figlio di Pulcinella” e, l’anno dopo, nello storico ciclo televisivo di “Peppino Girella.” Unita a Nino Veglia nella vita e sulle scene, fu proprio insieme a lui, che Luisa Conte riconsegnò il teatro Sannazaro ai Napoletani.

Dando fondo a tutti i risparmi, la coppia Veglia-Conte per la passionale idea rimase ben presto senza un lira, al punto da rendere persino necessario un ulteriore sacrificio dell’attrice che rinunciò senza esitazione ad un suo prezioso brillante.

Lo sforzo di Luisa e del marito Nino, tuttavia, fu premiato tanto, che dopo i difficili lavori di restauro, portati a termine con indescrivibili sforzi, la sera del 12 novembre del 1971, insieme, restituirono il Sannazaro ai napoletani amanti del teatro, portando in scena come lavoro inaugurale “Annella di Porta Capuana” di Gennaro D’Avino con la regia di Gennaro Magliulo.

Fu proprio il Teatro Sannazaro, scomparso nel frattempo il marito Nino, a collocare Luisa Conte direttamente nel cuore dei napoletani e a consegnarla alla storia locale. Dopo essere stato riportato agli antichi fasti, il Sannazaro, divenne di fatto il suo teatro, dove, rappresentando con successo autori come Viviani, Di Maio e Riccora, a capo delle sue grandi compagnie animate da personaggi come Ugo D’Alessio, Nino e Carlo Taranto, Pietro De Vico, Enzo Cannavale e Gennarino Paulmbo, vi recitò fino alla fine dei suoi giorni, non senza però aver fatto prima in tempo a incidere il suo nome nell’albo d’oro del teatro napoletano.

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