venerdì, Aprile 26, 2024

Applausi ed emozioni al Diana con la serata d’onore per Antonio Casagrande

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Giuseppe Giorgio
Giuseppe Giorgio
Caporedattore, giornalista professionista, cura la pagina degli spettacoli e di enogastronomia

Il Teatro Diana ha celebrato la sua arte con una serata d’onore, è lo stesso Casagrande, con parole pregne di maestria a consapevelozza, a tirare le somme di una esistenza interamente dedicata alla recitazione.

Antonio Casagrande fa sicuramente parte di quel novero di attori di cui si è perso lo stampo. Figlio di teatranti, dopo aver debuttato come cantante lirico e come attore nella compagnia di Eduardo De Filippo e dopo essersi, negli anni Sessanta, reso artefice del sovversivo personaggio di Don Liborio Occhialoni, ha sempre costellato la sua carriera di inimitabili interpretazioni divise tra il palcoscenico, il cinema e la televisione.

Applausi ed emozioni al Diana con la serata d'onore per Antonio CasagrandeApprezzato pure come regista e come doppiatore, ha prestato ad esempio, la sua voce anche ad Enrico Maria Salerno, lo straordinario attore rimane l’indiscusso protagonista di una delle stagioni più belle della storia dello spettacolo italiano.

Ed oggi che il Teatro Diana ha celebrato la sua arte con una serata d’onore,  è lo stesso Casagrande, con parole pregne di maestria a consapevelozza, a tirare le somme di una esistenza interamente dedicata alla recitazione. “Se da una parte – ha detto l’artista- per questo omaggio voluto dal Teatro Diana in concomitanza dello spettacolo di mio figlio Maurizio “Mostri a parte’,  sono stato molto felice, dall’altra parte lo sono stato un poco meno, in quanto tutto ciò non ha fatto altro che rimarcare l’inizio della fine. Purtroppo ultimamente, considerata la mia età di 88 anni, non sono stato molto bene ed in tanti hanno impiegato pochissimo a dimenticarmi.

Come attore, mi sento abbandonato! Pur senza voler fare il drammatico credo proprio di trovarmi sul cosiddetto viale del tramonto. Per colpa dell’affanno, l’anno scorso ho dovuto rinuciare al mio ruolo nello spettacolo Novecento Napoletano e da allora non c’è voluto molto affinchè tutti si dimenticassero di me come attore.  Del resto in tutti i settori, oggi, basta stare un poco da parte per essere esclusi. Il mio, ripeto, non è un lamento ma una considerazione lucida che si mantiene ampiamente nei limiti della logica”.

Al di là delle sue amare considerazioni, come ha vissuto questo momento di cosacrazione che il Diana e la famiglia Mirra le hanno voluto dedicare?

E’ stato molto bello incontrare amici e colleghi. E considerato che a paresentare la serata è stato mio figlio Maurizio, il tutto si è trasformato in un incontro di famiglia. E ciò in teatro è molto raro perchè da sempre, lo stesso, anziche unire ha separato, come ad esempio avvenuto negli anni con i De Filippo, i Maggio ed i Giuffrè”. Come artista e come padre sono molto legato a mio figlio che proprio al Diana, in coincidenza della serata a me dedicata, sta protando in scena uno spettacolo piacevole ed intelligente”.

Cosa ricorda con più piacere della sua esaltante carriera?

Sicuramente il mio periodo con Eduardo De Filippo. Devo tutto a lui. E’ stato lui il mio maestro ed il mio mentore. Da lui ho imparato cose che ho portato dentro per tutta la vita ed ancora oggi lo penso con tanto affetto. Nelle commedie di Eduardo, negli anni, sono stato prima il figlio accanto a lui e poi sono diventato il padre ricoprendo il suo stesso ruolo  come è accaduto con ‘Sabato Domenica e Lunedì’ con la regia di Peppino Patroni Griffi e ‘Filumena Marturano’ con la regia di Cristina Pezzoli”.

Cosa pensa del teatro di oggi?

Lo trovo certamente in declino! Vi sono troppi artisti, autori e registi che soffrono di protagonismo. Oggi fare teatro è terribilmente difficile. Una sola serata e si deve scappare via altrove e poi nessuno paga. C’è tanta gente che si improvvisa nel fare l’impresario, l’attore, il regista e poi non è mai all’altezza. Da qui il mio interrogativo: perchè non restate a casa quando non è arte vostra?

Cosa si sente di dire ancora per la serata d’onore che le è stata dedicata e quali ricordi, questa occasione, ha fatto scaturire nella sua mente?

Sento di ringraziare di cuore tutta la famiglia Mirra che ha pensato a me! Al Diana sono cresciuto. Ci lavorava mio padre e da piccolo andavo a vedere tutti gli spettacoli con personaggi come Wanda Osiris e Renato Rascel che, provenienti dal Politeama, proprio nel teatro vomerese replicavano i loro lavori. Ancora, sento di rigraziare tutti quelli che si sono ricordati di me, gli artisti gli amici, i parenti che hanno preso parte alla serata e soprattutto lui: il ‘Signore’, che mi mantiene ancora in piedi”.

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