giovedì, Aprile 18, 2024

Trapianti, Nord e Sud. Una realtà spaccata in due

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Maria Sordino
Maria Sordinohttps://www.2anews.it
Maria Sordino - cura la pagina della sanità, sociale, attualità, è laureata in Scienze Biologiche, scrittrice.

Per la prima volta è stata avviata con esito positivo in Italia una catena di trapianti di rene tra coppie donatore-ricevente incompatibili. La metodica si chiama ‘cross over’.

Per la prima volta è stata avviata con esito positivo in Italia una catena di trapianti di rene ‘cross over’, tra coppie donatore-ricevente incompatibili, in cui il donatore era deceduto. Così la moglie ha potuto donare un rene a un altro paziente e il marito si è salvato, saltando la lista d’attesa.

A comunicarlo è il Centro Nazionale Trapianti (CNT). Il programma di trapianti di rene da vivente in modalità cross over è utilizzato per consentire l’accesso ai trapianti a pazienti che hanno un donatore vivente per loro incompatibile. La novità sta nel fatto che questa volta il programma è stato avviato utilizzando un donatore di rene deceduto.

Trapianti, Nord e Sud. Una realtà spaccata in due

Considerando che il numero dei donatori deceduti allocati presso un centro trapianti è nettamente superiore alla disponibilità dei donatori viventi, questo consentirà di aumentare il pool di potenziali donatori compatibili da utilizzare per l’avvio di un numero maggiore di catene che coinvolgano coppie incompatibili e pazienti difficilmente trapiantabili.

Il programma è stato realizzato dal Centro Trapianti di Rene dell’Azienda Ospedaliera di Padova diretto dal professor Paolo Rigotti, in collaborazione con il Laboratorio del Centro Interregionale di Immunogenetica Nord Italian Transplant di Milano e con il Laboratorio Regionale di Immunogenetica dell’ospedale di Camposampiero.

Trapianti, Nord e Sud. Una realtà spaccata in dueCosa è successo a Napoli

La notizia arriva proprio nel giorno in cui i genitori del Comitato bimbi trapiantati di Napoli hanno manifestato, riunendosi in un sit- in che ha bloccato l’uscita dell’ospedale Monaldi ai Colli Aminei, contro la sospensione dei trapianti pediatrici. “Mancano organizzazione e percorsi adeguati di cura”, denuncia Dafne Palmieri, presidente del Comitato, al settimo giorno di sciopero della fame, che già nei giorni scorsi aveva lanciato un appello al Capo dello Stato Mattarella.

Una protesta nel nome di Salvatore, ennesima vittima innocente che ha perso la vita al Monaldi dal 2015 a oggi. Nel pomeriggio l’Azienda ospedaliera dei Colli – come annunciato ieri dalla Regione Campania attraverso una nota congiunta – ha convocato una riunione per la definizione di un modello organizzativo integrato.

Trapianti, Nord e Sud. Una realtà spaccata in due

Riunione a cui il Comitato ha chiesto che possano partecipare “come uditori, garanti di trasparenza” un rappresentante di Federconsumatori Campania, che assiste con i suoi avvocati i genitori nella loro battaglia, e uno del Comitato Sanità Campania.

Le rassicurazioni di Matarazzo

Ho avuto ampie rassicurazioni dal direttore Giuseppe Matarazzo che entro l’estate sarà di nuovo possibile fare trapianti di cuore ai bambini nel Monaldi, ma, nel frattempo, si continuerà a garantire la piena assistenza a quei piccoli pazienti che devono subire o hanno subito un trapianto di cuore”.

Trapianti, Nord e Sud. Una realtà spaccata in dueLo ha detto il consigliere regionale dei Verdi, Francesco Emilio Borrelli, componente della Commissione sanità, per il quale “bisogna fare tutto il possibile per dare la necessaria assistenza ai bambini che devono affrontare un’operazione complicata quale è quella del trapianto del cuore”.

Purtroppo, al di là della sospensione imposta al Monaldi, il numero di trapianti di cuore, pediatrici e non, è in continuo calo nonostante l’aumento di donatori perché, innalzandosi l’età media dei donatori, è sempre più difficile trovare cuori adatti a un trapianto, visto che quello cardiaco è l’organo che, più di ogni altro, viene danneggiato dal passare degli anni” ha concluso Borrelli.

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