Reddito di emergenza | “Chi fino a ieri voleva abolire il Reddito di cittadinanza, oggi vuole estenderlo. Dunque avevamo ragione: se 2,5 milioni di persone resistono, è grazie alla misura voluta dal M5S”. Lo scrive su Facebook, Vito Crimi, capo politico del M5S. “Ora lavoriamo insieme a uno strumento analogo per chi è senza reddito: un reddito di emergenza”, spiega.
“Bisogna intervenire immediatamente, consentire di erogare dei contributi, dei redditi per coloro che hanno perso il lavoro”, ha poi detto Crimi collegato con SkyTg24. Per il leader M5S, bisogna dare aiuto “a tutta una fascia di popolazione che” con questa crisi “non ha reddito e non ha certezza sul futuro, a queste persone bisogna dare un supporto”.
“Pensiamo – spiega – a un reddito con la stessa logica di quello di cittadinanza, utilizzando magari forme più veloci e immediate”. “Dobbiamo intervenire con modalità agili e immediate, i controlli li facciamo dopo”, sottolinea Crimi.
“Occorre intervenire, da una parte, con delle linee di credito per tutte quelle realtà che hanno una possibilità di riprendersi, che sanno che il loro reddito si è interrotto ma riprenderà regolarmente al termine di questa sospensione, a queste persone occorre dare la possibilità di avere liquidità immediata”, aggiunge il capo politico del M5S, riferendosi anche alle imprese.
Come riporta un articolo del ‘Mattino’, si ragiona su diverse ipotesi. La prima prevede di erogarlo a chiunque avesse un qualche reddito lo scorso anno e adesso lo ha perso, si tratti sia di Naspi, di pensione, di cassa integrazione, di uno stipendio. Ma in questo modo si lascerebbe fuori chi ha lavorato sempre e totalmente in nero. Le maglie, insomma, potrebbero essere ulteriormente allargate. Potrebbero cadere persino alcuni requisiti patrimoniali, come quello delle seconde case. L’ipotesi che per adesso circola sarebbe quella di coprire una platea di circa 3 milioni di persone.
Il Movimento spinge per equipararlo al Reddito. Dunque 500 euro più altri 280 nel caso si viva in affitto. Al Tesoro ci sarebbe una linea più prudente per fermalo a 600 euro, lo stesso assegno riconosciuto per ora ai professionisti e artigiani.
Una volta stabilita la platea e l’assegno, c’è la necessità di far arrivare i soldi in pochi giorni ai beneficiari. L’idea per adesso sarebbe quella di utilizzare il canale dell’Inps. Ovviamente semplificando di molto le pratiche. Per accedere al Reddito di emergenza dovrebbe bastare una semplice autocertificazione di non avere altri mezzi di sussistenza. I controlli ci sarebbero solo in seguito.
Il pagamento potrebbe avvenire tramite la carta del reddito di cittadinanza, anche per limitare gli acquisti ai beni alimentari e di prima necessità. Ma in questo caso la procedura di distribuzione delle tessere possa essere lunga. L’altra ipotesi è di accreditare i soldi direttamente sui conti dei beneficiari, ma il problema è che probabilmente in molti non dispongono di un conto corrente. Il reddito di emergenza, inoltre, non sarà una misura strutturale. Durerà soltanto per il tempo della crisi legata al coronavirus (l’ipotesi è di erogarlo per due mensilità).
Intanto, anche professionisti e autonomi iscritti alle casse di previdenza private avranno un indennizzo di 600 euro per il mese di marzo. Il Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Nunzia Catalfo, infatti, di concerto con il Ministro dell’Economia e delle Finanze, Roberto Gualtieri, ha firmato il decreto interministeriale che fissa le modalità di attribuzione del fondo per il reddito di ultima istanza.
Il bonus andrà chiesto alla propria cassa e sarà erogato a chi ha avuto redditi fino a 35mila euro o, tra 35 e 50mila, abbia subito cali di attività di almeno il 33% nei primi 3 mesi 2020.
“Si tratta di un primo intervento per fronteggiare immediatamente la situazione di emergenza”, spiega Catalfo, ribadendo che “siamo già al lavoro sulle nuove misure per il decreto aprile, dove l’obiettivo è di prevedere, per queste categorie di lavoratori, un indennizzo di importo superiore”. Il sostegno al reddito dei lavoratori autonomi e professionisti iscritti agli enti di diritto privato di previdenza obbligatoria, danneggiati dall’emergenza Coronavirus, spiega una nota del ministero del Lavoro, è costituito da un’indennità per il mese di marzo pari a 600 euro.
a) ai lavoratori che abbiano percepito, nell’anno di imposta 2018, un reddito complessivo non superiore a 35mila euro;
b) ai lavoratori che, sempre nell’anno di imposta 2018, abbiano percepito un reddito complessivo compreso tra 35mila e 50mila euro e abbiano cessato, ridotto o sospeso la loro attività autonoma o libero-professionale di almeno il 33% nel primo trimestre 2020 rispetto allo stesso periodo del 2019, sempre a causa del virus COVID-19.
Le domande per l’ottenimento dell’indennità possono essere presentate da professionisti e lavoratori autonomi presso gli enti di previdenza ai quali sono iscritti.
Articolo pubblicato il: 29 Marzo 2020 16:27