venerdì, Marzo 29, 2024

Coronavirus a Napoli, i 40 luoghi a forte rischio contagio

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Francesco Monaco
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Francesco Monaco, giornalista. Esperienza dalla carta stampata a internet, radio e tv. Scrittore, il suo primo romanzo: 'Baciami prima di andare'.

In piena emergenza Coronavirus a Napoli, la Prefettura ha segnalato al sindaco de Magistris circa 40 luoghi che andrebbero monitorati o addirittura chiusi perché a forte rischio contagio.

Continua l’emergenza Coronavirus a Napoli e in tutta la Campania. E mentre il governo continua a considerare la regione in zona gialla, i contagi crescono in maniera preoccupante, tanto che nel capoluogo, il sindaco de Magistris, al quale per legge spettano le decisioni di chiudere aree notoriamente affollate della città, ha chiesto supporto “tecnico” a forze dell’ordine ed Asl sul da farsi. Dalla riunione, come riporta ‘Il Mattino’, erano emerse criticità su almeno 40 luoghi potenzialmente a rischio.

Nonostante il primo cittadino continui a essere contrario alla chiusura del lungomare e delle zone a rischio (“se si chiude il lungomare, poi tanto la gente se ne va a Mergellina o a via Scarlatti”, ha più volte ribadito), gli uomini e le donne della Polizia municipale nell’ultimo fine settimana hanno sudato sette camicie per fronteggiare le fiumane di giovani e meno giovani che affollavano, quasi sempre incuranti delle restrizioni di legge e dei regolamenti, piazze parchi e strade del Vomero, del lungomare e del centro storico. Al punto che, non potendo risolvere da soli, i vigili sono stati costretti a chiedere l’ausilio di polizia e carabinieri.

Il quotidiano riferisce torna indietro, nella sua ricostruzione, al pomeriggio di lunedì, quando il prefetto Marco Valentini ha convocato un comitato per discutere della situazione che è sotto gli occhi di tutti. Ospedali allo stremo, sanità pubblica in ginocchio, e poi gente – tanta, troppa – che sciama per le strade sfidando apertamente i rischi del contagio. Ebbene da quel tavolo, come si legge, i rappresentanti delle forze dell’ordine hanno esplicitato al primo cittadino quali sono le zone a rischio. Indicando almeno una quarantina di luoghi sui quali ormai più nemmeno disponendo i carri armati e le teste di cuoio si riuscirebbe a contenere gli assembramenti.

Quali? Il lungomare, l’area degli chalet di Mergellina; il centro storico: via Mezzocannone, via Tribunali, piazza San Domenico Maggiore, piazza del Gesù, i Decumani, piazza Bellini, e poi ancora piazza Fuga, piazza Vanvitelli, San Martino, oltre alle aree pedonalizzate di via Scarlatti e via Luca Giordano.

Coronavirus a Napoli, le parole di de Magistris

“Le forze di polizia ci hanno indicato una quarantina di strade – ha dichiarato ieri De Magistris – io ne ho aggiunte altre 40, e così arriviamo a 80. Immaginiamo la gente, che comunque in zona gialla ha il diritto di uscire con la mascherina, che fa il gioco dell’oca o il nascondino. Davvero dopo 8 mesi mi sarei aspettato ben altra organizzazione sanitaria sul piano regionale e ben altre misure sul piano sociale ed economico”.

Secondo de Magistris “si pensa che noi sindaci dobbiamo essere il parafulmine di chi non ha il coraggio di prendere decisioni difficili. Le regioni e il Paese possono essere chiusi solo dal Governo, le Regioni possono chiudere le regioni o le città, i sindaci possono chiudere esclusivamente una piazza, una strada o qualche via. Ma io non voglio creare l’effetto imbuto: a Salerno, dove hanno chiuso il lungomare, la gente dal lungomare è andata sul corso dove c’era la gente del corso. Se io chiudo una strada, la gente andrà in un’altra strada”.

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