venerdì, Marzo 29, 2024

Caserta, scoperta tratta di baby prostitute africane: tre arresti

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Luigi Maria Mormone
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Luigi Maria Mormone, cura la pagina di cronaca su Napoli e provincia, attualità e sport (pallanuoto, basket, volley, calcio femminile ecc.), laureato in Filologia Moderna, giornalista.

Prostitute africane: arrestati tre loro connazionali per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, tratta di persone, sfruttamento e favoreggiamento della prostituzione.

Scoperto un giro di prostitute nigeriane, tra le quali figurano molte minorenni. Le ragazze venivano sfruttate al loro arrivo in Italia da loro connazionali, i quali le avviavano alla prostituzione. La procura distrettuale di Catania ha perciò effettuato tre arresti: Pat Eghaeva (43 anni, soprannominata Madame Pat, arrestata dalla polizia a Caserta), Kate Amayo (detta Sister Kate) e il fidanzato Adeniyi Moroof Badmus (rispettivamente 31 e 34 anni, arrestati a Palermo). Alla prima sono contestati il favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e la tratta di persone, in concorso con complici in Nigeria e in Libia, e alla coppia lo sfruttamento e favoreggiamento della prostituzione di giovani connazionali.

Un sistema collaudato

Le indagini erano state avviate della squadra mobile di Catania dopo la denuncia di una migrante minorenne, che aveva viaggiato con la stessa Pat Eghaeva e altre due sue giovani connazionali, sbarcate nella città siciliana nel 2017.Caserta, scoperta tratta di baby prostitute africane: tre arresti Pat aveva fatto pressioni sulla minorenne perché lasciasse la struttura protetta alla quale era stata affidata e la raggiungesse per “mettersi a lavorare alle sue dipendenze”. Grazie a varie intercettazioni, si è poi scoperto che Madame Pat era continuamente impegnata nel “reclutamento” di altre giovani connazionali nel paese di origine, nell’organizzazione del loro trasferimento in Italia e nella contestuale gestione della prostituzione. Lo sviluppo delle indagini ha poi permesso di individuare gli altri due cittadini nigeriani, dediti allo sfruttamento della prostituzione e alla riscossione degli incassi (con Sister Kate definita “la più grande di Palermo”).

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