sabato, Novembre 15, 2025

Campania, lavoratori tra i meno soddisfatti d’Italia: solo 4 su 10 si dichiarano felici del proprio impiego

Secondo l’analisi Cgia su dati Istat-Bes, la regione è ultima in classifica per soddisfazione professionale dei lavoratori e seconda per lavoro irregolare. Tra precarietà, timori di perdere il posto e part time involontari, il Sud resta il fanalino di coda. Al Nord, invece, picchi oltre il 60% di soddisfatti.

La Campania si conferma una delle regioni più fragili sul fronte occupazionale. Solo il 41,2% dei lavoratori campani – pari a circa 681mila persone – si dichiara soddisfatto del proprio lavoro, un dato che relega la regione all’ultimo posto della classifica nazionale. Lo rivela l’ultima elaborazione dell’Ufficio Studi della Cgia di Mestre sui dati dell’indagine Bes-Istat 2023, fotografando una realtà ancora segnata da precariato diffuso e alti tassi di lavoro nero.

In Campania, infatti, il lavoro irregolare riguarda 16,5 occupati su 100, uno dei livelli più alti d’Italia, secondo solo alla Calabria (19,6%) e alla Sicilia (16%). Un fenomeno che continua a colpire in particolare Napoli e l’area metropolitana, dove attività in nero e contratti instabili restano una piaga per centinaia di famiglie.

Il quadro non migliora se si guarda alla soddisfazione professionale complessiva. Mentre in Valle d’Aosta, Trentino e Alto Adige oltre il 60% degli occupati si dice felice del proprio impiego, al Sud i numeri crollano. In Calabria la percentuale è del 43,8%, in Basilicata del 42,3%, fino al 41,2% della Campania, ultima in classifica.

A pesare sono soprattutto la mancanza di prospettive di carriera, orari di lavoro poco compatibili con la vita privata, precarietà e timori di licenziamento. Non a caso, la paura di perdere il posto è molto più diffusa al Sud che al Nord: in Basilicata riguarda l’8,8% degli occupati, in Sicilia il 6,4% e in Calabria il 5,9%.

Non solo: secondo il rapporto, anche il part time involontario – cioè quello accettato per mancanza di alternative a tempo pieno – è una realtà molto presente nel Mezzogiorno, con punte record in Sicilia (14,8%) e Sardegna (14,7%).

Sul fronte dello smart working, invece, la Campania non si distingue: il lavoro da remoto resta una pratica marginale nel Mezzogiorno, lontana dai numeri di Lazio (20,9%) e Lombardia (15,6%), le regioni in cui è più diffuso.

In definitiva, il gap tra Nord e Sud resta evidente. Se le regioni alpine guidano la classifica dei lavoratori più soddisfatti (con picchi oltre il 60%), la Campania e gran parte del Mezzogiorno faticano a scrollarsi di dosso i limiti di un mercato del lavoro segnato da instabilità, irregolarità e poche opportunità di crescita.

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