sabato, Aprile 20, 2024

Calcio Napoli, ci sono momenti in cui si può scrivere la storia…

Torna Napoli Milan e 34 anni dopo vale ancora di nuovo uno scudetto.

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Gianmarco Giugliano
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Gianmarco Giugliano, cura la pagina dello sport calcio di 2ANews, laureato in Giurisprudenza, scrittore e giornalista.

Torna Napoli Milan e 34 anni dopo vale ancora di nuovo uno scudetto.

 

Ci sono momenti in cui si può scrivere la storia; ci sono momenti in cui, pur non facendo parte direttamente dello spettacolo, sai di dover fare la tua parte, di sostenere, di dare tutto te stesso in nome di un sogno.

Quel giorno scesi di casa bardato di azzurro: due sciarpe, bandiera a mo’ di mantello, cappellino e tanta passione. Presi la macchina, mi accesi la mia solita sigaretta ed andai a prendere i  “compagni dello stadio”. Parcheggiamo l’auto, come al solito al Parco San Paolo, pagammo il parcheggiatore abusivo e ci dirigemmo verso il San Paolo.

L’aria era “azzurra”, bandiere, trombe e cori accompagnarono quei dieci minuti a piedi che ci separavano dallo stadio: tutti sapevano che si poteva scrivere la storia, tutti sapevano che, nonostante le grandi difficoltà del Napoli nelle ultime giornate e la grande rincorsa del Milan, in campo c’era sempre il più grande di tutti i tempi che vestiva la nostra maglia e che aveva incitato tutto il pubblico a dare il massimo. “Domenica non voglio vedere neppure una bandiera del Milan”: così aveva detto Diego e così fu! All’ingresso in campo delle squadre fumogeni, bandiere, cori, striscioni, sciarpe ed una bolgia infernale di cui ognuno di noi sugli spalti era protagonista: eravamo in campo con quei ragazzi che ci avevano regalato uno scudetto l’anno prima; eravamo in campo con la nostra passione per una città martoriata dai problemi e sistematicamente deriva e delusa dall’intera nazione. Eravamo anche noi in campo, con tutto il sentimento che un tifoso del Napoli può avere: sapevamo che sul campo non potevamo incidere ma sapevamo che ogni grido,ogni incitamento poteva dare ai nostri ragazzi quell’ impulso in più per superare l’ostacolo.

Quando mi mossi da casa, azzurro nel cuore e nei vestiti, sapevo che si poteva scrivere una pagina della storia del calcio ma, purtroppo, non sapevo ancora quale.

Il primo maggio del 1988 il Milan vinse al San Paolo per 3 a 2 ed iniziò a scrivere la sua storia. Una storia fatta di quel primo scudetto dell’era Berlusconi ed in seguito di Coppe Campioni ed Intercontinentali. Quel primo maggio si iniziarono a scrivere le prime pagine della storia calcistica di una delle più forti squadre che il calcio abbia mia visto: il Milan di Berlusconi.

Sono passati 34 anni da quel giorno e di pagine, nel grande libro della storia del calcio, se ne sono scritte molte ma quel giorno c’era in campo il più grande di tutti i tempi, il dio del calcio e c’era in campo la squadra che avrebbe segnato un’epoca.

Oggi ho quasi 52 anni, non fumo più e, purtroppo, non riesco ad andare allo stadio con la continuità di quegli anni; ho una famiglia, un lavoro, sono diventato giornalista e quel calcio che tanto ho amato e che amo ho la fortuna di raccontarlo attraverso i miei articoli ed i miei video.

Eppure quel primo maggio io non l’ho mai dimenticato: è dentro di me come una ferita ancora aperta e le lacrime che accompagnarono la fine della partita insieme all’applauso che l’intero stadio riservò al Milan di Sacchi sono ancora lì sul mio viso con qualche ruga in più e nelle mie mani  nel più triste degli applausi che, sportivamente, dovetti tributare.

Sono passati 34 anni e domenica si gioca Napoli Milan nello stesso stadio che, nel frattempo, ha cambiato nome omaggiando proprio chi quel primo maggio onorava la nostra maglia: Diego Maradona. Si gioca Napoli Milan come in un Dejà vu che in un attimo riporta ad una forte emozione, a quei gradoni dello stadio senza sediolini che grondavano d’amore e di speranza.

Si gioca di nuovo Napoli Milan… dopo 34 anni ma l’applauso, stavolta, lo vorrei dare ai miei calciatori, vorrei urlare di gioia e riprendermi quel sogno abbandonato come le sciarpe lasciate sui gradini nel 1988.

Lasciatemi sognare di poter tornare indietro nel tempo, a quel primo maggio dell’88 a fine partita, con i miei 52 anni, appoggiarmi sul cofano della mia macchina ed attendere l’arrivo di quel ragazzino di quasi 18 anni e dei suoi amici per dirgli: “oggi sei triste ma verrà un giorno in cui queste lacrime saranno tolte dai vostri volti: aspettate quel giorno”. Con la barba a tratti bianca e molti capelli in meno sicuramente non riconoscerebbe il se stesso del futuro e si chiederebbe, una volta in macchina e con la solita sigaretta accesa, chi potesse essere quell’uomo…

Quell’uomo dopo 34 anni ha sempre lo stesso sogno calcistico: asciugare quelle lacrime e quella delusione del primo maggio del 1988.

Ci sono momenti in cui si può scrivere la storia: domenica può essere uno di quelli… ma con un finale diverso. Io ci credo e sarò lì con voi come 34 anni fa…

Forza ragazzi, forza Kalidou, forza Lorenzo, forza Luciano: scrivete la vostra storia nel libro del calcio, scrivetela per quel primo maggio e per chi, più giovane di me, non ha ancora festeggiato la vittoria di un campionato…

 

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