giovedì, Marzo 28, 2024

Calcio Napoli, chiuso il calciomercato: obiettivi centrati

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Gianmarco Giugliano
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Gianmarco Giugliano, cura la pagina dello sport calcio di 2ANews, laureato in Giurisprudenza, scrittore e giornalista.

Il giudizio sul “mercato” del Calcio Napoli è ottimo se si guarda al bilancio ed agli obiettivi iniziali; il giudizio tecnico è momentaneamente sospeso.

Tutto si può dire tranne che il Calcio Napoli non sia stato chiaro, da subito, su quali fossero gli obiettivi iniziali di questa sessione di mercato espressamente dichiarati anche dal Presidente e da Giuntoli.
Ripartiamo dalle priorità di giugno.
Prima di tutto c’era la necessità di abbassare, ed anche di parecchio il tetto ingaggi.
Questo problema nasce da due situazioni: una prevedibile e voluta e l’altra imprevedibile. La prima è stata causata dalla volontà, dopo lo scudetto scippato del 2018, di mantenere alcuni calciatori rinunciando ai soldi offerti da altre squadre e, contemporaneamente alla necessità di alzare lo stipendio del calciatore per trattenerlo. Questa “politica” non era mai stata fatta dal Napoli e, alla lunga, non ha portato né alla conquista dello scudetto né, addirittura, a qualificarsi in Champions. Il tetto ingaggi era, così, schizzato a livelli insostenibili per una Società come il Calcio Napoli.
La seconda situazione, imprevista, è stata causata dal Covid con relativa diminuzione delle entrate e dall’impossibilità di ricevere offerte dalle big europee.
La risposta della società a questa problematica degli ingaggi è stata decisa e convincente al punto che in una sola sessione di calciomercato (appunto questa) si è riuscito ad abbassare del 20-25% l’intero tetto ingaggi. Fuori Insigne, Koulibay, Mertens, Ghoulam (con altissimi stipendi) e dentro Kvaratskhelia, Kim, Raspadori e Olivera che prendono stipendi molto più bassi.
Partendo dagli stessi giocatori appena citati si può passare alla seconda priorità: quella di abbassare la media dell’età della “rosa”.
Oggi, alla fine del calciomercato possiamo, dati alla mano, dire che il Calcio Napoli è riuscito ad abbassare l’età media. Le cessioni del Napoli hanno un’età media di 29.88 mentre i nuovi arrivi hanno un’età media di 24.6. Tre anni di età media sono tantissimi. Chapeau!
Se il mercato di dovesse giudicare solo “amministrativamente” allora il voto al Calcio Napoli sarebbe un 10 pieno ma in campo non vanno i bilanci ma la squadra. Analizziamo, in ultima analisi, pur essendo la più importante per il tifoso, la terza priorità: la competività della “rosa”
La filosofia della società non è stata quella del “km 0” come è stato fatto da Roma e Juventus che hanno puntato su calciatori presi senza spese a scadenza di contratto e molto avanti con l’età ma quella di puntare sullo scouting di Giuntoli e di fidarsi delle sue scelte. Kvaratskhelia, Kim, Ostigard, Olivera sono le scelte di Giuntoli che hanno, già da queste prime giornate, già convinto. Le altre scelte sono dipese da vari fattori: Simeone al posto di Petagna è stata fatta per assicurare maggiori reti in attacco; Raspadori per sostituire Mertens con un profilo motivato, giovane e con caratteristiche simili, N’dombelè (che sostituisce Fabian Ruiz) rientra, invece, negli investimenti a rischio zero per le casse societarie ma a forte rischio per la competitività della rosa (non per motivi tecnici ma per motivi, al momento, di forma ed inserimento negli schemi).
La riflessione finale che si può fare dopo i tantissimi cambiamenti nella “rosa” è che la rifondazione voluta e riuscita dalla società per i motivi elencati, è una scommessa da un punto di vista tecnico: quanto possano rendere questi calciatori e quanto tempo ci metteranno per entrare negli schemi di Spalletti non è dato saperlo né ipotizzarlo alla luce, anche, delle tantissime partite che si disputeranno ogni tre giorni e che non danno nessuna possibilità all’allenatore di allenare tatticamente la squadra.
Il risultato col Lecce, contro cui c’erano solo quattro titolari della squadre che è arrivata terza lo scorso anno (Di Lorenzo, Lobotka, Anguissa, Osimhen) è figlio delle scelte di Spalletti dettate proprio della necessità di dare minutaggio ed “esperienza di gruppo” ai nuovi e della necessità di far rifiatare gli altri.
Quanti altri punti saranno persi per questi motivi non è dato saperlo ma, per raggiungere gli obiettivi, è certo che non se ne possono perdere troppi.
L’all in della rifondazione tecnica e di bilancio voluta ed ottenuta in una sola sezione di mercato lascia, concludendo, “solo” il rischio tecnico, l’unico che però fa classifica e che interessa ai tifosi.
Si riparte da Di Lorenzo capitano, dalle giocate di Kvaratskhelia, dalla fantasia di Raspadori e dalla potenza fisica di Ostigard e Kim ma saranno fondamentali anche le prestazioni di Osimhen, Zielinski e Lozano, chiamati a rispondere a speranze (Osimhen)  e critiche: molte scommesse insomma, forse troppe per una tifoseria che dovrà, ancora una volta, avere pazienza e… sperare…
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