La bimba è stata deposta nella culla termica “Ninna ho” presso il Policlinico Federico II di Napoli che sostiene il Progetto Nazionale contro l’abbandono neonatale.
Sono già arrivate molte richieste di adozione per la bimba di 4 mesi che è stata ritrovata due giorni fa presso il Policlinico Federico II di Napoli, abbandonata nella culla termica “Ninna ho”. La piccola, in buone condizioni, sarebbe affetta da sindrome di down. Sabato alle ore 13.30, è stata deposta in quella che potremmo definire la versione moderna della storica Ruota degli esposti, quella che un tempo accoglieva i figli della disperazione all’Annunziata, nel cuore di Napoli, oggi reliquia e richiamo turistico, testimone di un tempo remoto ma che continua a raccontare la drammatica attualità delle ragioni della sua necessità. “Ninna ho” è il primo Progetto Nazionale nato nel 2008 contro l’abbandono neonatale, e ha ricevuto il Patrocinio del Ministero della Salute e della Società Italiana di Neonatologia (SIN). Inoltre, “Ninna oh” offre alle donne in difficoltà una concreta possibilità di esercitare presso strutture ospedaliere il diritto al parto in anonimato, garantito dalla legge italiana.
Dopo che la piccola è stata riposta nella culla termica viene chiusa una piccola saracinesca e alla chiusura del meccanismo è scattato l’allarme automatico che ha allertato la Terapia intensiva neonatale. Qui il medico di guardia ha fatto partire l’ambulanza neonatale e poco dopo accolto la bambina nel reparto di Neonatologia del Policlinico Federico II per tutti gli accertamenti del caso. Da oggi parte l’iter per l’adozione, le richieste saranno vagliate dal Tribunale dei Minori di Napoli. Già in un recente caso analogo di una bimba down abbandonata i giudici interpellarono ben sette delle coppie in lista di attesa per una adozione, ma tutte si rifiutarono quando hanno seppero della condizione della piccola. A quel punto i giudici napoletani assegnarono la piccola a un papà single, che in teoria non sarebbe stato idoneo, in quanto non coniugato. Ma la disponibilità dell’uomo fu accolta, benché in Italia non sia consentita l’adozione a single, in quanto i giudici fecero riferimento alla legge 184 del 1983 che consente questa possibilità in rari casi, tra i quali quelli di bambini disabili.