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Barcellona, scontri in piazza dopo arresto Puigdemont

Carles Puigdemont: proteste, feriti e arresti nella città catalana dopo il suo arresto in Germania (il leader indipendentista è pronto a chiedere asilo politico a Berlino).

Migliaia di persone sono scese in piazza nel centro di Barcellona per protestare contro l’arresto in Germania dell’ex presidente della Catalogna, Carles Puigdemont. Il leader della Catalogna è stato fermato nell’ambito del mandato di arresto europeo emesso dal governo spagnolo. Il corteo, convocato da influenti enti civili dell’Assemblea Nazionale Catalana (ANC) e da Omnium Cultural, è andato dalla delegazione della Commissione Europea fino al consolato tedesco, due mete simboliche. Diversi partecipanti hanno portato bandiere indipendentiste e maschere di Puigdemont a sostegno dell’ex presidente. Sono state fatte a gran voce richieste di “libertà per i prigionieri politici” e di “non estradare Puigdemont”. Ci sono stati scontri con la polizia, che ha sparato colpi a salve, caricato e colpito con i manganelli, con i manifestanti che hanno lanciato oggetti e provato ad irrompere negli uffici del rappresentante di Madrid. Almeno 100 i feriti, come conseguenza delle cariche della polizia, mentre quattro sono gli arresti. Molte proteste anche nella città di Girona.

Poche possibilità di ottenere asilo politico

Intanto, l’ex presidente della Generalitat di Catalogna intenderebbe chiedere asilo politico in Germania, dov’è stato fermato su mandato d’arresto europeo emesso dalla Spagna. Lo scrive il giornale locale di Kiel, dove la procura dovrà valutare il mandato d’arresto nei confronti del leader indipendentista. Secondo fonti giudiziarie, sono scarse le possibilità per cui questa richiesta abbia successo: l’ordine di arresto europeo ha priorità rispetto al procedimento di asilo. Nella giornata di oggi, Puigdemont comparirà in tribunale nel Land di Schleswig-Holstein. Nel caso in cui il leader indipendentista catalano non si opponga all’arresto, l’estradizione potrebbe avvenire nel giro di 10 giorni. Se invece si opporrà, dovrà essere aperto un procedimento giudiziario che potrà durare al massimo 60 giorni (prorogabili a 90).

Articolo pubblicato il: 26 Marzo 2018 11:55

Luigi Maria Mormone

Luigi Maria Mormone, cura la pagina di cronaca su Napoli e provincia, attualità e sport (pallanuoto, basket, volley, calcio femminile ecc.), laureato in Filologia Moderna, giornalista.