giovedì, Marzo 28, 2024

Paura attentati: una ferita sempre aperta per l’Europa

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Dall’autoproclamazione dello Stato Islamico, a giugno 2014, ad oggi, l’Isis ha colpito l’Europa 32 volte, con degli attacchi terroristici di matrice jihadista, provocando la morte di oltre 507 persone e ferendone altre 478. 

di Chantal Collaro – Undici paesi europei sono stati presi di mira dai terroristi tra cui la Francia, capofila con 17 attacchi, seguita dalla Germania (6), dal Regno Unito (5), dal Belgio (3) e dalla Spagna (2). Dall’inizio di quest’anno, 15 attentati hanno insanguinato il vecchio continente segnalando un’escalation del terrore. Dati allarmanti, anche alla luce del numero delle vittime, che rivelano senza dubbio che l’Islam è in guerra contro l’Europa, e più esplicitamente contro l’Occidente. Una guerra che ha iniziato con i quattro attacchi suicidi del’11 settembre 2001 contro le torre gemelle di New-York. Una guerra, la jihad, nel linguaggio religioso islamico, la “guerra santa”, che ferisce ciecamente degli innocenti: la gente del popolo, i bambini. Paura attentati: una ferita sempre aperta per l’EuropaUna guerra che non ha un nemico ben definito ed è indirizzata contro “gli infedeli”, per l’espansione della religione musulmana. Gli attentatori possono essere chiunque. Il 73% di loro è composto da cittadini del paese stesso vittima dell’attacco e il 14% era legalmente residente. Una realtà che purtroppo viene quasi sempre minimizzata in Europa come l’ha sottolineato il Generale Franco Angioni, in una intervista ad affaritaliani.it, dopo l’ultimo attentato a Barcellona: “Quello che stiamo affrontando ora sia solo un’avanguardia di quello che dovremo affrontare nei prossimi anni se non ci muoviamo in fretta e con intelligenza”. Tre giorni fa, l’Isis ha minacciato l’Italia sul canale sociale Lone Mujahid utilizzato dallo Stato islamico. Il messaggio Telegram è inequivocabile: “Bruxelles, Parigi, Stoccolma, Berlino, Nizza, Spagna, Finlandia, Russia… Who’s next?“ a cui segue la bandiera dell’Italia con la promessa dell’invasione di Roma. L’obiettivo è annunciato da oltre dieci anni dall’Imam Yusuf al-Qaradawi, principale rappresentante dei Fratelli Musulmani principalmente sulla rete televisiva Al Jazeera del Qatar. Roma essendo la sede della Chiesa cattolica e della Civiltà cristiana costituisce il vero nemico per l’Islam. Il centro del Cristianesimo da conquistare. In un tale contesto, il libro di Oriana Fallaci, “la Rabbia e l’orgoglio”, è più che mai di attualità. La scrittrice fiorentina lo scrisse dopo gli attentati dell’11 settembre mentre viveva a Manhattan. All’origine del libro, l’articolo-fiume sul terrorismo islamico e l’ipocrisia dell’Europa a riguardo che fu pubblicato dal “Corriere della sera” il 29 settembre 2001.Paura attentati: una ferita sempre aperta per l’Europa “Sveglia, gente, sveglia! Intimiditi come siete dalla paura d’andar contro corrente – oppure d’apparire razzisti, (parola oltretutto impropria perché il discorso non è su una razza, è su una religione) – non capite o non volete capire che qui è in atto una Crociata all’Inverso. Abituati come siete al doppio gioco, accecati come siete dalla miopia e dalla cretineria dei Politically Correct, non capite o non volete capire che qui è in atto una guerra di religione. Voluta e dichiarata da una frangia di quella religione forse, (forse?), comunque una guerra di religione. Una guerra che essi chiamano Jihad, Guerra Santa”. Parole che dopo l’attentato di Barcellona del 17 agosto 2017, risuonano come un avvertimento, un invito a guardare la realtà in faccia e ad agire al fine di proteggere le nostre popolazioni contro il fondamentalismo islamico e a salvaguardare la pace in Occidente, e di conseguenza in Europa.

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