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Giornata mondiale senza tabacco. Smettere di fumare migliora la vita

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Ieri, 31 maggio, si è celebrata la giornata mondiale senza tabacco: un evento per ricordare alle persone che è possibile smettere di fumare e migliorare la propria vita.

Smettere di fumare resta ancora un problema per milioni di italiani: nel 2016 il numero di fumatori è rimasto lo stesso dell’anno precedente (11 milioni), mentre sono aumentati gli utilizzatori della sigaretta elettronica.

di Maria Sordino – La sigaretta, l’unico prodotto di largo consumo e di libera vendita, che uccide grossa parte dei suoi consumatori. Ogni anno, il fumo causa la morte di 6 milioni di persone al mondo, 650 mila in Europa e 80 mila in Italia.

Le donne fumatrici sono in aumento, tanto da azzerare quasi del tutto il divario di genere. Ma, a prescindere dal sesso, il fumo uccide una persona ogni sei secondi, per un totale di oltre 80 mila decessi l’anno in Italia. Nel 25% dei casi si tratta di persone tra i 35 e i 65 anni di età.

Numeri che hanno, dall’opinione pubblica, meno attenzione di quelli che riguardano i decessi per incidente stradale, circa 3500 l’anno, e la meningite (629 morti totali nel triennio 2013-2016). Dunque, una cattiva abitudine dura a morire.

Anche la sigaretta elettronica ha contribuito poco alla cessazione definitiva dell’abitudine al fumo, soltanto nel 14,4% dei casi, mentre la maggior parte degli utilizzatori di questo strumento elettronico, (83,4%), è rappresentata da fumatori, quindi da consumatori duali che fumano le sigarette tradizionali e contemporaneamente l’e-cig, in particolare quelle contenenti nicotina.

Al momento, infatti, non ci sono dati sufficienti per affermare che la sigaretta elettronica possa essere un valido ausilio per smettere di fumare.

Attenzione: fa male anche una sola sigaretta al giorno. I rischi del fumo non sono da sottovalutare, anche se si pensa di non essere dei fumatori incalliti. Fumare poco non basta a limitare i danni per la salute, perché non esiste un livello di fumo che è possibile definire sicuro.

A dirlo è stata di recente una ricerca del National Institutes of Health degli Usa: anche una sigaretta al giorno in media nell’arco della vita, talvolta persino meno, risulta associata a pericoli molto gravi, come un maggiore rischio di morte prematura rispetto a chi non ha mai fumato, a causa del tumore del polmone, di problemi respiratori o cardiovascolari. Senza contare i rischi del fumo passivo.

Secondo la Food and Drug Administration americana, cani, gatti e persino pesci possono risentire del fumo passivo. I danni vanno da un maggiore rischio di cancro al naso o ai polmoni fino al linfoma in cani e gatti. Nei pesci, invece, se la nicotina si deposita nell’acqua c’è un rischio di spasmi muscolari e perdita di colore.

Oltre alle ripercussioni sulla salute, il tabacco incide pesantemente sull’ambiente. L’Organizzazione mondiale della Sanità ricorda che la produzione di tabacco richiede grandi quantità di pesticidi e fertilizzanti.

Dall’attività produttiva derivano anche più di 2 milioni di tonnellate di rifiuti solidi, senza contare le cicche di sigarette: decine di miliardi di sigarette vendute ogni giorno finiscono nell’ambiente in questa forma.

Un’iniziativa da segnalare – La Lega italiana per la lotta ai tumori di Milano ha proposto “un lenzuolo contro il fumo”: per tutto il mese di maggio la squadra dei volontari LILT ha esposto nei cortili delle scuole di alcuni Istituti Superiori un lenzuolo con l’invito a una “Scuola libera dal fumo” e ha promosso la distribuzione di depliant e gadget in cambio della sigaretta.

E, infine, una curiosità: è stato calcolato che un fumatore italiano in media consuma 5000 sigarette l’anno, pari a 250 pacchetti. Calcolando un costo medio di 5 euro a pacchetto, in un anno spende in media 1.250 euro.

In trent’anni di tabagismo spende 37.500 euro, il valore di un’auto di lusso, di venti vacanze ai Caraibi o di una prestigiosa multiproprietà. Dunque, un fumatore che smette, si regala da solo l’equivalente di un aumento dello stipendio.

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