venerdì, Aprile 19, 2024

Cristiana Capotondi, protagonista del film sulle molestie sessuali

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Cristiana Capotondi è la protagonista del film denuncia “Nome di Donna”. Ecco la sua opinione relativa alle molestie sessuali.

Cristiana Capotondi è la protagonista del nuovo film di Marco Tullio Giordana: “Nome di Donna” (da ieri nelle sale cinematografiche) che racconta la storia di una ragazza madre alla ricerca disperata di un lavoro, ma che si scontra con un’amara realtà.

La Capotondi è un’attrice affermata del panorama italiano e in più occasioni ha detto la sua sul caso Fausto Brizzi, che ha più volte difeso. Ma quando viene intervistata precisa che la sua “non è stata una difesa” ma quello che l’ha preoccupata è stato “il processo mediatico” e la ricerca di un colpevole sul caso molestie. La Capotondi interpreta Nina, una ragazza madre che trova lavoro in una lussuosa residenza per anziani e che, dopo essere stata importunata dal direttore, decide di denunciarlo.

Un film denuncia sulle molestie sessuali sul posto di lavoro che spesso le donne subiscono in silenzio per paura di essere, appunto, licenziate. ‘Nome di donna’ di Marco Tullio Giordana potrebbe sembrare ispirato dai fatti di cronaca dello scandalo Weinstein, ma invece è stato ideato dal regista e dalla sceneggiatrice Cristiana Mainardi qualche anno fa.

Cristiana Capotondi, protagonista del film sulle molestie sessualiL’opinione di Cristiana Capotondi

Le avances sul posto di lavoro mi sembra che possiamo considerarle lecite, l’abuso no. È un perimetro che si deve ancora delineare. – Cristiana Caporotondi in un’intervista pubblicata su AmicaA volte le donne hanno voglia di lasciarsi andare con gli uomini, ma poi dicono di no. Questo modello è legalmente insostenibile. Se vogliamo che i limiti siano chiari dobbiamo esprimerci in maniera aperta, trasparente. Non si può più fare il “giochetto” di dire no quando in realtà è un sì, altrimenti il messaggio è discordante. L’uomo deve capire che quando una donna dice no è no”. “Ci sono donne in ruoli di comando che abusano psicologicamente o fisicamente degli uomini. Deve esserci un enzima particolare nel potere, che incurva persone dalla schiena dritta, toglie loro lucidità e rispetto del prossimo. È importante che anche gli uomini denuncino comportamenti molesti”.

Trama del film

Il film racconta la storia di Nina, giovane madre single che decide di lasciare Milano e di trasferirsi con la figlia in un paesino della bassa Lombardia. Qui Nina trova lavoro in una prestigiosa clinica privata per anziani. Un luogo elegante e quasi fiabesco che, tuttavia ,nasconde un torbido sistema di favori messo in piedi dal capo della struttura, interpretato da Valerio Binasco. Quando Nina scoprirà tutto dovrà fare i conti con  la solitudine, visto che le colleghe la allontaneranno preoccupate di perdere il posto di lavoro. Lei decide di denunciarlo pur sapendo di rischiare il posto di lavoro.

I dati allarmanti di donne molestate sul lavoro

‘Nome di Donna’ potrebbe essere la storia di una delle 10 milioni e 485 mila donna che hanno subito, secondo l’indagine Istat svolta nel 2008-2009, ricatti sessuali o molestie sul lavoro.  Numeri migliorati nel rapporto 2015-2016 che comunque certifica le molestie per quasi nove milioni di donne (otto milioni e 816mila) con quasi un milione e mezzo che le hanno subito nel luogo di lavoro. Un fenomeno enorme a fronte del quale solo una minoranza decide di denunciare. Film come “Nome di donna” possono aiutare le donne a trovare la forza di parlare e denunciare.

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