giovedì, Aprile 25, 2024

Quelle lezioni della storia dimenticate

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Troppi parallelismi tra i due momenti storici, quello attuale e quello che precedette la promulgazione delle leggi razziali del 1938.

di Nico Pirozzi – Dalle colonne del quotidiano “Il Mattino” di oggi Mario Ajello ci spiega quanto sia “cretino” associare il leghismo al fascismo e alle politiche razziali di Mussolini.

Lo fa miscelando, in una sorta di cocktail indigeribile, il “cretinismo” di destra (lo zelo di chi ha sospeso per due settimane la professoressa di Palermo rea di non aver vigilato sui suoi studenti) e quello di sinistra (coloro che, con troppa faciloneria e paragoni a vanvera associano le leggi razziali del 1938 alle politiche salviniane in materia di immigrazione).

Quelle lezioni della storia dimenticate
Prof.ssa Rosa Maria Dell’Aria

Sullo zelo di certi burocrati nulla da eccepire. Più difficile è invece concordare sul secondo aspetto del “cretinismo”.

Tanto per cominciare, il parallelismo tra i due momenti storici – quello attuale e quello che precedette la promulgazione delle leggi razziali del 1938 – non è per nulla campato in aria.

Se semplificazioni vi sono state all’Istituto Vittorio Emanuele III di Palermo è solo perché la tematica è stata affrontata da un gruppo di adolescenti, che hanno espresso delle sensazioni percepite a pelle, che non frutto di un’analisi più attenta dei fatti e delle troppe e preoccupanti coincidenze che caratterizzano il presente e un passato con il quale l’Italia (e i testi scolastici, in particolare) non si è mai confrontata.

Quelle lezioni della storia dimenticate

Al riguardo, mi piacerebbe sapere da Ajello quali grandi differenze riscontra tra l’Europa degli anni Trenta e quella attuale. Sarò più chiaro. Ritiene Ajello che le politiche antisemite che precedettero lo scoppio della seconda guerra mondiale siano così ideologicamente distanti dalle politiche xenofobe del blocco sovranista europeo, di cui la Lega di Salvini è un tassello importante?

E ancora, la politica dei porti e delle frontiere chiuse, così cara a Salvini, Orban, Le Pen, Kurz e Kusińska, è così diversa da quella partorita dalla conferenza di Evian del luglio 1938, quando si trattava di decidere del destino di poche decine di migliaia di ebrei austriaci in fuga dalle leggi razziali naziste?

Ritiene Ajello che siano molte le differenze di trattamento tra quello che oggi viene riservato agli internati nei lager per immigrati in Libia e quello che, a partire dall’estate del 1936, venne riservato a migliaia di Sinti e Rom rinchiusi nel lager nazista di Marzahn? Ma dimentica una cosa a mio avviso fondamentale Ajello.

Quelle lezioni della storia dimenticate
Mussolini e figli – foto Wikipedia

Ovvero che per quasi vent’anni l’ideologia fascista è stata immune (o quasi) dal germe del razzismo e dell’antisemitismo, nonostante la presenza di antisemiti convinti come Farinacci e Preziosi. La svolta si ebbe nell’aprile del 1937 (15 anni dopo la presa del potere da parte di Mussolini) con la legge di tutela della razza, che vietava i matrimoni misti e il concubinaggio (madamismo) con le donne africane.

Le leggi razziali, quelle che fungeranno da anticamera della morte per seimila ebrei italiani, arrivarono solo un anno e mezzo dopo. Perché accade? Probabilmente per una necessità politica, sostiene la storica Matard-Bonucci.

Ed è proprio quest’ultima considerazione che ci preoccupa più di ogni altra cosa.

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