venerdì, Marzo 29, 2024

Appalti al clan dei Casalesi, 35 misure cautelari e sequestro da 50 milioni

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Francesco Monaco
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Francesco Monaco, giornalista. Esperienza dalla carta stampata a internet, radio e tv. Scrittore, il suo primo romanzo: 'Baciami prima di andare'.

L’operazione contro la fazione del clan dei Casalesi capeggiata dal boss Francesco Schiavone ha portato all’esecuzione di 35 misure cautelari e a un sequestro di beni per 50 milioni di euro.

Interessi del clan dei Casalesi sugli appalti per i servizi della rete ferroviaria e di pavimentazione stradale: è quanto emerso nell’ambito di un’indagine coordinata dalla Dda di Napoli che ha portato all’esecuzione di 35 misure cautelari e al sequestro preventivo di beni mobili e immobili per un valore di circa 50 milioni di euro. Sono 17 le persone finite in carcere, 17 agli arresti domiciliari e per un indagato l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria. Le ordinanze cautelari sono state eseguite dagli uomini della Direzione investigativa antimafia di Napoli, ai carabinieri del Comando provinciale di Caserta e dal Nucleo Investigativo centrale del Dap, su delega della procura partenopea.

I provvedimenti cautelari, eseguiti nelle provincie di Napoli, Caserta, Roma, Bari e Lecco, sono state emessi, in due distinti procedimenti, dal giudice per le indagini preliminari su richiesta della Dda napoletana, nei confronti di persone ritenute gravemente indiziate, a vario titolo, di partecipazione al clan dei Casalesi, fazione capeggiata dal detenuto Francesco Schiavone, estorsione, intestazione fittizia di beni, turbativa d’asta, corruzione e riciclaggio, con l’aggravante della agevolazione mafiosa.

Gli accertamenti patrimoniali, svolti dalla Dia e dai carabinieri, hanno consentito di individuare complessi meccanismi di riciclaggio e di illecita interposizione negoziale. Contestualmente, è stata eseguita dai militari dell’Arma di Caserta un’altra misura cautelare, nei confronti di un avvocato e del responsabile di un’agenzia bancaria, gravemente indiziati di aver rivelato a uno degli indagati l’esistenza delle indagini.

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