giovedì, Aprile 25, 2024

‘Anche io’, presentato al Torino Film Festival il film sul caso Weinstein

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Gabriella Monaco
Gabriella Monacohttp://www.2anews.it
Redattrice laureata in 'Lettere Moderne'. Appassionata di Scrittura, Arte, Viaggi e Serie tv."

Il film sul caso Weinstein, Anche io, presentato al Torino Film Festival, arriverà nelle sale a metà gennaio. 

Tutti gli uomini del presidente? No, nel caso di ‘Anche io‘, passato oggi al Torino Film Festival e in sala a metà gennaio con Universal, si tratta in caso di “tutte le donne del presidente” perché nel film di Maria Schrader c’è la storia delle due reporter del New York Times, Megan Twohey e Jodi Kantor, che con la loro inchiesta hanno svelato gli abusi di Hollywood e spinto molte donne a denunciare. E questo fino al caso Weinstein.

A interpretare le due croniste, Carey Mulligan (Una Donna Promettente e An Education) e Zoe Kazan (serie Il Complotto contro l’America, The Big Sick – Il matrimonio si può evitare… l’amore no).

“Pur raccogliendo le testimonianze non ho voluto mostrare le violenze sessuali. Con un tema cosi delicato fin dall’inizio ci siamo chiesti cosa fare. Poi abbiamo stabilito che non era giusto aggiungere violenza a violenza e poi non volevamo che l’attenzione si concentrasse anche solo per un momento sull’autore di queste violenze. Questo non sarebbe stato giusto, meglio lasciare spazio all’immaginazione di quello che era successo”.

Il film, Anche io, – prodotto dai premi Oscar Brad Pitt, Dede Gardner e Jeremy Kleiner per Plan B Entertainment e tratto dal bestseller del New York Times ‘She Said: Breaking the Sexual Harassment Story That Helped Ignite a Movement’-, spiega ancora la regista: “Si è avvalso anche dal mio passato di attrice che mi ha aiutato sia a scrivere la sceneggiatura e a conoscere molto bene i rapporti che a volte si instaurano tra regista e attori”.

Nel caso di Carey Mulligan e Zoe Kazan:” Il rischio che correvano queste due attrici era che stavano raccontando una storia vera, una cosa che le responsabilizzava e, allo stesso tempo, intimidiva molto. Per superare questa cosa hanno passato molto tempo con le vere giornaliste, Megan Twohey e Jodi Kantor, che stavano rappresentando anche per documentarsi il più possibile”.

Comunque continua la Schrader: “Non si era mai visto un film giornalistico d’inchiesta al femminile. Un’inchiesta che ha portato a mostrare in modo chiaro una realtà che era sotto gli occhi di tutti, ma nessuno voleva vedere. Di personaggi come Harvey Weinstein fino allora si parlava solo dell’aspetto pubblico e non certo di quello privato. Infine va considerato come queste due giornaliste hanno creato quella giusta fiducia con le loro testimoni anche grazie al fatto che c’era una complicità che nasceva dal fatto che anche nell’editoria è un mondo dominato dagli uomini”.

Come mai nel film non compare la Paltrow, che ha denunciato di essere stata molestata da Weinstein? “Nel caso della Paltrow sentiamo solo la sua voce, ha voluto così”.

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