venerdì, Aprile 19, 2024

Alzheimer, cure gratis per tutti: Via il tetto massimo di reddito

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Le famiglie, che si sono ritrovate sole ad affrontare la malattia e che hanno pagato per anni quasi duemila euro al mese per garantire assistenza ai parenti affetti da Alzheimer, ora chiedono di essere risarcite.

La class action è già partita dopo la storica decisione della Cassazione, che ha stabilito che i costi delle famiglie che assistono parenti con Alzheimer devono essere sostenuti dallo Stato, come scrive oggi Il Messaggero. Le famiglie, che si sono ritrovate sole ad affrontare la malattia e che hanno pagato per anni quasi duemila euro al mese per garantire assistenza ai parenti affetti da Alzheimer, ora chiedono di essere risarcite.

Di conseguenza la Regione Lazio rischia adesso di dover rimborsare migliaia di cittadini per le spese di degenza delle rette nelle Residenze sanitarie assistenziali. Dieci cause sono già incardinate al Tribunale civile di Roma, ma sono oltre 100 le adesioni arrivate finora sul tavolo dell’associazione “Avvocato del Cittadino”, promotrice dell’azione collettiva.

Dando ragione alla figlia di un anziano, il Tribunale civile di Roma ha condannato la Regione a risarcire la donna per le spese sostenute nel periodo in cui il padre era stato ricoverato. Secondo i giudici, i costi per l’assistenza dei pazienti affetti dal morbo di Alzheimer, infatti, devono essere interamente a carico del Sistema sanitario nazionale, senza gravare su pazienti e familiari.

Alzheimer, cure gratis per tutti: Via il tetto massimo di redditoL’Alzheimer rappresenta la forma più frequente, sono in crescente aumento nella popolazione generale, sempre più anziana, e rappresentano pertanto un’emergenza sanitaria e una delle principali sfide della medicina contemporanea: secondo l’Organizzazione mondiale della sanità, «nel 2010 35,6 milioni di persone risultavano affette da demenza con stima di aumento del doppio nel 2030, del triplo nel 2050, con 7,7 milioni di nuovi casi all’anno (1 ogni 4 secondi) e con una sopravvivenza media, dopo la diagnosi, di 4-8-anni». A disposizione dei medici, oggi, ci sono terapie farmacologiche mirate e avanzate che agiscono sulle placche di beta-amiloide, una proteina che si accumula nel cervello delle persone con demenza ed è responsabile dei sintomi, quali perdita di memoria e disorientamento.

Ma non esistono solo i farmaci: oggi la parola d’ordine delle nuove frontiere terapeutiche per la malattia di Alzheimer è riabilitazione e queste terapie rappresentano un costo che si va ad aggiungere al già precario bilancio familiare che supporta il paziente . Infatti a coadiuvare l’azione dei farmaci, infatti, ci sono terapie come la riabilitazione neuropsicologica, efficace nelle fasi iniziali e intermedie della malattia, che si basa su esercizi cognitivi mirati. Il vantaggio di questo approccio è duplice: da un lato agisce in chiave preventiva e dall’altro permette di sviluppare la riserva cognitiva, una specie di “cervello di scorta” che consente di ridurre i sintomi cognitivi della malattia perché agisce sulla neuroplasticità e sui meccanismi di recupero neuronale. Esistono poi altre terapie avanzate che sfruttano la stimolazione magnetica delle zone colpite dalla malattia e favoriscono il recupero delle funzioni compromesse.

Alzheimer, cure gratis per tutti: Via il tetto massimo di redditoInoltre ricordiamo che è possibile rivolgersi a Pronto Alzheimer, la prima linea telefonica in Italia di orientamento e assistenza alle persone con demenza e ai loro familiari, ha risposto a 4.808 richieste di aiuto da tutta Italia, solo nel 2017. 45549 e’ il numero solidale a cui si puo’ inviare un sms (per donare 2 euro) o effettuare una chiamata da rete fissa (per donare 5 o 10 euro) dal 21 gennaio al 10 febbraio 2018 per sostenere Pronto Alzheimer che ogni giorno fornisce gratuitamente consulenze attraverso la disponibilita’ e la competenza di operatori specializzati e di volontari.  Un numero sempre crescente di persone chiede inoltre un appuntamento presso lo sportello di Pronto Alzheimer, per poter avere un contatto diretto con gli operatori, anche alla presenza del proprio familiare malato. Provenienti da tutta Italia, le richieste di aiuto si concentrano in particolare in Lombardia, dove si contano 2.098 contatti (di cui 1.431 solo a Milano, dove ha sede principale la Federazione Alzheimer Italia). Segue il Lazio con 255 contatti, principalmente localizzati nella capitale. Seguono Piemonte (208), Emilia Romagna (172), Veneto (162). Gabriella Salvini Porro, presidente della Federazione Alzheimer Italia, ha sottolineato che “la persona con demenza deve essere posta al centro, con la sua dignita’ e una qualita’ di vita sempre piu’ elevata. Questa e’ la nostra priorita’ quotidiana, che guida ogni nostra scelta e ogni progetto che portiamo avanti con energia e con la forza di non essere soli“. La malattia di Alzheimer e’ la piu’ comune causa di demenza (rappresenta il 60% di tutti i casi).

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