giovedì, Aprile 25, 2024

Alla Reggia di Portici la mostra: “Materia. Il legno che non bruciò ad Ercolano”

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Carlo Farina
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Carlo Farina - cura la pagina della cultura, arte con particolare attenzione agli eventi del Teatro San Carlo, laureato in Beni culturali, giornalista.

Nella magnifica Sala Cinese della Reggia di Portici, è stata presentata una delle più importanti e interessanti mostre promossa, curata e realizzata dal Parco Archeologico di Ercolano, dedicata ai LEGNI che solo qui si sono salvati dalla terribile eruzione del 79 d.C.  

“Materia. Il legno che non bruciò ad Ercolano” è il titolo della mostra inaugurata oggi presso la Reggia di Portici, curata dal direttore del Parco Archeologico di Ercolano, Francesco Sirano e dall’archeologa Stefania Siano. Partendo dagli Scavi di Ercolano, sito archeologico visitato da turisti provenienti da tutto il mondo, bisogna subito dire che Ercolano non solo è l’unica città del mondo romano che conserva il suo antico fronte a mare e l’elevato delle case arriva sino al secondo piano, ma è anche la città del mondo romano dove il legno, come materiale di costruzione, di arredo e non solo, si è incredibilmente conservato intatto: ciò è dovuto al particolare tipo di seppellimento, causato dalle ondate di fango vulcanico dell’eruzione del Vesuvio del 79 d.C. Infatti, quella terribile coltre piroclastica di circa 20 metri di spessore, che colse la popolazione impreparata e impotente, ha inglobato anche materiali, utensili, elementi architettonici e arredi in legno che si sono carbonizzati ma non bruciati.Alla Reggia di Portici la mostra: "Materia. Il legno che non bruciò ad Ercolano"

Pertanto, la loro conservazione si deve soprattutto al certosino ed appassionato lavoro portato avanti nel corso degli anni, da operai, restauratori, architetti e archeologi, che si sono succeduti nella difficile gestione del sito, e si sono passati, di volta in volta, il testimone da una generazione all’altra nella complessa ed entusiasmante sfida della conservazione a partire dagli scavi del “vulcanico” Maiuri e poi nel corso di ben nove decenni.

Un lungo elenco di persone e di professionisti, che grazie al loro straordinario impegno hanno permesso di portare a compimento quello che non si esita definire un vero e proprio prodigio: riannodare nel mezzo di tanta devastante distruzione, provocata dall’eruzione del Vesuvio del 79 d.C., prima il filo della forma e poi quello della vita di oggetti destinati all’oblio, non è stata assolutamente un’impresa né facile, né veloce.

Il Parco Archeologico di Ercolano conserva quindi un ricco e prezioso patrimonio di reperti in legno assolutamente unico, che va dai serramenti come porte, finestre, tramezzi, fino agli arredi più comuni, come ad esempio armadi, casse, tabernacoli, letti e tavolini in legno, tutto frutto di un lavoro artigianale realizzato con grande perizia.Alla Reggia di Portici la mostra: "Materia. Il legno che non bruciò ad Ercolano"

L’accurata opera di restauro ha consentito il recupero di molti preziosissimi oggetti che, pur presentandosi, nella maggior parte dei casi, come legno carbonizzato, conservano, tuttavia, la loro forma originale e la raffinatezza delle decorazioni intagliate.

Inoltre, tutti gli oggetti in legno di Ercolano danno uno straordinario riscontro a quanto si conosce dalle fonti scritte, dagli affreschi e dai rilievi antichi e costituiscono una rarissima opportunità di ricostruire le antiche tecniche di falegnameria ed ebanisteria. Per questo motivo, il legno e la sua materia sono al centro della mostra, il cuore della stessa che è stata denominata: Materia. Il legno che non bruciò ad Ercolano, curata dal direttore del Parco Archeologico di Ercolano, Francesco Sirano e dall’archeologa Stefania Siano.

Sarà possibile visitare la stessa dal 14 dicembre 2022 nella settecentesca e meravigliosa Reggia di Portici, residenza estiva della famiglia reale borbonica e sede del Herculanense Museum, tra i primi musei archeologici al mondo e meta dei viaggiatori del Grand Tour, nell’Ottocento, durante il decennio francese fu anche la residenza di Murat e poi sede della Real Scuola di Agricoltura di Portici. Alla Reggia di Portici la mostra: "Materia. Il legno che non bruciò ad Ercolano"

L’esposizione è prodotta dal Parco Archeologico di Ercolano con il consueto affiancamento del Packard Humanities Institute, partner storico con il quale sono state condivise molte delle più recenti scoperte che saranno per la prima volta presentate al pubblico (come il tetto di legno dalla Casa del Rilievo di Telefo e i mobili rivestiti in avorio dalla Villa dei Papiri).

La mostra nasce nell’ambito di una straordinaria collaborazione interistituzionale con la Città Metropolitana di Napoli, il Dipartimento di Agraria e del Musa (Centro Museale Reggia di Portici) dell’Università degli Studi di Napoli Federico II, con lo sponsor di HEBANON Fratelli Basile 1830. L’allestimento è affidato alla società ACME04 e con il contributo della Regione Campania – Direzione Generale per le Politiche Culturali ed il Turismo, nell’ambito degli interventi del POC 2014-2020. 

Info utili

I visitatori potranno usufruire del biglietto di mostra al costo di 5 euro, ma anche di un biglietto integrato al costo di 15euro, che consentirà di vedere l’esposizione e anche la Reggia di Portici, l’Orto botanico e il Parco Archeologico di Ercolano.

Il percorso si articola in alcune delle sale al piano nobile del Palazzo Reale, secondo un registro di indubbia potenza evocativa che consentirà al visitatore non solo di apprezzare il vero e proprio miracolo della conservazione del legno sfuggito alla catastrofe che investì l’area del Vesuvio, ma anche di immergersi nella vita degli antichi e di comprendere, attraverso oltre 120 oggetti, tutti provenienti da Ercolano e mai sinora presentati al pubblico in forma monografica, quanto il legno fosse vitale per ogni attività oltre ad essere un materiale prezioso al punto che sovente gli alberi e i boschi assumevano aspetti di sacralità e valori simbolici. 

Proseguendo nel percorso espositivo sarà come trovarsi sul mare. Gli scavi condotti tra gli anni ’80 e gli anni ’90 del secolo scorso hanno messo in evidenza uno degli aspetti più importanti di Ercolano: il fronte mare della città, che costituisce un unicum nell’archeologia romana, unitamente agli scheletri di chi tentava di scampare l’eruzione via mare e ai resti eccezionali di imbarcazioni e di oggetti legati alla marineria e alla pesca, molti dei quali in legno, sughero, cordame e cuoio, straordinariamente conservati. 

Una di queste imbarcazioni si troverà al centro della sala, come immersa nell’acqua, assieme a un argano verticale e un dritto di prora. Si tratta di una piccola imbarcazione utilizzata per la pesca, scoperta negli anni Novanta del secolo scorso nell’area vicina al complesso termale dell’Insula Nordoccidentale della città, dove sono stati rinvenuti numerosi reperti che attestano come, al momento dell’eruzione, le terme fossero utilizzate come luogo di rimessaggio di barche e di deposito di attrezzature legate alle attività marinare. 

Il corpo dell’imbarcazione, solo in parte conservato, misura in lunghezza 280 cm e in larghezza 118 cm, ma le sue proporzioni lasciano presumere che le dimensioni fossero in origine significativamente più ampie rispetto alla porzione di carena conservata. 

Protagonista della mostra è un legno che normalmente non si sarebbe dovuto trovare,  – dichiara il Direttore del Parco Francesco Sirano – o almeno la nostra esperienza ci diceva che dopo un’eruzione così distruttiva non si sarebbe dovuto recuperare; invece è stato trovato e restaurato certosinamente da generazioni di archeologi. Non potevamo continuare a tenerlo all’interno dei depositi e abbiamo scelto di condividerlo sul territorio, non nell’Antiquarium del Parco, ma nella splendida sede della Reggia di Portici lungo quel Miglio d’oro che è nato e si è sviluppato a partire dalle scoperte di Ercolano e di Pompei”.

La Federico II insieme al Parco Archeologico di Ercolano – dichiara il Rettore dell’Università degli Studi di Napoli Federico II, Matteo Lorito – inaugura una mostra davvero unica, che racconta una storia veramente speciale, narrata dalla sopravvivenza di bellissimi manufatti lignei immortalati dall’eruzione raccontata da Plinio. Il tutto immerso in una sede di straordinaria bellezza qual è la Reggia di Portici dove l’università unisce didattica, ricerca, arte, grande valenza paesaggistica e patrimoni museali.

“Quella che si aprirà domani nella splendida Reggia di Portici – ha aggiunto il Sindaco della Città Metropolitana, Gaetano Manfredi – dove resterà per più di un anno, è una mostra di straordinario valore storico e scientifico. Caratteristica peculiare di Ercolano non è solo, infatti, quella di essere l’unica città del mondo romano a conservare il suo antico fronte a mare e l’elevato delle case sino al secondo piano, ma anche quella di aver preservato il legno come materiale di costruzione, di arredo e non solo. Ragione per cui il Palazzo reale diventerà, da domani e per tutto il 2023, uno dei centri espositivi di maggiore interesse nel panorama culturale nazionale e internazionale.

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