«Nasco a via del Sole, non lontano dal mare, nel cuore di una bellissima Napoli antica e… perché no, anche romantica». Così scriveva Umberto Bellissimo nella sua autobiografia, con la voce di chi sa di appartenere a un tempo che sfuma tra la nostalgia e la fierezza, tra la scena e il cuore.
Parole che oggi, a distanza di 9 anni dalla sua scomparsa prematura a soli 59 anni, risuonano come il prologo di un monologo mai finito, un commiato sospeso nel velluto di un sipario che si riapre ogni anno, al Teatro Diana, nel nome suo.
Domenica 8 giugno alle ore 19.30, nella cornice dello storico teatro vomerese, si terrà la quarta edizione del Premio Umberto Bellissimo, tributo struggente a un artista che seppe fondere rigore, eleganza e passione. Un’iniziativa divenuta rito, creata dalla volontà instancabile della vedova Paola De Marco Bellissimo e sostenuta dal lavoro del comitato dell’Associazione Onlus “Umberto Bellissimo”, presieduto da Gianni Conte, con Giuseppe Giorgio vicepresidente e i componenti Rosaria De Cicco, Adele Monaco, Antonella Morea e Carlo Piedepalumbo.
Accolto dalla ospitalità della famiglia Mirra, il premio non si limita a custodire un ricordo, ma continua a generare presenza, a rendere vivo il nome di Bellissimo tra le voci e i volti di chi oggi tiene accesa la fiaccola dell’arte. Gli artisti premiati, quest’anno, sono quattro anime del panorama teatrale e cinematografico: Bruno Garofalo, cui andrà il Premio Speciale Umberto Bellissimo, regista e scenografo di raffinata visione; Adriano Falivene, per la sezione Teatro Contemporaneo e Nuovi Scenari, interprete versatile e inventivo; Patrizio Trampetti, col premio Teatro Musicale, testimone poetico della scena canora napoletana; e Nunzia Schiano, Migliore attrice Cinema e Teatro, volto popolare e denso di verità. A condurre la serata, il critico e giornalista Giuseppe Giorgio, insieme alla brillante attrice Mirea Flavia Stellato, tra parole e immagini di un tempo perduto che si fa ancora presente.
Sul palco, interverranno Gianni Conte, voce della Nuova Orchestra Italiana; il cantautore Pino De Maio; la cantante Barbara Buonaiuto; l’attrice Rosaria De Cicco; lo scrittore Stefano Cortese e la docente Antonia Lezza, raffinata studiosa di letteratura teatrale. E poi, come un’eco che torna a riempire le quinte, la figura di Umberto Bellissimo stesso: elegante come un gentiluomo del varietà, in equilibrio tra la nobiltà scenica e l’autenticità popolare. Artista di lungo corso e di profondo respiro, fu diretto da Eduardo De Filippo in La donna è mobile di Scarpetta, affermandosi poi con Luca e Luigi De Filippo, Mario Santella, Armando Pugliese, Bruno Garofalo, Andrée Ruth Shammah, Peppe Barra, Giacomo Rizzo, Antonio Calenda, Geppy Gleijeses. Nel cinema, esordì in Mi manda Picone di Nanni Loy, per poi lavorare con Nanni Moretti, Vincenzo Salemme, Luciano De Crescenzo, Alessandro Siani.
In TV fu volto amato in La squadra e Orgoglio, mentre nella musica lasciò due preziose testimonianze: Bellissimo… canto a Viviani e Non solo Variété, con Gianni Conte. Indimenticabile come Sarchiapone nella Cantata dei Pastori di Peppe Barra, fu artista vero, uomo di mare e di teatro, che seppe coniugare rigore e leggerezza, profondità e ironia. Nel suo sguardo, in quel modo antico e insieme nuovo di calcare le scene, si riconosceva ciò che Eduardo chiamava «il disperato sforzo di dare un senso alla vita». Ed è proprio questo senso, struggente e necessario, che ogni anno, al Teatro Diana, viene celebrato nel suo nome.