Con la scomparsa di Annamaria Ackermann il mondo dello spettacolo perde un’artista unica, capace di intrecciare nella sua carriera talento, eleganza e una profonda umanità.
Il sipario si chiude per sempre su una delle più luminose stelle del teatro e del cinema italiano. Con la scomparsa di Annamaria Ackermann, morta a 92 anni, il mondo dello spettacolo perde un’artista unica, capace di intrecciare nella sua carriera talento, eleganza e una profonda umanità.
La sua voce, il suo sguardo, la sua capacità di far vibrare le emozioni hanno lasciato tracce indelebili, trasformando ogni sua interpretazione in un dono prezioso. Nata in una vigilia di Natale del 1932, la vita di Annamaria Ackermann è stata segnata fin dall’inizio da un intreccio di dramma e resilienza.
Era solo una bambina quando, durante la Seconda Guerra Mondiale, si ritrovò prigioniera nel lager di Grottau. Fu grazie all’astuzia della madre che riuscì a fuggire da quell’inferno. Anni dopo, in un gesto di straordinaria umanità, volle incontrare la direttrice del campo, Frau Wally Lerche, scoprendo che quella donna aveva scelto di tacere per salvarle la vita.
Era questo l’animo di Annamaria: capace di cercare la luce anche nelle tenebre più fitte. Appassionata lettrice di Dostoevskij e Guy de Maupassant, il suo amore per il teatro si manifestò già sui banchi di scuola alla Vanvitelli al Vomero, dove le sue prime esibizioni incantarono compagni e insegnanti. Con determinazione e consapevolezza del proprio talento, si presentò al maestro Eduardo De Filippo al Teatro San Ferdinando negli anni Cinquanta, un periodo in cui le “divine maggiorate” dominavano la scena.
Magra e di aspetto delicato, seppe comunque conquistare il cuore del grande drammaturgo, entrando nella sua compagnia e avviando una carriera straordinaria. Sul palco, Annamaria Ackermann ha condiviso la scena con i più grandi nomi del teatro italiano: Peppino De Filippo, Nino Taranto, Mariano Rigillo, Stefano Satta Flores, Tato Russo. Memorabili restano le sue interpretazioni in “Le voci di dentro” accanto a Eduardo e in “L’Opera buffa del giovedì santo” diretta da Roberto De Simone.
Con il suo talento versatile, ha saputo passare dai toni drammatici di “Sorelle Materassi” alla leggerezza di commedie più attuali conquistando il pubblico con una presenza scenica magnetica. In televisione è stata protagonista di sceneggiati che hanno fatto la storia della Rai, come “Le inchieste del commissario Maigret”, “Sherlock Holmes: L’ultimo dei Baskerville” e “La Medea di Porta Medina”. Anche il cinema le ha reso omaggio con ruoli indimenticabili ne “La pelle” di Liliana Cavani e ‘’O Re” di Luigi Magni. Negli anni Sessanta, la sua voce si è fatta strada nelle case degli italiani attraverso la radio, distinguendosi nei radiodrammi e come ospite fissa della trasmissione “Spaccanapoli”.
Ma il contributo di Annamaria Ackermann non si è fermato alla sua arte: ha trasmesso la sua passione insegnando recitazione e dizione alla scuola del Teatro Totò di Napoli, formando generazioni di giovani talenti. Madre amorevole di due figli, Davide e Roberto, ha vissuto la sua vita con discrezione, rifiutando volutamente di intrecciare il proprio destino sentimentale con quello di un collega. Oggi, il ricordo della Ackermann si accende come una fiamma eterna, un faro per chiunque creda nella potenza del teatro e dell’arte.
Le sue interpretazioni, cariche di verità e poesia, continueranno a risuonare nei cuori di chi l’ha conosciuta, amata e applaudita. La scena, senza di lei, sarà per sempre un po’ più vuota. Ma il suo spirito resterà vivo, come un’eco di bellezza e passione che mai potrà essere dimenticato. I funerali si sono svolti questa mattina nella Chiesa degli Artisti in Piazza Trieste e Trento.