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A Fuorigrotta apre la Rage Room: “la stanza della rabbia”. Che cos’è e come funziona

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Sabato 18 gennaio 2020 sarà inaugurata a Napoli la prima Rage Room del Sud Italia. A Fuorigrotta arriva la “stanza della rabbia” dove puoi spaccare tutto. Che cos’è, come funziona.

Sabato 18 gennaio sarà inaugurata a Napoli la prima Rage Room del Sud Italia. E’ l’ultima novità aperta a tutti. E’ la “stanza della rabbia”, un luogo dove si può rompere e spaccare tutto quello che ci si trova davanti per sfogare lo stress. La Rage Room aprirà nel quartiere di Fuorigrotta in via Tiberio a pochi metri dall’uscita della Tangenziale.A Fuorigrotta apre la Rage Room: "la stanza della rabbia". Che cos'è e come funziona

Nelle altre città questa novità è diventata una pratica di uso comune ed è approdata anche in Italia. Da sabato sarà disponibile anche a Napoli: si tratta della cosiddetta “stanza della rabbia”, un luogo in cui si può rompere e spaccare tutto quello che ci si trova davanti per sfogare lo stress della quotidianità. La Rage Room di Napoli – si tratta della prima del Sud Italia – aprirà i battenti sabato 18 gennaio a Fuorigrotta, quartiere della periferia occidentale del capoluogo campano, precisamente in via Tiberio, al civico 70.

La Rage Room è stata realizzata negli Stati Uniti ma l’idea nasce all’interno delle grandi aziende del Giappone per dare l’opportunità a manager e dipendenti di scaricare le tensioni. Da tempo è arrivata in Europa mentre in Italia è già presente in 5 città: Firenze, Perugia, Milano, Bologna, Roma.

Come funziona?

Il cliente paga un importo in base alla durata dell’esperienza. La partecipazione è vietata ai minori di 18 anni. Il personale fornirà al cliente una corazza da Softair, un casco con mascherina da enduro, scarpe antifortunio e guanti per proteggersi e poi si entra in una stanza insonorizzata e si spacca tutto. E’ stato definito ‘un modo per alleviare le tensioni e lo stress che si accumulano nella vita quotidiana’. A Bologna, nell’estate del 2019, ha aperto anche la prima Rage Room in Italia dedicata ai bambini.

L’opinione di Pino Tartaglia psicoterapeuta e autore del libro “L’Amore tra Libertà e Solitudine”.

La rabbia è un’emozione negativa e non va esercitata ma deve essere sciolta con terapie mirate. Così dice anche il Dalai Lama. La rabbia inconsapevole, cronica, non quella occasionale, che fa parte della storia di una persona tende a sedimentare tra le pareti della nostra interiorità, diventa parte del nostro modo di essere. Colui che prova rabbia la deve esprimere non “agire”. La rabbia ha tendenza ad accumularsi e ad esplodere d’improvviso nei contesti non opportuni producendo danni a sé stessi e ad altri. Occorre, pertanto, per chi soffre di rabbia cronica accumulata, fare un percorso guidato di psicoterapia con un esperto psicoterapeuta evitando di esprimerla a casaccio distruggendo oggetti vari o anche persone, ed aumentare così i livelli profondi di confusione psico emotiva. Fare consapevolezza, pertanto, non è mentalizzare con psicochiacchiere, né agire la rabbia sfogandola: sfogarsi non è indice di consapevolezza ma solo esercizio ad arrabbiarsi sempre peggio. Consapevolezza è sperimentare e conoscere le proprie emozioni negate in un contesto protetto e terapeutico. È arrivare alla motivazione psico-energetica che alimenta e scatena la rabbia. Va bene scaricare l’energia negativa ma deve essere un momento terapeutico svolto in presenza di uno psicoterapeuta. Diversamente si vive solo un momento di sfogo (non liberazione) senza risolvere il vero problema che potrebbe ripresentarsi nella vita quotidiana”.

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