sabato, Aprile 20, 2024

FINA, il business dietro le nuove regole della pallanuoto

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Ecco le modifiche al regolamento della pallanuoto che il bureau della FINA vorrebbe far ratificare dal congresso in programma a Budapest nel mese di luglio (durante i campionati mondiali). Regole scellerate e pallanuoto stravolta muovono il business. Mentre uno sport storico rischia di morire, la domanda inevitabile è: a chi giova?

Tornare ancora una volta su un dibattito già fatto lo scorso anno dando voce ai nomi più autorevoli del palcoscenico europeo della pallanuoto, tutti contrari a modificare l’attuale regolamento, ci sembra riduttivo.

L’elenco di scelte folli che la Fina ha deciso di portare avanti lunedì scorso nell’incontro fra il bureau e la Commissione tecnica è stata l’ennesima farsa che il segretario generale, il settantaseienne Cornel Marculescu, ha messo in atto.

La volontà che questo ristretto nucleo di persone vuole imporre a tutto il movimento ha radici ben precise: accontentare personaggi di continenti assolutamente assenti dalle competizioni internazionali (vedi l’Africa) che agognano la costruzione di impianti. Non capendo e non sapendo che una vasca da 25 mt. non potrà mai ospitare un campo da 25 mt.
Non solo, ma cosa si nasconde dietro la costruzione di queste piscine sparse per il mondo? Chi manovra questa operazione?
Dare le giuste risposte a queste due domande potrà far capire al mondo intero il perché “qualcuno” voglia appoggiare una rivoluzione fallimentare già prima che parta.
Incrementando guadagni a personaggi che, in palese conflitto d’interessi, sono deputati a mettere mano a ruspe e cemento per oscurare ancora di più uno sport ormai gestito da ottuagenari dediti solo a viaggi vacanze mascherati da manifestazioni internazionali.

L’unica novità che ha portato ad un incremento parziale del movimento è stata la World League: certamente in Europa non è amata, ma se guardiamo alla divulgazione della pallanuoto in Asia è stata l’unica competizione continuativa che ha mosso le acque in un continente dove la pallanuoto era praticamente inesistente.

Quindi lanciamo un’accusa ben precisa, che sarebbe opportuno arrivasse al C.I.O.: la FINA è praticamente senza presidente, in quanto Julio Maglione è un personaggio assolutamente al di fuori della stanza dei bottoni.

L’intervento superiore dovrebbe essere quello di sospendere il presidente della FINA, eliminare personaggi che considerando la loro età, vedi Marculescu, vadano ad una serena pensione.
Ma ci sarà chi avrà voglia di prendersi questa responsabilità?

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Queste le proposte che il bureau della FINA vorrebbe far ratificare dal congresso in programma a Budapest nel mese di luglio (durante i campionati mondiali)

– Peso del pallone: invariato
– Dimensioni campo di gioco: 25 metri (ora 30)
– Possesso palla: 25 secondi (ora 30)
– Tempo espulsione temporanea: 15 secondi (ora 20)
– Giocatori in vasca: sempre 7
– Giocatori a referto: 11 (ora 13)*
*senza però l’obbligo nei campionati nazionali e senza obbligo del secondo portiere.

Tutto ciò è subordinato se nelle competizioni internazionali, Olimpiadi comprese, le squadre femminili partecipanti salissero a 12.

(autore Francesco Grillone – Waterpoloitaly)

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