mercoledì, Aprile 24, 2024

Terra dei Fuochi. Terra maledetta. Il dolore delle mamme

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Otto bambini di età compresa tra i 7 mesi e gli 11 anni sono morti per tumore, negli ultimi venti giorni, nei comuni della Terra dei fuochi, nel Napoletano. La drammatica denuncia arriva dalle mamme del comitato “Vittime della Terra dei fuochi”, che hanno affermato: “Questi bambini non riposeranno mai in pace. Per loro non c’è giustizia”.

di Maria Sordino – Morti 8 bambini in venti giorni. Morti a causa della più terribile delle malattie: il cancro. Morti a causa di tumori che generalmente colpiscono gli adulti. Morti dopo atroci sofferenze.

Morti tutti nei comuni della Terra dei fuochi, una terra avvelenata, tra la provincia di Napoli e quella di Caserta, interessata per anni da roghi tossici, appiccati alle discariche abusive che proliferano in tutto il territorio: lì, i rifiuti urbani e speciali bruciati sono la principale fonte di inquinamento della zona, una tra le aree più compromesse d’Italia sotto il profilo ambientale.

Le mamme si disperano, lanciano appelli alle istituzioni, molte fanno parte dell’associazione “Noi genitori di Tutti”. Tra le tante Anna Magri colpisce subito. Forse perché il suo coraggio te lo senti addosso fin dalle prime parole e non puoi dimenticarla. Racconta una storia drammatica, come solo le storie di malattia e di dolore possono essere.

Il suo piccolo Riccardo, unanna magri figlio bel bimbo di poco più di due anni, muore il 17 Novembre del 2009, a poco più di un anno dalla diagnosi di leucemia linfoblastica acuta.  Vari comitati di cittadini, formatisi negli anni, hanno denunciato nel tempo la situazione drammatica: pneumatici usurati, olio esausto, eternit, piombo, capi di abbigliamento, mobili, ma anche veleni industriali di ogni sorta, che dopo l’incenerimento avvelenano il territorio.

Una denuncia che sembra confermare i dati già resi noti dall’Istituto superiore di sanità (Iss) nel 2016, in un documento in cui si evidenziava un “eccesso” di tumori tra i bambini nella Terra dei fuochi, che già nel primo anno di vita vengono colpiti da vari tipi di cancro molto più frequentemente rispetto alla media.

Il dato è contenuto nell’ultimo aggiornamento del progetto SENTIERI (Studio Epidemiologico Nazionale dei Territori e degli Insediamenti Esposti a Rischio da Inquinamento), che ha analizzato la situazione di 55 Comuni, 32 Comuni della Provincia di Napoli e 23 della Provincia di Caserta e conferma come in queste zone si muore di più, si registrano più ricoveri e ci si ammala molto di più di tumore.

Le patologie oggetto dello studio sono state indagate utilizzando tre indicatori: la mortalità, i ricoveri ospedalieri (disponibili per tutti i 55 Comuni in esame) e l’incidenza dei tumori (disponibile per 17 Comuni della Provincia di Napoli, quelli serviti dal Registro Tumori).

La mortalità generale “è in eccesso – si legge nel Rapporto – rispetto alla media regionale, in entrambi i gruppi di Comuni, sia tra gli uomini che tra le donne”.

Varie le neoplasie per le quali si registra un maggiore rischio in queste aree: tumore maligno dello stomaco, del fegato, del polmone, della vescica, del pancreas, del rene e della mammella.

Ma l’allarme riguarda innanzitutto i più piccoli: “Eccesso di bambini ricoverati nel primo anno di vita per tutti i tumori ed eccesso di tumori del Sistema nervoso centrale nel primo anno di vita e nella fascia di età 0-14 anni”, afferma l’Iss. Una situazione critica che impone di correre ai ripari, per risolvere la drammatica situazione ambientale di quei luoghi.

Intanto, le proteste e gli allarmi presentati dai genitori non vengono ascoltati, anzi, la situazione viene considerata nella media nazionale dai responsabili dell’ospedale Santobono- Pausillipon, che affermano che sono morti 5 bambini negli ultimi due mesi e non 8 in venti giorni.

Freddi numeri che non tengono conto della gravità della situazione dei piccoli, delle loro malattie e della sofferenza delle famiglie e che lascia a noi tutti, all’intera comunità la rabbia, per non essere stati capaci di proteggerli.

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