martedì, Aprile 23, 2024

Teatro Augusteo, la versione teatrale di Parenti Serpenti

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Giuseppe Giorgio
Giuseppe Giorgio
Caporedattore, giornalista professionista, cura la pagina degli spettacoli e di enogastronomia

Parenti Serpenti, al teatro Augusteo, piazzetta Duca d’Aosta fino a domenica 21 gennaio con Lello Arena e la regia di Luciano Melchionna.

di Giuseppe Giorgio – Viaggiando sul doppio filo dei sentimenti e delle aberrazioni umane, la versione teatrale di Parenti Serpenti vista al Teatro Augusteo con un  introspettivo e superbo Lello Arena e con un regista come Luciano Melchionna, può anche portare alla mente due interrogativi difficili da appagare.Teatro Augusteo, la versione teatrale di Parenti Serpenti Può nella pièce, Saverio, il carabiniere in pensione che durante le festività natalizie scandaglia tra figli e parenti  le dinamiche dell’assurdo mondo che lo circonda, ricordare l’eduardiano Luca Cupiello? E ancora, possono le due giornate natalizie del povero Saverio e della moglie Trieste ricordare la genesi di quella icastica Natale in casa Cupiello?  Ebbene, lasciati irrisolti questi due quesiti, c’è da dire che alla prima della commedia, Lello Arena, sembra incarnare al meglio ogni metafora dell’esistenza umana, riportando in scena, con bruciante ironia, una realtà difficile da immaginare, eppure tale. “Parenti Serpenti”, nel teatro di piazzetta Duca d’Aosta fino domenica 21 gennaio,  vede muoversi in una  geniale scenografia ruotante immaginata da Roberto Crea, il personaggio di Saverio che grazie ad un interprete su misura come Arena, va a comprendere anzitempo, rifugiandosi in un mondo fantastico e fanciullesco tutto suo, la falsità dei rapporti familiari e le maschere indossate dai propri figli. Teatro Augusteo, la versione teatrale di Parenti Serpenti Ecco, dunque, che ritornando al plot citato di “Natale in casa Cupiello”,  quello che si consuma nella  casa di Saverio durante le “Sante” feste,  è un dramma annunciato dove figli e Parenti Serpenti rivelano, poco a poco, la loro vera indentità fino a ricorrere ad una inspiegabile ferocia assassina in un finale agghiacciante fatto di ipocrisia e malvagità. Passando dalla comicità alla tragedia più profonda,  i personaggi della messinscena,  partendo dalla storia scritta da Carmine Amoroso già portata in cinema nel 1992 da Mario Monicelli, svelano pian piano la loro vera identità al pubblico. Lo stesso che intelligentemente coinvolto dal regista Melchionna all’interno dell’azione stessa, puo prendere visione, toccandolo con mano, del  vuoto incolmabile presente tra i poveri due anziani genitori ed i loro figli.  Così, mentre nel chiedere di andare a vivere per il resto della vecchiaia da uno di loro i due anziani coniugi firmano di fatto lo loro condanna a morte, tutto il lavoro evidenzia quella mancanza di colore nella aberrante esistenza di esseri alla deriva, falsamante riprodotta dal disperato albero di Natale addobbato dall’emarginato Saverio. Con la bella e struggente interpretazione di Giorgia Trasselli ed ancora con le belle prove in bilico tra il grottesco e il surreale di Raffaele Ausiello, Andrea de Goyzueta, Carla Ferraro, Autilia Ranieri, Annarita Vitolo e Fabrizio Vona, Parenti Serpenti in teatro, tra amare verità e momenti di comicità velati dalle lacrime per un mondo allo sfascio, mette in scena uno spaccato di vita familiare spietato e reale. Ricco di carica umana, Lello Arena,  nell’evidenziare quello stesso bambino innocente presente nell’emblematico Luca Cupiello alla prese con il suo presepe,  fa ridere e commuovere allo stesso tempo.  In una storia in cui di colpo i protagonisti, da genitori adulti diventano figli incompresi e sfortunate vittime sacrificali della degenerazione umana, tutto riporta a quella stessa crisi di valori che già attrasse Luigi Pirandello e a quella frantumazione dell’Io osservata in tempi non sospetti da Freud.

 

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