venerdì, Marzo 29, 2024

Smettere di fumare, poche le terapie alternative che funzionano

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Smettere di fumare da soli è possibile. I più recenti dati ISTAT indicano, infatti, che il 90% degli ex fumatori ha smesso senza bisogno di aiuto.

Yoga, ipnosi, meditazione, tai chi, citisina o erba di San Giovanni: sono tante le terapie alternative che si provano per smettere di fumare. Nonostante alcuni studi abbiano mostrato qualche loro effetto positivo, come nel caso dello yoga e le terapie basate sulla meditazione, non ci sono prove chiare e sufficienti sulla loro efficacia. A fare il punto è l’ultima newsletter Clinical Digest, curata dal National Center for Complementary and Integrative Health (Nccih) americano.

Attualmente alcuni studi indicano che tra le terapie corpo-mente, come quelle basate sulla meditazione, lo yoga e le tecniche di rilassamento con le immagini possono aiutare a ridurre l’uso e il desiderio di sigaretta. Poche invece le prove sull’efficacia di agopuntura e ipnosi, che sembrerebbe non produrre grandi effetti. Pochi i dati sul tai chi, che può essere un metodo efficace per aumentare la consapevolezza per rompere il ciclo di dipendenza e abitudine. Non ci sono invece dati sull’uso di integratori dietetici: dai pochi studi fatti sull’acetato d’argento, la lobelina ricavata dall’erba Lobelia inflata e l’erba di San Giovanni, in nessun caso è emersa la loro efficacia. Si è mostrata invece efficace la citisina, composto naturale estratto dai semi degli alberi di Laburnum (maggiociondolo) ed economico, usato nell’Europa centrale e orientale, che però non è approvato negli Usa dalla Food and Drug Administration (Fda).

Se si decide di provare da soli è bene ricordare che le prime 24 ore dall’ultima sigaretta sono le più difficili e nei primi 4 giorni sono più intensi i sintomi dell’astinenza, che tendono ad attenuarsi dalla prima settimana al primo mese, mentre sensazioni di malessere (come affaticabilità, irritabilità, difficoltà di concentrazione, aumento dell’appetito, ecc.) possono persistere anche per alcuni mesi.

Il desiderio impellente di una sigaretta, tuttavia, dura solo pochi minuti e non è troppo difficile dottare strategie per distrarsi come bere un bicchiere d’acqua, fare una passeggiata, chiacchierare con qualcuno, masticare una gomma o una caramella senza zucchero. La nicotina è un anoressizzante: quindi, smettendo di fumare, è possibile un aumento di peso non superiore ai due o tre chili. Non tutti comunque ingrassano, ma se non si vuole rischiare è sufficiente cambiare gradualmente le proprie abitudini alimentari, riducendo la quantità di cibo per pasto, preferire 3-5 pasti leggeri piuttosto che due abbondanti, bere molti liquidi, ridurre il consumo di alcolici, scegliere frutta e verdura quando si sente la necessità di mangiare qualcosa fra i pasti e, infine, aumentare l’attività fisica.

E’ anche bene ricordare che può capitare di ricominciare a fumare e ciò può servire a riconoscere e ad affrontare meglio i momenti critici; le ricadute fanno parte del percorso di cambiamento e non devono scoraggiare, ma possono essere utili per conoscere ed affrontare meglio i momenti critici.

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