giovedì, Aprile 25, 2024

Polemica vaccino per l’HPV: come segnalare una reazione avversa

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Vaccino per l’HPV: al momento, in Italia, ci sono un milione di donne vaccinate contro il papilloma virus, a fronte di circa 60 milioni di italiani.

La media nazionale, da quando è stato introdotto, non ha mai superato il 75 per cento, contro il 95 che Ministero, Iss e Oms richiedono come soglia di sicurezza (che vale anche per altri vaccini).

Anche il vaccino per il Papillomavirus, come già altri vaccini, è finito nella bufera mediatica di coloro che sono pro o contro le vaccinazioni. A scatenare la polemica sono stati i 23 minuti di trasmissione sul vaccino HPV, messi in onda su Rai3 durante la trasmissione Report del 16 aprile scorso.

Il servizio, apparentemente incentrato sulla necessità di maggiore trasparenza ed efficacia dei sistemi di segnalazione degli eventi avversi ai vaccini, in realtà trasmetteva sfiducia in tutte le istituzioni preposte alla salute collettiva, non soltanto italiane (Ministero della Salute, Aifa, Regioni), ma anche europee, facendo figurare l’Agenzia Europea per i Medicinali (Ema) come un insieme di persone di dubbia trasparenza che ricevono finanziamenti dall’industria farmaceutica, la quale non avrebbe altro scopo se non fare profitto anche se questo comporta danni per i cittadini.Polemica vaccino per l'HPV: come segnalare una reazione avversa

Il mondo scientifico ha prontamente reagito, biasimando la diffusione di informazioni prive di fondamento, che hanno come unico risultato quello di diffondere la paura e di generare timore verso il primo vaccino contro il cancro che l’uomo è riuscito a produrre.

Il nodo della questione resta comunque la trasparenza sulle informazioni: è fondamentale che tutti possano agevolmente segnalare qualunque reazione avversa, grave o non grave, al fine di permettere un attento monitoraggio degli effetti sulla popolazione dei vaccini (così come dei farmaci).

Come segnalare un evento avverso

 L’Aifa, l’Agenzia italiana del Farmaco, si sta adoperando in ogni modo per incrementare le segnalazioni di eventi avversi avvenuti in concomitanza con le vaccinazioni, perché è questo il solo modo per fare chiarezza, una volta per tutte, sul profilo di sicurezza dei vaccini, che è confermato da tutti i dati scientifici e di vigilanza anche negli altri Paesi.

La normativa europea sulla farmacovigilanza consente a tutti gli operatori sanitari e ai cittadini di segnalare qualsiasi sospetta reazione avversa (grave e non grave, nota e non nota).

Ma come effettuare una segnalazione?

E’ possibile effettuare una segnalazione spontanea di sospetta reazione avversa secondo una delle seguenti modalità:

  • direttamente online sul sito www.vigifarmaco.it seguendo la procedura guidata
  • compilando la scheda (elettronica o cartacea) da inviare al Responsabile di farmacovigilanza della propria struttura di appartenenza oppure al Titolare dell’Autorizzazione all’Immissione in Commercio (AIC) del medicinale che si sospetta abbia causato la reazione avversa. Sarà cura di quest’ultimo inoltrarla al Responsabile di farmacovigilanza della struttura di appartenenza del segnalatore. (Dal sito dell’Aifa)

Qualche informazione in più

Il tumore del collo dell’utero può colpire tutte le donne, indipendentemente dall’età. Una ragazza, che diviene sessualmente attiva precocemente, presenta un rischio maggiore di contrarre l’infezione da papilloma virus umano.

L’età a rischio per il contagio comincia, quindi, all’inizio dell’attività sessuale e, sulla base delle stime, raggiunge il suo picco tra i 20 e i 25 anni. Il tumore del collo dell’utero è uno dei tumori ginecologici più frequenti in tutto il Mondo.

In Europa, è la seconda causa di morte per carcinoma (dopo il tumore al seno) nelle donne al di sotto dei 40 anni. In Italia, si stimano circa 3.500 nuovi casi ogni anno.

Inoltre, non è una malattia prettamente femminile come si è soliti pensare, ma coinvolge anche un numero consistenti di uomini, che erroneamente vengono definiti “portatori sani” e che sono in realtà “persone a rischio”, proprio perché negli anni possono contrarre anche loro un cancro al pene o all’ano.

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