mercoledì, Aprile 24, 2024

Pallanuoto. Lo strano caso dei tesserati stranieri

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Ombre sul campionato femminile di A1 dello scorso anno. Sono state rispettate le norme, circolari e regolamenti della FIN, che  rimandano a normative FINA?

Francesco Grillone – Casualmente, nel comporre le “rose” delle squadre della stagione che va ad iniziare, Waterpoloitaly ha appurato che nel trascorso campionato una squadra di serie A1 femminile, la Waterpolo Messina, aveva tesserato tre atlete presumibilmente extra comunitarie.
Sono la russa Svetlana Kusina, la brasiliana Izabella Chiappini, e la neozelandese Caitlin Lopes Da Silva.
Atto che il regolamento del campionato vieta: le società femminili non possono tesserare più di due atlete extracomunitarie, o addirittura una sola in presenza di una giocatrice tesserata come comunitaria.

finaA prima vista si direbbero tre extra comunitarie: secondo quanto recita la FINA, a cui rimanda il regolamento FIN, la nazionalità sportiva si cambia dopo un anno che l’atleta non ha giocato con la propria nazionale, dopo un anno che la stessa ha vissuto nel paese dove poi prenderà la nuova nazionalità e dopo aver mandato rinuncia ufficiale della propria, precedente, nazionalità.
La Lopes da Silva gioca con la nazionale della Nuova Zelanda alla cui cittadinanza sportiva non ha mai rinunciato, in quanto la scorsa estate ha disputato i campionati mondiali a Budapest.
Lo stesso vale per la Chiappini che non avrebbe potuto giocare da italiana visto che aveva appena disputato le Olimpiadi con il Brasile. Cosa è successo?

 Le tre ragazze potrebbero essere state tesserate come extracomunitarie, ma in realtà tutte e tre avevano nazionalità sportiva non comunitaria (Neozelandese, Russa e Brasiliana). Quindi, qualora fosse così, in netto contrasto con il regolamento FIN che pone il tetto massimo a due extracomunitarie.
 La Chiappini potrebbe esser stata tesserata con il passaporto italiano e nazionalità sportiva italiana? Eventualità non consentita dalla FINA che impone che per il cambio di nazionalità sportiva sia trascorso almeno un anno dall’ultima partita ufficiale e si abbia residenza in Italia da dodici mesi (la Chiappini aveva appena disputato Olimpiadi con il Brasile).
 La Caitlin Da Silva potrebbe essere stata tesserata come inglese in virtù del suo doppio passaporto? Se anche così fosse, il Messina avrebbe avuto tre atlete non italiane.

finaD’altronde il caso di Alex Giorgetti, nato a Budapest, con doppio passaporto è eloquente: la FINA gli ha negato il transfer per poter giocare con la nazionale ungherese ai recenti mondiali, in quanto l’atleta vive e gioca in Italia.
Basta pensare che il neo portiere del SavonaSoro, per rispettare le normative FINA ha dovuto trasferirsi in Brasile per un anno. Lo stesso vale per PerroneVrlic e Xavi Garcia che hanno dovuto attendere un anno per il cambio di nazionalità sportiva.
Ma anche i casi di BodegasMolina ed Echenique insegnano.

La linea di demarcazione che intercorre su questa tematica, ossia fra comunitari e extra comunitari, è chiara per quanto riguarda il regolamento FINA, nebulosa per quello della FIN, se si parla di estero su estero. In pratica se un atleta ha in tasca due passaporti, per la FIN la nazionalità vale per il passaporto che viene presentato all’atto del tesseramento, in contrasto però con quanto prescrive la FINA ed è inserito nel regolamento FIN a pagina 28 relativo al tesseramento degli atleti con doppia nazionalità.
La Federnuoto, però, pare consideri la nazionalità sportiva di un atleta solo quando diventa italiano. A tutela dei vivai, si legge nella normativa.

Lo stesso problema oggi si potrebbe porre per il neo acquisto dell’Acquachiara Matteus Stellet: brasiliano a tutti gli effetti (ha giocato il mondiale con la calottina verde oro) sarà tesserato come comunitario in quanto ha passaporto portoghese. Ma non solo. Anche il Brescia la scorsa stagione ha tesserato come comunitario Vjekoslav Paskovic perchè ha presentato il passaporto croato. Ma aveva appena partecipato alle Olimpiadi di Rio con la calottina del Montenegro.
La Federazione quando vuole sa essere fiscale, vedi quanto accaduto alla Sport Management estromessa in Coppa Italia da un regolamento poi modificato il giorno seguente. Qual è l’interpretazione inequivocabile del regolamento da parte della Federazione? L’ aspettiamo.

(fonte waterpoloitaly)

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