giovedì, Marzo 28, 2024

“Lavoro in cambio di soldi”, una guida per evitare truffe

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La regione Campania è purtroppo il fanalino di coda della classifica sulla disoccupazione. C’è chi promette posti di lavoro in cambio di soldi. Ecco una guida dell’Adiconsum per evitare le truffe.

di Chantal Collaro – I disoccupati, in Italia, erano nel mese di marzo 2017, 3,022 milioni sia 41 mila in più rispetto al mese precedente di febbraio e 88 mila in più rispetto a marzo dell’anno 2016. Le fasce della popolazione che si ritrovano fuori dal mondo del lavoro sono principalmente gli Over 50 e i giovani. Queste statistiche tuttavia non prendono in considerazione i 2,4 milioni di dipendenti a contratti determinato che sul nostro territorio riescono soltanto ad avere un incarico da 1 a 12 mesi, e i 113 mila di cui il loro contratto di lavoro deve essere rinnovato ogni tre anni. Senza dimenticare i 80 mila super precari che perdono ogni giorni la speranza di trovare un lavoro dignitoso per potere vivere in modo decoroso.lavoro La regione Campania è purtroppo il fanalino di coda della classifica sulla disoccupazione. Sono infatti 650 mila i campani che hanno smesso di cercare un lavoro e 400 mila quelli che, pure essendo amareggiati, sono ancora in cerca di occupazione. I giovani sono i più colpiti da questa scarsità di lavoro, rappresentano a loro soli il 51,1% delle persone in cerca di un’occupazione.

Di questa scoraggiante e avvilente situazione, certe persone senza scrupoli, ne hanno fatto un commercio promettendo ai più deboli, in cambio di somme di denaro, posti di lavoro incantevoli con un fisso mensile assicurato. Le vittime sono principalmente dei giovani che vogliono mettere su famiglia, magari anche provvedere ai bisogni dei propri figli senza l’aiuto dei loro genitori anziani oppure ottenere finalmente un lavoro dopo tanti anni di sacrifici dedicati allo studio. "Lavoro in cambio di soldi", una guida per evitare truffeLa promessa è sempre la stessa : in cambio di una mazzetta che può andare dai 300 euro a più di tre mila euro, i truffatori assicurano alle loro vittime di farli assumere a tempo fisso in un’azienda, ottenere uno stage, un corso di formazione valorizzante per il loro futuro lavorativo o addirittura, un posto di lavoro all’estero. In Campania, i posti i più gettonati sono come guardia giurata, autisti, camerieri, operai o tecnici. Per le vittime, sfortunatamente, non è facile percepire la malafede dei loro interlocutori. I truffatori infatti sono ben vestiti, conoscono perfettamente l’ambiente di lavoro nel quale il giovane vuole inserirsi, dando perfino i nomi dei responsabili in carico nelle aziende. Colpiscono quando avvertono la fragilità delle vittime che sfiduciate non sanno più a chi risolversi per trovare una via d’uscita.

La legge italiana stabilisce che chi promette falsi posti di lavoro a disoccupati al solo scopo di conseguire guadagni illeciti, commette un reato che viene condannato con mesi di reclusione e multe pesanti. Tuttavia la Corte di Cassazione in una recente sentenza non ha riconosciuto l’aggravante dichiarando che non poteva essere individuata una condizione di psicologica debolezza del disoccupato, o almeno non tale da non permettergli di difendersi come tutte le altre persone.

Di fronte all’estensione di questo fenomeno, L’Adiconsum e il Movimento difesa del cittadino, nell’ambito del progetto “Lavoro sicuro” cofinanziato dal ministero del Lavoro e delle Politiche sociali, hanno pubblicato una guida alle truffe e un decalogo al fine di non cascarci, sul proprio sito dell’associazione : www.adiconsum.it

Se si vuole mettere fine a questi comportamenti illeciti, è importante parlarne e porre denuncia, nonostante la vergogna che si può provare. Il lavoro, come lo sottolinea la Costituzione italiana nel suo articolo quattro, è un diritto che è riconosciuto a ogni cittadino e nessuno può approfittare di un momento di debolezza e della fragilità delle persone che non lo hanno. Bisogno aprire gli occhi e non fidarsi delle persone che ci promettono mari e monti con il solo intento di incrementare i loro propri guadagni. Solo in questo modo si potrà mettere fine a un’estorsione che purtroppo denota il malessere di una società che non perviene a garantire a tutti uno dei diritti fondamentali del suo proprio fondamento.

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