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“La fine del mondo”: Analisi scientifica dei possibili scenari

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La fine del mondo è già stata annunciata centinaia di volte. Anche ieri, 23 settembre, si temeva il giorno dell’Armageddon.

di Maria Sordino – L’attesa della fatidica data ha agitato per mesi i molti complottisti che aspettavano il 23 settembre 2017: il giorno dell’Armageddon. La data sarebbe stata rivelata in un libro da David Meade, autore di “Planet X, the 2017 Arrival” che, a sostegno della sua tesi, avrebbe avanzato una serie di indizi e segni: l’eclissi totale di sole del 21 agosto negli Stati Uniti, la “luna nera”, come viene chiamata la seconda Luna nuova quando se ne verificano due in un solo mese, sempre il 21 agosto. "La fine del mondo": Analisi scientifica dei possibili scenariE poi una serie di coincidenze: l’eclissi del mese scorso è cominciata in Oregon, il 33° stato dell’Unione ed è finita al 33° grado di Charleston, in South Carolina, la Luna nera si presenta ogni 33 mesi e un’eclissi totale in tutti gli Stati Uniti continentali non si verificava dal 1918, cioè da 99 anni, l’equivalente di 33 moltiplicato per 3. Facile dunque prevedere che la fine del mondo sarebbe dovuta arrivare il 23 settembre, 33 giorni dopo l’eclissi. Guardando solo all’ultimo ventennio, abbiamo sfiorato il rischio della fine del mondo almeno altre due volte: la prima volta, nel 1999, quando la profezia di Nostradamus predisse guerre rovinose, cataclismi, carestie e pestilenze, che si sommò, il 31 dicembre dello stesso anno, al difetto informatico (bug) che si sarebbe dovuto verificare al cambio della mezzanotte tra il 31 dicembre 1999 e il 1º gennaio 2000 nei sistemi di elaborazione dati. Secondo questa teoria il bug avrebbe portato la distruzione di ogni sistema operativo e la fine della società umana. fine del mondoLa seconda volta il 21 dicembre 2012, la data prevista dal calendario Maya per la fine del pianeta. A fare un’analisi più scientifica dei possibili scenari della fine del mondo ci hanno pensato, un paio di anni fa, un gruppo di ricercatori statunitensi della Oxford University, che ha ipotizzato tre possibili scenari (la ricerca è stata portata avanti dalla Global Challenges Foundation e dal Future of Humanity Institute). Il primo prevede l’eruzione di un super-vulcano capace di far crollare milioni palazzi, ricoprire tutto il suolo terrestre con uno spesso strato di cenere, inquinare irrimediabilmente i fiumi e tutti i corsi d’acqua, oltre a distruggere qualsiasi tipi di coltura, causando una grave carestia. La seconda versione della fine del mondo ipotizzata dai ricercatori è legata all’attività solare. Un flusso potente di particelle ad alta energia sprigionate dal Sole potrebbe mettere in pericolo l’umanità. Gli scienziati dicono che questo fenomeno astronomico farebbe precipitare nel buio gran parte della Terra. Il terzo modo in cui potrebbe verificarsi la fine del mondo, secondo i ricercatori americani, prevede la collisione di un asteroide con la Terra. Senza escludere la folle possibilità di una nuova guerra nucleare di portata mondiale. Scenari catastrofici, basati sul ragionamento scientifico, ma che rappresentano anche un modo più realistico per attirare l’attenzione sul fatto che l’unica vera speranza per l’umanità è quella della collaborazione tra i vari paesi del mondo per la salvaguardia del nostro pianeta.

Altrimenti, meglio non prendere impegni…

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